Nei prossimi mesi le famiglie italiane, e più in generale quelle di buona parte dei Paesi europei, si troveranno a far fronte a un rilevante aumento del costo delle bollette energetiche. La motivazione di questo incremento è legata principalmente all’esplosione dei prezzi delle materie prime nel periodo post-Covid. Un caso, ad esempio, è quello del gas naturale, ovvero la principale fonte di produzione di energia elettrica italiana. Nel trimestre appena trascorso il Prezzo Unico Nazionale (PUN) è risultato in aumento del 25% rispetto al trimestre precedente e del 200% rispetto allo stesso periodo del 2020. In valori assoluti il valore medio di un milliwattora (MWh) è passato dai 24,8 euro agli oltre 74 per unità.
A questo punto però ci si chiede perché il costo delle materie prime abbia cominciato a salire in maniera così repentina. La ragione principale è che la produzione e i consumi stanno tornando a livelli pre-Covid e, di conseguenza, anche la domanda di energia è tornata a crescere. Questa tendenza però si scontra con le politiche dell’Unione europea in materia ambientale, che disincentivano fortemente gli investimenti in combustibili fossili. In particolare, a pesare è l’aumento del prezzo dei permessi di emissione ETS, che nel mese di maggio 2021 si sono attestati a circa 50 euro per tonnellata di CO2 e che sono previsti in crescita. Nonostante i forti investimenti degli ultimi anni, le fonti rinnovabili non sono ancora in grado di rispondere alle esigenze di un mondo che diventa sempre più energivoro. Di conseguenza, mentre la domanda aumenta a ritmi elevatissimi, l’offerta continua a ridursi causando un corto circuito in cui a rimetterci sono purtroppo i consumatori finali.
Per quanto riguarda l’entità degli aumenti, l’Arera ha stimato che per la “famiglia tipo” italiana nel mercato tutelato le bollette elettriche, nell’anno che va dall’1 ottobre 2020 al 30 settembre 2021, cresceranno del 12% rispetto ai 12 mesi precedenti. La spesa media dovrebbe quindi raggiungere in valori assoluti i 559 euro annui, ovvero 62,4 euro in più.
In questo contesto è invece positiva l’attivazione definitiva da luglio dell’automatismo che permette ai nuclei familiari con ISEE non superiore a 8.250 euro (o 20.000 se si ha più di tre figli) di avere accreditato direttamente nelle bollette il bonus sociale di sconto. L’attuazione di questo provvedimento è stata possibile grazie alla collaborazione tra INPS e Acquirente Unico e permetterà alle famiglie in difficoltà di accedere con molta più facilità al contributo. Secondo quanto diffuso dall’Arera, i due terzi degli aventi diritto, forse perché non informati, non hanno mai presentato la domanda. In questo modo sarà possibile invece raggiungere circa 3 milioni di nuclei familiari. Per quanto riguarda le imprese, l’autorità ha invece prorogato anche per il mese di luglio la misura, già attiva nei tre mesi precedenti, contenuta nel decreto Sostegni bis che prevede uno sconto per gli utenti a bassa tensione non domestici.