Vaccini, l’impegno Ue contro le fake news


Articolo
Irene Giuntella
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Le fake news non risparmiano neanche i vaccini e l’Ue tenta di correre ai ripari chiedendo a cittadini, società civile e piattaforme digitali di unire le forze per contrastare le notizie false e fuorvianti soprattutto riguardo i vaccini e la pandemia.

In generale, negli ultimi mesi l’esecutivo Ue ha promosso l’impegno delle grandi piattaforme web, firmatarie del codice di condotta contro la disinformazione, Google, Microsoft, Tik Tok, Facebook, Twitter e Mozilla. Secondo Bruxelles, i giganti del web dimostrano di aver compiuto progressi nella lotta contro le fake news e le informazioni fuorvianti sul coronavirus e i vaccini, migliorando l’attività di fact checker.

Secondo l’ultimo rapporto, pubblicato dalla Commissione Ue, sull’impatto delle azioni intraprese dalle piattaforme, Google ha ampliato la sua funzione di ricerca fornendo informazioni e un elenco di vaccini autorizzati nella località dell’utente in risposta a ricerche correlate, in 23 paesi dell’Ue. Mentre TikTok ha applicato il tag del vaccino Covid-19 a oltre cinquemila video nell’Ue. Microsoft ha co-sponsorizzato la campagna #VaxFacts lanciata da NewsGuard, che offre un’estensione del browser gratuita che protegge dalla disinformazione dei vaccini contro il coronavirus.

Anche Mozilla ha riferito che i contenuti provenienti da fonti autorevoli, curati dalla sua applicazione Pocket (read-it-later) hanno raccolto oltre 5,8 miliardi di interazioni in tutta l’Ue. Solo a dicembre Google ha sospeso oltre 1.800 account con informazioni false sui vaccini e la pandemia.

Nello stesso mese, in Italia Tik Tok ha registrato 87 video con false informazioni sanitarie e 303 video con violazioni riguardanti la pandemia. Sempre a dicembre TikTok ha riportato un calo nelle visualizzazioni dei video, etichettati per contenuti falsi sul Covid-19, diffusi in Italia, in Spagna, in Francia, in Germania. Mentre Microsoft ha impedito la visualizzazione di oltre 323 mila inserzioni ingannevoli sul coronavirus e i vaccini nell’Ue.

“Abbiamo convenuto che la cooperazione deve essere rafforzata tra le autorità pubbliche e le piattaforme online al fine di identificare meglio la disinformazione e promuovere notizie che provengono dalle autorità sanitarie”, ha detto la commissaria per la Trasparenza, Vera Jourova, dopo aver incontrato, questa settimana, i rappresentanti di Tik Tok, Facebook, Google, Twitter e YouTube.

“La diplomazia dei vaccini è accompagnata da ondate di propaganda da parte di attori stranieri”, ha affermato Jourova, che poi ha aggiunto: “Viviamo in un’emergenza sanitaria globale e le informazioni possono salvare vite umane. Possiamo avere successo solo unendo le forze”.

Secondo la task force Ue contro la disinformazione, EUvsDisinfo, negli ultimi mesi la propaganda di media pro Cremlino si è focalizzata su una campagna di esaltazione del vaccino di produzione russa, Sputnik V. In particolare, alcuni siti russi, secondo quanto raccolto da EUvsDisinfo questa settimana, sostengono che “l’Alto rappresentante degli Affari esteri Ue, Josep Borrell non può criticare la Russia perché l’Europa ha bisogno dello Sputnik V. Eppure, allo stesso tempo, l’Occidente ignora lo Sputnik V e cerca di complicare il processo di ingresso del vaccino russo sul mercato internazionale”.

Ma EUvsDisinfo chiarisce sul proprio sito la posizione dell’Ue: “L’Unione Europea non è contro il vaccino prodotto dalla Russia e non lo ignora. Affinché qualsiasi medicinale possa essere commercializzato e messo a disposizione dei pazienti nell’Ue, deve prima essere autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema)”.

Inoltre, nelle ultime dichiarazioni Ema ha affermato che “ad oggi non ha ricevuto una richiesta per una verifica o un’autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino (Sputnik V)”.

Irene è Responsabile degli Affari Europei di I-Com – e del Liaison Office di Bruxelles – da febbraio 2021. Arrivata a Bruxelles per uno stage al Parlamento Europeo, ha conseguito un master in giornalismo europeo presso l'Institute des Hautes Etudes des Communicationes Sociales (Ihecs) e un master della Business School del Sole 24 Ore in giornalismo economico, politico e multimediale.

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