Covid-19 e anziani, perché la tecnologia riduce il tasso di mortalità


Articolo
Maria Rosaria Della Porta
mortalità

La pandemia causata dal coronavirus e le conseguenti misure di distanziamento sociale hanno gravemente influito sulla salute mentale delle persone, determinando a volte severe conseguenze psicologiche. Ma non solo. Gli effetti negativi delle restrizioni a cui siamo stati sottoposti per mesi si sono manifestati anche sullo stato di salute fisico, specialmente nelle persone più vulnerabili, come gli anziani ricoverati per Covid-19.

Se da un lato l’allontanamento sociale è servito a frenare la diffusione dell’infezione da Covid-19 nei reparti ospedalieri, dall’altro ha di fatto pregiudicato la salute delle persone anziane ricoverate, determinando – come molti studi dimostrano – l’aumento dei tassi di depressione e della produzione di proinfiammatori e la diminuzione delle risposte immunitarie antivirali. Questi meccanismi biologici innescati dalla solitudine aumentano inevitabilmente la mortalità.

Tuttavia, l’uso delle moderne tecnologie di comunicazione, quali smartphone e tablet, può contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone ricoverate e la loro risposta alle cure sanitarie. E di conseguenza, anche a ridurre i tassi di mortalità. Questo è quanto è emerso in occasione del 65° Congresso della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg).

In particolare, uno studio condotto su tutti i pazienti ricoverati dal 29 marzo al 29 aprile presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma, in un reparto di degenza a medio-bassa intensità per infezione da coronavirus, ha evidenziato che la mortalità è risultata significativamente più alta nelle persone che non hanno mai avuto contatti con i loro parenti.

Contrariamente, nei casi di anziani ricoverati per Covid-19 che possono parlare con i propri cari grazie a un cellulare, meglio ancora se in videochiamata, la mortalità si è ridotta dal 40 al 20%, a parità di età e trattamento clinico.

Purtroppo, però, molto spesso le persone anziane non dispongono delle più moderne tecnologie: è stato riscontrato che la percentuale di chi non possiede un telefono cellulare aumenta con l’avanzare dell’età e più del 20% degli anziani non ne possedeva uno al momento del ricovero. Inoltre, le donne hanno il 10% di probabilità in meno di avere un cellulare rispetto agli uomini e oltre il 15% degli anziani di entrambi i sessi ha bisogno di un aiuto per poter utilizzare lo smartphone.

Pertanto, è fondamentale mettere a disposizione dei degenti tablet e telefoni cellulari e prevedere personale specializzato che possa aiutare coloro che presentano deficit cognitivi a superare gli ostacoli tecnologici. Questo perché la possibilità di interagire (seppure a distanza) con i propri cari tramite chat o videochiamate contribuisce a un esito clinico migliore.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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