Il risparmio e le esportazioni sono i pilastri alla base della forza economica e sociale del Paese su cui, secondo il presidente della Consob, Paolo Savona, l’Italia deve poggiarsi per la ripresa post-pandemica. In un’ottica di rilancio dell’economia, particolare attenzione deve essere rivolta alla finanza digitale e alla sua ascesa, specialmente sul versante delle criptovalute, strumenti che, in assenza di regolamentazione, potrebbero rappresentare un elemento di forte instabilità per il mercato mobiliare.
Il discorso del presidente della Commissione di vigilanza sulla Borsa in occasione dell’incontro annuale con il mercato finanziario ha avuto come tema centrale la tutela del risparmio in un momento critico, ma di ripartenza, per il Paese, che nel pieno della campagna vaccinale si prepara ad uscire dalla crisi sanitaria.
D’altronde il 2020 è stato un anno particolarmente duro per l’economia italiana, uno dei peggiori vissuti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ciononostante, dopo la caduta del Prodotto interno lordo a fronte del fermo della produzione, da inizio 2021 si sono mostrati i primi segnali di ripresa. Ovviamente, è compito delle autorità pubbliche sostenere il processo di rilancio facendo perno sui punti di forza dell’economia nazionale.
Il risparmio rappresenta, secondo Savona, un fondamentale elemento per la ripartenza. Nel corso degli ultimi mesi è aumentato del 50% ma, fatta eccezione per le risorse investite in società quotate, il relativo rendimento è stato pressoché nullo. A tal riguardo viene stimato che se queste risorse fossero state messe a reddito, una remunerazione pari all’1%, avrebbe portato alle famiglie un guadagno di circa 30 miliardi di euro, ovvero il 2% del PIL. L’ancoraggio del risparmio alle attività reali, le cui dinamiche sono fortemente segnate dall’andamento delle esportazioni, mostra anche come il commercio estero debba costituire un elemento cruciale per l’Italia nel prossimo futuro.
Tuttavia, il cuore dell’intervento del professor Savona, ha riguardato il fintech e in particolare le criptovalute. Sono tra 4 e 5 mila le cryptocurrency in circolazione sul web e la volatilità legata al loro potere di acquisito richiama l’attenzione delle autorità finanziarie. Secondo il presidente della Consob, “il fatto che un solo Bitcoin abbia avuto di recente la possibilità di acquistare un’auto elettrica di grossa cilindrata e poco dopo abbia perso la metà del suo potere di acquisto” rappresenta la dimostrazione dell’instabilità che questi strumenti sono in grado di portare sul mercato mobiliare. Tanto da richiamare lo spettro della crisi dei mutui subprime del 2008, specialmente se si pensa che a seguito della pandemia la Consob ha oscurato 267 siti web che raccoglievano risparmi in maniera illecita.
Da quanto riportato nel discorso del presidente Consob, un primo elemento di instabilità deriva dal fatto che, nell’istante in cui queste valute digitali vengono create, non sono dotate di potere di acquisto, dal momento che non poggiano, all’emissione, su un rapporto di debito e credito. Tuttavia, queste generano un rapporto da poter iscrivere in partita doppia solo successivamente ad un’operazione di scambio, che realizza l’aspettativa che qualcuno accetti la criptovaluta come mezzo di pagamento. Inoltre, la tecnologia blockchain usata per gli scambi di cryptocurrency, aggiunge un ulteriore elemento di opacità sul mercato, poiché la sua impenetrabilità preclude la vigilanza sia privata che pubblica.
In questo senso la proposta avanzata da Savona è quella di utilizzare le stesse tecnologie su cui la nuova finanza digitale fa perno. “L’attitudine favorevole alle nuove tecniche va accompagnata con norme chiare sulla nascita e sugli scambi degli strumenti criptati e sui loro intrecci tra attività/passività monetarie e finanziarie tradizionali” ha concluso il presidente Consob. E ciò a prescindere che “siano esse già digitalizzate o meno, come guida indispensabile per gli operatori che gestiscono la liquidità e i risparmi”.