Il Policy Brief fornisce uno spaccato dell’economia pugliese in relazione alla congiuntura macro-economica, alla struttura produttiva e alla maturità dello sviluppo digitale della Puglia.
La Puglia ha subito un calo considerevole del prodotto a causa dell’emergenza Covid-19 (-10% su base annuale per i primi sei mesi dell’anno), con una contrazione dell’attività economica in tutti i maggiori comparti produttivi. Ugualmente, hanno registrato un calo sia gli investimenti sia gli scambi: il turismo e il trasporto di merci hanno segnato una flessione importante, nonostante i flussi di passeggeri siano ripresi nei mesi estivi in misura superiore alla media italiana.
Dopo una crescita cospicua nel 2019, le esportazioni regionali hanno sofferto una riduzione prossima al 13%, con il comparto siderurgico a rappresentare buona parte del calo delle vendite estere della regione. Il mercato del lavoro regionale ha risentito in misura ridotta della fase discendente del ciclo economico, in virtù del blocco dei licenziamenti e delle misure di integrazione salariale disposte dal Governo. I distretti industriali pugliesi (la seconda regione del Mezzogiorno e l’ottava in Italia per export distrettuale) hanno riportato una netta contrazione delle vendite estere. I distretti del tessile sono stati particolarmente colpiti, così come la Meccatronica barese, il principale distretto meridionale per export. Al contrario, i distretti dell’agroalimentare hanno presentato performance positive.
A riguardo dell’attività innovativa di impresa, emerge come la Puglia conti 507 imprese iscritte nella sezione delle start-up innovative, seconda regione nel Mezzogiorno e nona in Italia. Tra il 2016 e il 2020, il numero di start-up è cresciuto al ritmo medio annuo del 48%. Si osserva come la provincia di Bari rappresenti la metà delle start-up regionali e, nel complesso, si tratti di imprese dal valore della produzione molto ridotto (inferiore a 100mila euro annui per il 70% del campione).
Per quanto concerne le infrastrutture digitali, gli interventi previsti dall’Agenda Digitale della Regione Puglia si focalizzano su l’implementazione della rete a banda larga e sulla costituzione di un data center regionale. La realizzazione di quest’ultimo è stata affidata alla partecipata InnovaPuglia, con investimenti per €16,7 milioni sul fronte tecnologico e €11 milioni per i servizi di cloud enabling e migrazione. La rete a banda ultra larga raggiunge il 77,0% dei civici delle aree grigie e nere pugliesi con reti NGN (a fronte di una media dell’82,3%). Rispetto alla copertura delle reti VHCN la regione appare più indietro (6,1% dei civici), sensibilmente al di sotto della media nazionale (23,1%).
Per quanto concerne la copertura delle aree bianche (destinatarie di finanziamenti pubblici), la Puglia si trova nel terzo bando, con il risultato che i lavori sono partiti circa due anni più tardi rispetto alle regioni posizionate dei bandi precedenti. Tuttavia, si sottolinea che la partenza nell’ultimo cluster sta permettendo di evitare gli errori commessi dalle regioni che hanno iniziato prima, dando prospettive di crescita maggiori alla Puglia rispetto alle regioni che presentavano un vantaggio iniziale. Forse per questo, la Puglia risulta essere una delle pochissime regioni d’Italia ad aver completato e consegnato tutti i progetti previsti (223).
Per quanto riguarda il 5G, se Bari figura come una delle prime 5 città destinatarie dei progetti di sperimentazioni in Italia – Fastweb e Huawei stanno realizzando congiuntamente il progetto BariMatera5G – si evidenzia che, in linea con i dati del resto del Paese, circa metà delle amministrazioni non ha ancora firmato le concessioni per l’avvio dei lavori e ha altresì adottato ordinanze anti-5G. Sviluppi positivi si rilevano in seguito al DL Semplificazioni, sebbene il problema della mancanza di fiducia sembri persistere.
Di particolare rilievo è anche il progetto “Bari Innovation Hub”, una delle cinque Case delle Tecnologie Emergenti finanziate dal MiSE, sebbene emerga la necessità di nuovi e più ampi investimenti che garantiscano uno sviluppo uniforme nel territorio regionale. Per quanto concerne la digitalizzazione della PA, l’analisi mostra che i comuni pugliesi nel quale il personale è stato coinvolto in attività formative ICT sono il 7,1% del totale contro una media nazionale del 16,2%. Circoscrivendo l’analisi alle città metropolitane si osserva che il tasso di digitalizzazione di Bari sia significativamente al di sopra rispetto alla media regionale, a riprova del trend evidenziato in precedenza.
Un ultimo cenno va al quadro normativo, per il quale sarebbe auspicabile un’evoluzione in termini di sensibile snellimento: si pensi che ad oggi, nel settore delle telecomunicazioni, devono essere richiesti in media sette permessi per ciascun comune e occorrono 210 giorni per avviare gli impianti.