Nel dicembre 2019 la Commissione europea ha diffuso la comunicazione con cui lanciava lo European Green Deal, una strategia ambiziosa orientata a contrastare i cambiamenti climatici e a promuovere una trasformazione dei sistemi economici e delle infrastrutture energetiche, sostenendo una crescita sostenibile, competitiva ed efficiente sotto il profilo delle risorse. L’obiettivo principale del piano europeo è conseguire la neutralità climatica entro il 2050, intesa come la riduzione a zero delle emissioni nette di gas serra.
Il Green Deal europeo prevede una serrata tabella di marcia fondata su atti di programmazione e azioni strategiche volte a sostenere la transizione a un’economia pulita, coniugando sostenibilità ambientale e avanzamento tecnologico e digitale. Nel gennaio 2020 sono state immediatamente poste le basi finanziarie del progetto, presentando un Piano di investimenti per un’Europa sostenibile, con l’obiettivo di mobilitare almeno mille miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati nel prossimo decennio, e un Fondo per la transizione giusta a favore delle regioni più esposte alle ripercussioni negative della transizione dal punto di vista economico e sociale. In questo ambito, per l’Italia sono state identificate due aree, quella di Taranto e il Sulcis-Iglesiente in Sardegna, che dovrebbero beneficiare di 364 milioni di euro, in grado di mobilitare fino a 4,9 miliardi. Nel marzo 2020, inoltre, l’impegno alla neutralità climatica entro il 2050 è stato tradotto in obbligo giuridico con la proposta di legge europea sul clima. Nella prima metà dell’anno la Commissione europea ha adempiuto alla pubblicazione di diversi atti relativi all’attuazione del Patto europeo per il clima. In particolare, oltre alla già citata legge europea per il clima, segnaliamo l’adozione della strategia industriale europea, la proposta di un piano d’azione per l’economia circolare, la presentazione della strategia “Dal produttore al consumatore”, per rendere l’intero sistema alimentare più sostenibile, e della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 e ’adozione delle strategie per l’integrazione dei sistemi energetici e per l’idrogeno al fine di promuovere un sistema energetico pienamente decarbonizzato, interconnesso ed efficiente. La strategia per l’integrazione dei sistemi energetici, soprattutto, sostiene l’impegno europeo per lo sviluppo delle infrastrutture dell’energia all’insegna della sostenibilità e dell’autonomia strategica dell’Unione. La volontà del policy maker è rompere la visione del sistema energetico come impostato per silos, su catene di fornitura verticali, favorendo, invece, l’integrazione, intesa come la pianificazione e il funzionamento coordinati del sistema energetico nel suo insieme, attraverso più vettori energetici, infrastrutture e settori di consumo. In questo campo, oltre alla riduzione di costo delle tecnologie rinnovabili e alle rapide innovazioni, ad esempio nel settore degli accumuli, un ruolo rilevante è giocato dalla digitalizzazione.