Certificato Covid Digitale, come funziona (e per quanto tempo è valido) il green pass europeo


Articolo
Maria Vittoria Di Sangro
certificato

Il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria due risoluzioni sul cosiddetto Certificato Covid Digitale dell’Unione europea. La prima, che è rivolta ai cittadini Ue, è stata approvata con 546 voti a favore, 93 contrari e 51 astensioni mentre la seconda, per i cittadini di Paesi terzi residenti nell’Unione, con 553 favorevoli, 91 contrari e 46 astensioni. Dopo la ratifica del Consiglio e l’inserimento del testo nella Gazzetta ufficiale, il “Digital Covid Certificate” sarà attuato dal primo luglio e rimarrà in vigore per i successivi 12 mesi.

Il Certificato Covid Digitale attesterà che una persona è stata vaccinata contro il Coronavirus o ha effettuato un test recente con esito negativo o che è guarita dall’infezione. Sarà rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali (cioè l’ente che ha somministrato il vaccino, l’ospedale dove si è stati curati o il laboratorio che ha effettuato il tampone). Un quadro comune europeo renderà i certificati compatibili e verificabili in tutta l’Unione, oltre a prevenire frodi e falsificazioni.

Ma quanto tempo sarà valida la certificazione? Trattandosi di tre certificazioni distinte, la durata della validità sarà differente. Il Green pass europeo per i vaccinati durerà 9 mesi a partire dal quattordicesimo giorno dall’iniezione, per coloro che sono guariti dall’infezione 6 mesi mentre per chi si è sottoposto a tampone ed è risultato negativo, la validità sarà di 48 ore. Occorre ricordare, però, che il certificato non sarà considerato come una condizione preliminare per la libertà di circolazione né come un documento di viaggio. Semplicemente permetterà a chi ne è in possesso di spostarsi tra i Paesi dell’Unione (e in Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein) senza incorrere in misure restrittive.

La privacy rimane una priorità. Per avere una certificazione univoca, l’Unione europea ha puntato sul Qr code, nel quale è registrato il certificato da caricare sullo smartphone (in versione cartacea per chi non ha un dispositivo che lo consente) e la firma digitale rilasciata dall’autorità nazionale che attesta la validità della vaccinazione o del test. Quindi i Green pass emessi dal singolo Paese verranno inseriti nel Gateway, la piattaforma comunitaria che raccoglie i dati di tutti i certificati.

Le persone potranno tornare così a varcare i confini degli Stati, ma i dati sanitari resteranno conservati e protetti nel Paese d’origine. Salva quindi la privacy, non ci sarà un data-base europeo. Con il Qr code, leggibile automaticamente ai varchi di frontiera o degli aeroporti, sarà possibile accedere solo al codice identificativo della vaccinazione o del test negativo, al nome e cognome del titolare del certificato e alla sua data di nascita.

Il regolamento del certificato prevede che gli Stati dell’Ue non impongano ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”, fermo restando che salute e confini sono di esclusiva competenza nazionale. Le eventuali misure dovranno comunque essere notificate con 48 ore di anticipo agli altri Stati membri e alla Commissione, mentre il pubblico dovrà essere informato con un preavviso di 24 ore. Qualsiasi decisione dovrà sempre tenere rigorosamente in considerazione i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Il Parlamento ha dato il via al ripristino della libera circolazione e a uno Schengen pienamente funzionale”, ha dichiarato il presidente della commissione per le Libertà civili lo spagnolo Juan Fernando López Aguilar. Che ha poi rassicurato: “Il certificato Covid digitale dell’Ue garantirà viaggi sicuri e coordinati quest’estate“.

Inoltre, tutti i Paesi europei saranno obbligati ad accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per i vaccini autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA), mentre saranno liberi di decidere se accettare anche i certificati autorizzati secondo le procedure nazionali o per i vaccini elencati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’uso d’emergenza.

Intanto l’Italia, che di fatto si è portata avanti con l’attivazione del Green pass nazionale (costituito dalle certificazioni cartacee di avvenuta vaccinazione, guarigione o del tampone negativo), ha già superato i test tecnici. Sarà tra i primi Paesi, assicurano da Bruxelles, pronti a rilasciare il certificato che permetterà a chi è vaccinato, negativo o guarito dal Covid-19, di viaggiare nell’area Schengen, evitando le quarantene o altre misure restrittive. L’Italia sta anche accelerando: il Green pass allineato al sistema Ue, secondo il ministro Vittorio Colao, arriverà forse anche prima del 1° luglio sull’app IO.

Nata a Roma nel 1997, Maria Vittoria Di Sangro ha iniziato i propri studi mossa dalla curiosità per le lingue e le culture straniere. Una passione, questa, che l’ha portata a vivere numerose esperienze formative all’estero.

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