Restart Toscana. Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale


Comunicato stampa
I-Com
Credit: Pixabay

Innovazione, Istituto per la Competitività (I‐Com): “Cresce il numero di startup innovative in Toscana. Ma la media nazionale va più veloce

  • Presentato oggi lo studio dell’Istituto per la Competitività (I‐Com) dal titolo “#RestartToscana. Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale
  • Toscana all’8° posto, dopo Piemonte (5,5%) e Sicilia (4,6%) e poco prima della Puglia (4,4%), per numero di start‐up innovative presenti nella regione.

Firenze, 16 aprile 2021. Su un totale di 12.562 start‐up innovative presenti in Italia, il 4,4% è residente in Toscana (558). Una percentuale che fa posizionare la regione all’8° posto, dopo Piemonte (5,5%) e Sicilia (4,6%) e poco prima della Puglia (4,4%). La situazione però cambia se rapportiamo il numero di nuove imprese innovative alla popolazione: la Toscana, in questo caso, scende in 15° posizione, al di sotto della media nazionale. Ciononostante, il numero delle start‐up locali è cresciuto a un ritmo piuttosto sostenuto (+56% in media annua tra il 2015 e il 2020), fino a un massimo di 197 nuove iscrizioni nell’apposito registro l’anno scorso. Se si guarda alle province, a fare la parte del leone è Pisa con 297 start‐up innovative per milione di abitanti, seguita da Firenze (179), Lucca (141) e Siena (136). Nelle ultime posizioni si collocano, invece, Massa‐Carrara (94) e Grosseto (59).

I dati sono contenuti nel Policy Brief dal titolo “#RestartToscana. Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I‐Com) – il centro di ricerca guidato dall’economista Stefano da Empoli – nell’ambito dell’Osservatorio sulle relazioni tra territorio e imprese dell’istituto (ORTI). Lo studio – che si concentra in particolare sui temi del digitale, dell’innovazione e dell’energia – è stato presentato oggi nel corso di un webinar, organizzato con il supporto tecnico di Public Affairs Advisors – a cui hanno preso parte accademici, esperti e rappresentanti delle amministrazioni locali, della politica e del mondo produttivo. L’iniziativa è stata sviluppata in partnership con AchilleS Vaccines, Anpit, Eolo, Estra e Open Fiber.

Il documento contiene anche le previsioni sulla copertura delle reti VHCN (Very High Capacity Network) al 2022. Sebbene ad oggi i dati registrati per questa tipologia di connessione ad alta capacità collochino la Toscana al 18,8% dei civici raggiunti, e quindi al di sotto della media italiana (23,1%), secondo quanto dichiarato dagli stessi operatori durante la consultazione condotta da Infratel, la copertura nella regione entro il 2022 si attesterà all’82,4%, rispetto a una media nazionale attesa, invece, del 76,7%. Nello specifico, sarà possibile raggiungere questo traguardo grazie a un mix tecnologico: la fibra dovrebbe arrivare a coprire il 46,5% dei civici toscani mentre l’FWA ad alta capacità assicurerebbe la disponibilità di reti ultra veloci per il restante 35,9%. Attualmente, invece, dall’ultima copertura rilevata (2019), in questo caso in modalità NGN, emerge che i civici raggiunti nelle aree grigie e nere della Toscana sono il 74,7%. Un dato che ha fatto posizionare la regione al quintultimo posto della classifica nazionale per questo tipo di connessione, al di sotto della media italiana che, invece, si è attestata all’82,3%. A guidare la graduatoria ci sono il Piemonte, l’Umbria e la Liguria.

Se spostiamo il focus dell’analisi a livello di province e città metropolitane, dal documento emerge che la Toscana è presente ben due volte nella classifica delle top 25 per copertura in VHCN. Nello specifico, sono Prato e Firenze i centri urbani che rappresentano la regione in questa speciale graduatoria, rispettivamente al 6° (67,1%) e al 23° (35,7%) posto. A livello nazionale, la città più coperta è Fermo con il 91,8%, seguita da Macerata con l’84,9 e Perugia con l’82,7. Per quanto riguarda le altre province toscane, Siena occupa il 48° posto (17,9%), Pisa il 55° (13,3%), Grosseto il 56° (12,8%), Livorno il 62° (9%), Lucca il 73° (5,6%), Arezzo l’84° (2,2%), Pistoia l’89° (1,1%) e, infine, Massa Carrara il 95° (0,4%).
Diverso il discorso sulle infrastrutture di rete mobile, in cui ricopre particolare importanza il deployment del 5G. In assenza di dati ufficiali sulle aree regionali coperte dalle reti di quinta generazione, dai portali degli operatori è possibile desumere che quasi tutte le province toscane, con l’eccezione di Livorno, siano raggiunte almeno in parte dal nuovo standard.

Infine, il Policy Brief fa il punto sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione. Secondo i dati diffusi dall’Istat, in Italia solo il 27,8% delle sedi delle amministrazioni comunali dispone di una connessione in fibra ottica. Con il 42,7% dei collegamenti, i comuni toscani si posizionano al 5° posto, dietro Valle d’Aosta (94,6%), Friuli Venezia Giulia (90,9%), Emilia Romagna (88,7%) e Trentino (71,3%). Da questo punto di vista, il 55,3% dispone di una connessione superiore ai 30 Mbit/s mentre il 20,2 di una inferiore ai 10 Mbit/s. Ma non è tutto. Solo il 6,6% dei comuni ha a disposizione un collegamento ultra veloce di almeno 1 Gbit/s. Al contrario, segnali incoraggianti arrivano dai dati disponibili sull’utilizzo di servizi digitali avanzati, che permettono alla regione di superare la media nazionale. Tra i più funzionali alle operazioni svolte dalle amministrazioni locali c’è il cloud computing, usato da oltre il 42% dei comuni rispetto al 33,8% registrato su tutto il territorio italiano.

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