Il ministero della Salute – in collaborazione con la struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, l’Agenzia italiana del farmaco, l’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – ha elaborato un documento dal titolo “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19” che aggiorna le categorie a cui offrire la vaccinazione e l’ordine di priorità per l’attuazione della fase 2 del Piano strategico dell’Italia per la vaccinazione anti-Covid. Il documento ha ricevuto il parere positivo del Consiglio superiore di sanità ed è stato oggetto di un confronto con il presidente e alcuni componenti del Comitato nazionale di bioetica.
A oggi sono tre i vaccini che hanno ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio. In particolare, l’Unione europea – a seguito di raccomandazione da parte dell’European Medicines Agency (EMA) – ha autorizzato i vaccini Pfizer/BioNTech il 21 dicembre 2020, quello Moderna il 6 gennaio 2021 e, infine, quello prodotto da AstraZeneca il 29 gennaio 2021.
L’Agenzia italiana del farmaco ha approvato tutti e tre i vaccini e ha suggerito, sulla base delle evidenze di efficacia, un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero (mRNA) nei soggetti anziani o a più alto rischio di sviluppare una malattia grave. Al contrario, l’indicazione per il vaccino AstraZeneca resta preferenziale per la popolazione tra i 18 e 55 anni di età e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi. Quindi sono state individuate sei categorie di persone che, in ordine di priorità, verranno vaccinate.
Quali sono, dunque, i sei nuovi gruppi di popolazione ritenuti prioritari? La prima categoria, che sarà vaccinata con vaccini Pfizer o Moderna, è costituita da persone estremamente vulnerabili, intese come affette da condizioni che per danno d’organo pre-esistente, o che in ragione di una compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2, hanno un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19. Nello specifico, il vaccino potrà essere somministrato a partire dai 16 anni di età (per i soggetti di 16 e 17 anni di età l’unico vaccino attualmente indicato è Comirnaty, cioè il vaccino di Pfizer/BioNTech) mentre il numero stimato di persone interessate è di 2.083.609.
Le categorie due e tre comprendono tutte le persone di età compresa, rispettivamente, tra i 70 e i 74 anni e tra i 75 e i 79 anni. Anche in questo caso si ricorrerà ai vaccini Pfizer o Moderna. Al primo gruppo appartengono 2.644.013 di persone mentre al secondo 3.324.360.
Nella categoria quattro sono inclusi tutti gli individui con aumentato rischio clinico se infettate da SARS-CoV-2 a partire dai 16 fino ai 69 anni di età. Le patologie prese in considerazione sono le stesse della prima categoria (quelle estremamente vulnerabili), ma il livello di gravità considerato è più basso, oltre a essere associato a una età anagrafica inferiore ai 70 anni (gli over 70 saranno, a questo punto, già stati vaccinati). In questo caso, le persone interessate sono 5.845.447.
La quinta categoria include le persone di età compresa tra i 55 e i 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico. Nella fascia di età compresa fra 60 e 69 anni il tasso di letalità di coloro che vengono infettati risulta pari al 3%. Nella fascia di età compresa fra i 56 e 60 anni il tasso di letalità da settembre 2020 di coloro che sono stati infettati risulta pari a circa il 0,5%. Per queste categoria sono state stimate 11.901.855 persone e anche in questo caso verrano utilizzati i vaccini a mRNA (Pfizer o Moderna).
La sesta e ultima categoria, che usufruirà del vaccino AstraZeneca, comprende coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e 54 anni, senza condizioni che aumentano il rischio clinico. Ci rientrano in ordine di priorità: il personale scolastico e universitario docente e non docente, le Forze armate e di Polizia (Forze Armate, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, etc.), chi lavora o si trova nei penitenziari (Polizia penitenziaria, personale carcerario, detenuti), i lavoratori dei luoghi di comunità (civili, religiosi, etc.) e, successivamente, il personale coinvolto in altri servizi essenziali.
Alla luce dell’approvazione del vaccino di AstraZeneca e delle indicazioni fornite dall’Aifa, durante la seconda fase di vaccinazione si procederà a vaccinare soggetti di età compresa tra i 18 e i 54 anni che non siano portatori di una patologia concomitante. Tra essi il filo conduttore per stabilire chi avrà maggiore priorità di somministrazione sarà il setting a rischio (come penitenziari, luoghi di comunità e altri servizi essenziali). A seguire si procederà con il resto della popolazione.