Sanità, ecco le principali misure contenute nel disegno di legge di Bilancio all’esame della Camera


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Maria Vittoria Di Sangro
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Il nodo delle assunzioni del personale medico e infermieristico, gli obiettivi dell’incremento di risorse in sanità, il potenziamento della rete dei servizi sul territorio per rilanciare il sistema sanitario. Sono questi i temi più rilevanti in materia salute e sanità su cui si concentra il disegno di legge di Bilancio 2021 attualmente all’esame della Camera dei Deputati.

Nell’ultimo decennio il personale del nostro Servizio sanitario nazionale è stato ridotto di ben 45.000 unità. Una diminuzione che, affiancata all’età avanzata del personale medico, ha rappresentato una delle criticità particolarmente sofferte durante l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. A questo proposito, il disegno di legge di Bilancio ha confermato il sostegno all’assunzione di personale sanitario a tempo determinato, compatibilmente con il fabbisogno sanitario standard. Inoltre, sono stati stanziati ulteriori 105 milioni di euro per il 2021 e il 2022 con il fine di aumentare il numero dei contratti di formazione specialistica.

Agli interventi mirati alle assunzioni di medici e infermieri, si aggiungono anche misure volte al rafforzamento delle strutture ospedaliere e dell’assistenza territoriale. Invece, per quanto riguarda l’emergenza legata alla pandemia in corso, si prevede l’istituzione di un fondo di 400 milioni di euro da destinare all’acquisto di vaccini e di farmaci necessari all’assistenza dei pazienti affetti dal virus.

Parallelamente alle misure legate alla crisi sanitaria, si progetta un incremento di 2 miliardi di euro del finanziamento del programma di investimenti per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico, che dovrebbe passare così da 28 a 30 miliardi.

Per il 2021 i fondi disposti nel disegno di legge di Bilancio per il fabbisogno sanitario standard sono fissati a 121,37 miliardi, incrementati dunque di circa 1 miliardo di euro. Per la spesa farmaceutica il tetto complessivo, come indicato nella proposta, risulta invariato al 14,85% del fabbisogno standard, ma la sua composizione subisce un cambiamento: la spesa farmaceutica convenzionata è stata ridotta al 7,3% (era del 7,96 nel 2020) mentre, al contrario, quella per acquisti diretti è stata rideterminata al 7,55% (nel 2020 era al 6,89). E’ stata proposta, però, una condizione per la rimodulazione dei tetti di spesa: il pagamento integrale degli oneri di ripiano relativi al superamento del tetto di spesa farmaceutica del 2018.

Al governo sono risultate comunque evidenti le criticità legate all’inadeguatezza dei servizi territoriali. Secondo il ministero della Salute, la riduzione delle strutture pubbliche dedicate all’assistenza sul territorio tra il 2014 e il 2017 è stata pari al 3,2%. Inoltre, il numero di aziende sanitarie locali che ha attivato il servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) è molto difforme, soprattutto se si considera la popolazione residente nelle singole regioni: la quantità di abitanti serviti da ogni struttura con servizio di ADI varia da un massimo di 1,7 milioni di persone in Sardegna a un minimo di circa 130.000 in Valle d’Aosta. È stato dunque identificato un altro imperativo a cui rispondere nello stanziamento di risorse per la sanità italiana: la creazione di un sistema di prevenzione, diagnosi e assistenza veloce e ben radicato sul territorio.

Le risorse in arrivo dall’Unione europea rappresentano da questo punto di vista un’ulteriore opportunità da cogliere per le nostre istituzioni. Che si tratti di Recovery Fund (si parla di circa 68 miliardi di euro) o di Mes, l’Italia si prepara alla riforma del proprio sistema sanitario. Sono emerse, tra le varie opportunità, quella di rafforzare la capacità ricettiva del sistema ospedaliero, di completare il processo di digitalizzazione (tramite l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico e della telemedicina) e di investire sulla formazione del personale sanitario. Oltre al fatto che cospicui finanziamenti dovrebbero essere destinati al rinnovo della strumentazione diagnostica, a livello sia ospedaliero che territoriale.

Ma non è tutto.  Al vaglio dei tecnici ci sono numerosi progetti che riguardano l’attuazione delle disposizioni del Piano nazionale della prevenzione (PNP), il contrasto alla povertà e il rafforzamento della medicina scolastica, nonché le iniziative a vantaggio delle persone con disturbi mentali e il rafforzamento della rete consultoriale.

Come pure è cruciale analizzare la logica di distribuzione delle risorse che saranno stanziate nella prossima legge di Bilancio per rispondere a interrogativi comuni: è necessario comprendere quali saranno le misure che il nostro governo deciderà di attuare dopo lo tsunami Covid-19.

Di tutto questo si è parlato nei giorni scorsi nel corso del VideoTalk dal titolo “Un nuovo passo per la sanità. Il ruolo del Parlamento nella programmazione degli investimenti per la salute“ organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com).

Nata a Roma nel 1997, Maria Vittoria Di Sangro ha iniziato i propri studi mossa dalla curiosità per le lingue e le culture straniere. Una passione, questa, che l’ha portata a vivere numerose esperienze formative all’estero.

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