Il public procurement in sanità


Policy Brief
I-Com

Il public procurement in sanità e il suo modello di funzionamento – con particolare riferimento all’area del farmaco – è un tema che ritorna ciclicamente nel dibattito sulle prospettive di innovazione del sistema sanitario nazionale.

Si capisce perché è importante evidenziarne le criticità e immaginarne la possibile evoluzione, anche alla luce dell’attuale emergenza che ha confermato la necessità di un modello strategico e attento a bisogni di salute sempre più complessi e personalizzati. La sanità del post-Covid dovrà infatti compiere un salto verso un sistema di approvvigionamenti orientati all’innovazione e sulla capacità di programmazione a lungo termine, capace di creare valore per cittadini, pazienti ed operatori economici. Per gestire la domanda di salute del prossimo futuro occorrerà saper superare le procedure standard, adattare il sistema, comunicare con il mercato di riferimento e integrare i diversi livelli di procurement.

L’emergenza socio-sanitaria che stiamo ancora vivendo ha portato infatti alla luce una molteplicità di aree in cui risulta necessario intervenire al fine di tutelare da un lato la salute dei cittadini e dall’altro l’economia italiana. Durante la crisi un ruolo centrale è stato ricoperto dal procurement sanitario, che nonostante le forti difficoltà iniziali, ha in alcuni casi dimostrato di poter essere utilizzato più agevolmente rispetto al passato. Con il Covid-19 gli acquisti sanitari non sono più ambito di interesse di pochi. Oggi è infatti più diffusa la consapevolezza della loro strategicità e di come le scelte di cosa, come e quando acquistare possano fare la differenza. Negli ultimi venti anni gli acquisti in sanità sono stati oggetto di una incredibile proliferazione di norme e atti a livello locale, in alcuni casi in contrasto tra loro e quindi caratterizzati da alta asimmetria informativa La considerazione che gli acquisti sanitari non riescano a operare come volano per l’innovazione, né per gli operatori economici, né per i pazienti, dipende da diversi fattori.

Innanzitutto, vi è una programmazione sanitaria regionale che vive il procurement come una mera procedura e non come funzione strategica in grado di costituire un punto di raccordo con un mercato che avrebbe tutte le competenze, se adeguatamente stimolato, per fornire risposte piuttosto che semplici beni e servizi. Nel sistema italiano di procurement sarebbe sicuramente utile uno snellimento delle procedure, che possa renderle agili ma controllate, così come anche un incremento della collaborazione tra tutti gli attori del sistema, in un’ottica di valorizzazione dell’apporto di ogni stakeholder.

Il Policy Brief I-Com dal titolo “Il public procurement in sanità. Le sfide per un modello di approvvigionamento strategico” vuole dar conto della normativa alla base del sistema e identificarne le principali criticità con l’obiettivo di fornire alcuni spunti per il loro superamento.

 

Public Affairs e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma, ha lavorato come redattrice per l’agenzia Axia curando approfondimenti e articoli per i mensili Technet ed Atlante su temi di sviluppo sostenibile, responsabilità sociale d’impresa, finanza etica, terzo settore e nuove tecnologie.

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