Appalti, i dati dopo un anno di Covid


Articolo
Thomas Osborn

Il 2020 è stato un anno particolarmente complicato anche per gli appalti dei lavori pubblici e, più in generale, per l’intero settore delle costruzioni. Sebbene non si vedano ancora pienamente gli esiti del tanto discusso decreto Semplificazioni, i dati presentati nel nuovo rapporto dell’Osservatorio Cresme, riportati in anteprima dal Sole 24 Ore, mostrano comunque segnali positivi per quel che riguarda i bandi di gara, che evidenziano – nonostante la pandemia – una crescita dell’importo totale per le opere pubbliche.

I DATI SUGLI APPALTI

Nel 2020, pensate, pur in questo contesto economico così difficile, gli appalti, soprattutto di Anas e Rfi, sono cresciuti. Siamo arrivati a un totale di 43,3 miliardi rispetto ai 39,4 del 2019”. Con queste parole il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, è intervenuto in Senato riportando i dati Cresme per rispondere alle critiche sul numero limitato di cantieri avviati e sulla mancata nomina dei commissari straordinari che, come previsto dal decreto Semplificazioni poi convertito in legge, avrebbero il compito di velocizzare l’avvio dei cantieri. L’Osservatorio ha  reso noti i dati che riportano un incremento importante nel valore dei lavori, salito del 9,9% rispetto al 2019. Tuttavia, come denunciato in una nota dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), le stime non riguardano il numero di contratti firmati, che consentirebbero un effettivo avvio dei cantieri, bensì solamente il valore dei bandi di gara. Nel messaggio d’allarme dell’Associazione dei costruttori si evidenzia inoltre il preoccupante calo delle ore di lavoro nel settore, scese del 16,8% nei primi nove mesi del 2020 e del 3,1 su base annua.

IL BOOM DEGLI APPALTI DI FERROVIE

Dall’analisi condotta dal Cresme emerge come dietro la crescita ci sia una sorprendente, e praticamente esclusiva, spinta del gruppo di Ferrovie dello Stato, che rappresenta oltre il 45% del mercato. Il settore ferroviario si è ritagliato il ruolo di assoluto protagonista tra gli enti appaltanti del 2020, promuovendo sul mercato gare di lavori per un valore tre volte superiore a quello del 2019, passando da 4,8 a 13,8 miliardi di euro nonostante gli effetti del Covid sull’economia e sul settore dei trasporti. Le ferrovie Rfi, che nel 2019 costituivano il 12,2% del mercato degli appalti, rappresentano ora poco più del 30% dell’importo complessivamente posto in gara nell’intero 2020. A queste cifre importanti si aggiungono anche i dati degli appalti Anas, anch’essa di proprietà del gruppo FS, che ha pubblicato bandi di gara per 5,7 miliardi con una crescita annua del 32%. La società del settore delle autostrade è risultata particolarmente attiva nell’ultimo mese del 2020 e ha messo a gara 2,4 miliardi, pari a oltre il 40% del valore totale degli appalti mensili.

I CANTIERI APERTI E QUELLI CHE APRIRANNO

La spinta di FS, tuttavia, non risolve le difficoltà dell’intero settore delle costruzioni. Difatti, se dal mercato complessivo venissero esclusi gli appalti ferroviari, anziché crescere del 9,9% scenderebbe del 14,6. Come evidenziato nell’ultimo rapporto mensile dell’Ance, la crescita riportata dal Cresme sembra strettamente legata alla presenza di grandi interventi, mentre risultano essere in grandi difficoltà i lavori sotto i 5 milioni di euro (-10,2% rispetto al 2019).

Con 19 cantieri avviati nel 2020 e altri 22 in arrivo nel corso del 2021, FS probabilmente continuerà a essere protagonista nel settore delle costruzioni anche nell’anno appena iniziato. Forte del sostegno del governo e, in particolare, del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli che ha scongelato i contratti della società, sono previsti potenziamenti di numerose tratte già esistenti, come quella del nodo ferroviario di Genova e dell’asse Verona-Monaco. Ma anche la realizzazione di nuove opere strategiche come l’alta velocità tra Brescia e Verona, la Napoli-Bari e il collegamento del porto di Livorno con l’interporto di Guasticce.

Commentando i dati Cresme per il Sole24Ore, il ministro De Micheli ha inoltre sottolineato l’impegno di un’importante parte dei finanziamenti del Recovery Fund nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture. Si intenderà dare priorità alle infrastrutture del Mezzogiorno tra le quali, ad esempio, spiccherà la realizzazione dell’alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria con un investimento di quasi 2 miliardi di euro.

Dopo la laurea triennale in Economics and Business all’Università LUISS, ha conseguito la laurea magistrale in Economics presso l’Università di Roma Tor Vergata con una tesi sperimentale in Economia del Lavoro su come l’introduzione di congedi di paternità influenzi gli esiti occupazionali ed economici delle madri.

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