Auto, calano le immatricolazioni. Ma cresce l’elettrico


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Michele Masulli
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Calano le immatricolazioni di auto. Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, rispetto alle 155.867 autovetture immatricolate nel gennaio 2020, ci si è fermati a 134.001 un anno dopo, con un calo del 14%. Secondo l’opinione degli operatori, i due giorni lavorativi in meno nel mese e le limitazioni alla libera circolazione dovute al contrasto della pandemia hanno attenuato l’effetto degli ecobonus varati con l’ultima manovra finanziaria, per i quali, tra l’altro, è stato avviato in ritardo il portale per la richiesta. Si evidenzia, inoltre, che la comparazione è con un dato ante-crisi, in quanto la pandemia ha colpito il mercato dell’auto a partire dal mese di marzo. Ad evitare il crollo del settore ha sicuramente contribuito il pacchetto di incentivi per le auto con emissioni di CO2 fino a 60 gr/km e per le vetture Euro 6 di ultima generazione ad alimentazione tradizionale e con emissioni non superiori al 135 gr/km di CO2, questi ultimi già in via di esaurimento.

La flessione del mercato non ha riguardato tutte le tipologie di alimentazione. Seguendo le elaborazioni Unrae, emerge come le auto a benzina, a diesel e metano abbiano sofferto la contrazione maggiormente significativa. Le prime hanno registrato un calo del 33% (48.487 immatricolazioni contro 72.642) e le seconde del 31 (36.302 contro 52.700). Anche le auto a metano hanno segnato un -33%, seppure su valori molto più contenuti (2.744 immatricolazioni contro 4.123). Le auto alimentate a Gpl hanno riportato altresì una flessione pari al 15% (8.185 contro 9.626). Al contrario, l’elettrico conosce crescite esponenziali. Le plug-in crescono del 179% (3.760 contro 1.345), le ibride elettriche (Hev) del 128% (32.800 contro 14.409) e le elettriche a batteria (Bev) del 28% (2.494 contro 1.945). Cambiano, pertanto, le quote rappresentate dalle varie alimentazioni sul totale delle immatricolazioni.

A proposito delle alimentazioni tradizionali, l’incidenza delle auto a benzina si riduce al 36% dal 46,4% e le auto a diesel si attestano al 26,9% dal 33,6%. Nel settore delle autovetture a gas, le auto a metano scendono a 2% dal 2,6%, mentre quelle a Gpl rimangono stabili poco sopra il 6%. Nel comparto delle elettriche le ibride più che raddoppiano la propria quota (dal 9,2% al 24,3%) e le plug-in la triplicano (2,8% contro 0,9%). Anche le Bev aumentano di peso (dall’1,2% passano all’1,9%). Tra queste, se guardiamo ai modelli, si distinguono la Smart EQ ForTwo e la Fiat 500, più vendute a pari merito, seguite dalla Renault Zoe, dall’Opel Corsa e dalla Peugeot 208.

È possibile, inoltre, verificare l’andamento delle immatricolazioni per i principali gruppi industriali. A gennaio 2021 è Stellantis, il gruppo neonato dalla fusione da FCA e PSA, a presentare il primato con 52.729 unità. Tuttavia, mostra anche un calo su base annuale prossimo al 22%. Si tratta di una contrazione spiegata in parte dal calo dei marchi ex Fca (-23,2%) in parte da quello dei brand ex Psa (-19,6%). Nel complesso, i 14 brand auto del gruppo Stellantis rappresenta una quota del 39,2% sul mercato italiano (contro il 43,1% del gennaio 2020), costituendo pertanto il leader nazionale.

Nelle immatricolazioni seguono a distanza il gruppo Volkswagen con 20.740 unità (-16,5%) e Renault, con 11.857 (-9,4%). Vanno in controtendenza alcune case produttrici, che aumentano le vendite. Segnaliamo, in particolare, Toyota (9.006 unità, +18,4%), Bmw (7.062, +1.5%), Daimler (5.124, +14,5%) e Suzuki (3.459, +21,2%). Tra i brand di lusso, Mercedes, Audi e Bmw crescono rispettivamente del 12,1%, del 3,4% e dell’1,8%.

Oltre alle nuove immatricolazioni, risultano in calo anche i trasferimenti di proprietà delle auto usate. A gennaio 2021, infatti, se ne sono registrati 259.244, con un calo del 23,47% rispetto a gennaio 2020, quando se ne contarono 338.754. Unrae prevede che nel 2021 le immatricolazioni si attesteranno a 1,55 milioni di vetture, segnando una crescita del 12% rispetto al 2020, ma inferiori di ben il 19% rispetto al 2019. Si è pertanto lontani dai livelli pre-crisi.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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