“La proximity care nell’era post-Covid“. Questo il titolo del Video Talk che l’Area Innovazione dell’Istituto per la Competitività ha realizzato lo scorso 1 luglio 2021 per parlare del ruolo che la sanità di prossimità – cioè radicata sul territorio – dovrà avere nell’immediato futuro, anche alla luce dell’emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo. Portare al centro la proximity care, scegliere gli strumenti prioritari attraverso cui farlo, e ripensare l’organizzazione dell’assistenza territoriale sono ormai imperativi dai quali il sistema non può e non potrà più prescindere. Allo stesso tempo sarà necessario ragionare sul ruolo delle regioni nel governo della sanità, che nonostante esempi virtuosi ha evidenziato molti colli di bottiglia, generando nel sistema non poche iniquità.
Il peggioramento delle condizioni di salute di persone in condizione di particolare fragilità, cui la pandemia ha di fatto concorso, è dimostrato dall’aumento di altre cause di morte rispetto alla media registrata nel periodo 2015-2019, quali demenze (+49%), cardiopatie ipertensive (+40,2%) e diabete (+40,7%). Inoltre, è utile ricordare che ha dato vita al fenomeno della sanità sospesa: la rinuncia alle cure da parte dei pazienti non-Covid è in aumento del 40% rispetto al 2019, nel 2020 circa il 10% dei cittadini ha rinunciato alle cure, quasi la metà a vario titolo per causa del Covid-19. Nel corso nel 2020 il Covid-19 ha avuto un impatto significativo anche sul numero di nuove diagnosi e trattamenti, oltre che sulle richieste di visite specialistiche ed esami in tutte le principali aree terapeutiche (patologie respiratorie, cardiovascolari, cardio metaboliche e oncologiche) e a questo si aggiungono i forti ritardi nei programmi di screening oncologico già denunciati dall’Osservatorio Nazionale Screening (ONS). Da maggio del 2020 le attività di prevenzione sono ripartite ma purtroppo i ritardi ancora non sono stati colmati. Tutto questo genera un allarme di alto rischio di peggioramento delle condizioni di salute della popolazione nel prossimo futuro, in particolare a causa di un aumento più rapido del previsto del burden of disease in particolare legato alle malattie croniche ed oncologiche e all’invecchiamento della popolazione. Questo pone una sfida molto importante in capo al sistema sanitario nazionale: si tratta di intervenire rapidamente per il recupero di quanto è stato sinora perso, per rafforzare il sistema della prevenzione e per riorganizzare un servizio sanitario nazionale che sia in grado di affrontare le emergenze future garantendo l’equo accesso all’assistenza e alle cure.
Per rispondere alle caratteristiche emergenti della nuova domanda di salute è dunque emersa con forza la necessità di potenziare le attività di prevenzione, diagnostica e riabilitazione territoriale, nonché tutta l’offerta di assistenza domiciliare. Il mandato era già chiaro dopo poco tempo dall’inizio della fase di emergenza sanitaria in Italia: passare da una sanità di attesa a una sanità multipolare e di iniziativa, puntando sulle tecnologie digitali, sul lavoro in equipe multidisciplinari e multiprofessionali, su organizzazioni aperte e flessibili capaci di uscire dalla delimitazione funzionale di una struttura fisica. Tutto ciò, oggi forse ripetitivo, era in effetti già emerso a febbraio-marzo 2020, quando i professionisti sanitari hanno lanciato un preciso grido di allarme riguardante l’impossibilità di una risposta efficace all’espandersi della fascia di popolazione più fragile, e tipicamente multi-cronica, mediante un’offerta di assistenza sbilanciata, in alcune regioni più che in altre, sui servizi mirati alle acuzie che trovano la propria ragione nel setting ospedaliero.
Ecco quindi perché il futuro della sanità in Italia non dipende solo dalle risorse, che sono previste nel piano Next Generation Eu, ma piuttosto dall’effettiva capacità di implementare progetti e strategie.
Il Video Talk è stato aperto dai saluti del presidente I-Com Stefano da Empoli, cui ha fatto seguito un keynote speech del dirigente medico e rappresentante per l’Agenas – Area Monitoraggio Reti Cliniche e Sviluppo Organizzativo Alice Borghini.
Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri: il segretario nazionale di FNOMCeO Roberto Monaco, il presidente nazionale di Federfarma Marco Cossolo, il segretario generale della FAVO Elisabetta Iannelli, il presidente di Salutequità Tonino Aceti, il segretario regionale di Cittadinanzattiva Campania Lorenzo Latella, il professore di Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Giuseppe Turchetti e la senatrice Pd e vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità Paola Boldrini.
Ha moderato l’incontro il direttore dell’Area Innovazione I-Com Eleonora Mazzoni.