Nelle ultime settimane un intenso dibattito – non privo di critiche – ha interessato la strategia europea sui vaccini. Nei giorni scorsi il presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha riferito di fronte al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria sulla situazione attuale e sui prossimi passi da intraprendere per dare attuazione al piano e garantire l’accesso alle terapie ai cittadini europei.
In particolare, le critiche hanno riguardato le modalità attraverso le quali la Commissione aveva stipulato i contratti con le aziende farmaceutiche, oltre al dettaglio del programma vaccinale, considerato troppo lento, soprattutto di fronte al diffondersi delle nuove varianti del Covid-19. I dubbi sono sorti anche sui tempi di sperimentazione e approvazione dei vaccini, rallentati in particolar modo dall’articolata cornice normativa che regola la materia.
Per rispondere a queste criticità, la Commissione ha annunciato una serie di iniziative per rafforzare la capacità dell’Unione di rispondere rapidamente all’impasse presente ed evitarne ulteriori in futuro. Le azioni annunciate coinvolgeranno in primis il commissario per il Mercato interno e l’industria, Thierry Breton, e il commissario alla Salute, Stella Kyriakides. Von der Leyen ha da un lato annunciato la creazione di una task force per aumentare la capacità di produzione dei vaccini nel continente sotto l’autorità del commissario Breton mentre dall’altro ha incaricato parallelamente il commissario alla Salute di lavorare all’introduzione di nuovo quadro normativo che permetta all’EMA di ridurre i tempi di approvazione dei vaccini.
Nonostante le critiche, il presidente della Commissione ha tuttavia difeso la strategia promossa dall’Unione, che mira a centralizzare l’azione, garantendo un coordinamento nell’acquisto dei vaccini a nome degli Stati membri, e a evitare problemi di concorrenza e aumento dei prezzi all’interno dello stesso mercato unico.
La Commissione si è inoltre impegnata alla creazione di un gruppo di contatto permanente tra esecutivo e Parlamento, una sorta di garante che monitori l’azione della Commissione e i contratti da essa siglati. È stato questo il punto di incontro tra le istituzioni: il Parlamento aveva lamentato una gestione poco trasparente da parte della Commissione relativamente ai rapporti con le aziende farmaceutiche e i relativi contratti per l’approvvigionamento dei vaccini. Nonostante tali critiche, i principali gruppi politici riuniti in plenaria hanno comunque ribadito il proprio supporto alla Commissione europea.
“Non siamo dove dovremmo essere”, ha detto Ursula Von der Leyen, che ha confermato tuttavia l’impegno della Commissione ad arrivare alla vaccinazione del 70% della popolazione europea entro l’estate. Secondo i dati riferiti in Parlamento, da dicembre sono state distribuite 26 milioni di dosi e sono state vaccinate più di 70 milioni di persone in tutta Europa. Maggiore trasparenza e collaborazione inter-istituzionali saranno le parole chiave che guideranno la condotta della Commissione nei prossimi mesi, ha sottolineato ancora Von der Leyen, con l’obiettivo ultimo di rispettare gli impegni presi nei confronti dei cittadini nella lotta al coronavirus.