“Finanziare la transizione. Gli strumenti della finanza verde nel percorso di decarbonizzazione”. E’ questo il titolo del VideoTalk organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) che si è svolto venerdì 28 maggio.
L’iniziativa ha promosso un confronto sulla dotazione di strumenti di investimento e finanziari utili a promuovere la transizione ecologica. Gli obiettivi di neutralità climatica richiedono volumi considerevoli e prolungati di finanziamenti (4.400 miliardi di dollari l’anno secondo le ultime stime IRENA). La Commissione europea, con la Tassonomia sulle attività sostenibili, il regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità dei servizi finanziari e la prossima strategia sulla finanza sostenibile, sta costruendo la cornice normativa per una piena mobilitazione di finanziamenti verdi. L’impegno climatico della Bei e la previsione di una quota del 30% di green bond nel programma Next Generation Eu costituiscono altresì due fattori importanti di crescita, così come l’emissione del primo BTP Green rappresenta una novità molto positiva nel contesto italiano. Tuttavia, è necessario compiere ulteriori passi in avanti.
L’Italia è il sesto Paese europeo per investimenti in obbligazioni verdi, con un valore complessivo tra il 2014 e il 2020 pari a quasi 19 miliardi di dollari (di cui 4,5 miliardi solo nel 2020), ben dietro i principali investitori europei, Francia e Germania, con all’attivo rispettivamente 124 e 93 miliardi di dollari. La prima iniziativa italiana incentrata sulla finanza sostenibile è datata 2016, quando il ministero dell’Ambiente con il sostegno di UNEP-FI (una partnership tra il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e alcuni rappresentanti del mondo finanziario) ha avviato il Dialogo Nazionale per la Finanza Sostenibile. Per dare seguito al lavoro iniziato con il Dialogo e al fine di promuovere e coordinare le azioni proposte, all’inizio del 2018 il ministero ha istituito l’Osservatorio Italiano sulla Finanza Sostenibile, con il compito di promuovere le attività sostenibili dei centri finanziari italiani in collegamento con quelli internazionali, incoraggiare il ruolo della finanza verde a sostegno di una reindustrializzazione sostenibile, integrare nella dimensione nazionale gli sviluppi internazionali relativi alla finanza verde e sostenibile e verificare le possibilità di mobilitazione di capitali privati a favore di uno sviluppo sostenibile.
Dopo una breve introduzione del presidente dell’istituto Stefano da Empoli e del direttore dell’area energia Michele Masulli, è stata la volta delle relazioni di Ivan Faiella (Banca d’Italia) e di Stefano Micossi (Assonime). A seguire il dibattito, in cui sono intervenuti: Marta Bucci (ANIGAS), Luigi De Vecchi (Citi), Nicole Della Vedova (Enel), Elisa Gazzara (ING Italia), Mariagrazia Midulla (WWF Italia), Pietro Pacchione (Elettricità Futura), Leonardo Santi (E. ON Italia), Agostino Scornajenchi (Terna), Marco Spano (Mediobanca), Stefano Verde (Gruppo Hera) e Edoardo Zanchini (Legambiente).
Al termine dell’iniziativa sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni. Nello specifico, hanno preso parte alla discussione Maurizio Delfanti (RSE) e gli onorevoli Emanuela Claudia Del Re, Antonio Misiani e Tullio Patassini.