La Commissione europea ha compiuto ulteriori passi in avanti verso il lancio di green bond utili ad alimentare il Next Generation Eu. Già al momento della definizione del piano di finanziamento del programma europeo di ripresa dalla crisi Covid-19 erano stati definiti alcuni obiettivi fondamentali. In particolare, si stabiliva di raccogliere sui mercati circa 800 miliardi entro il 2026, a un ritmo di 150 miliardi circa l’anno, attraverso titoli di durata variabile da 3 a 30 anni (ma è anche prevista l’introduzione di obbligazioni con scadenza inferiore all’anno). Si prevedeva, inoltre, che il 30% del totale fosse finanziato attraverso l’emissione di green bond: un volume tale da far diventare l’Unione europea il maggiore emittente di obbligazioni verdi al mondo.
Quello dei green bond è un ambito in cui l’Ue già primeggia, tanto che nel Vecchio continente rappresenta lo strumento più diffuso per raccogliere sui mercati risorse per sostenere il percorso di transizione ecologica. Se guardiamo ai dati della Climate Bonds Initiative, emerge come tra il 2014 e il 2020 465 miliardi circa di dollari di obbligazioni verdi siano stati emessi nell’Ue, quasi il doppio rispetto al Nord America e all’area Asia-Pacifico.
La leadership europea nel settore è stata conseguita in virtù di un’intensa iniziativa legislativa che, almeno a partire dall’Action Plan on Sustainable Finance del 2018, ha visto la pubblicazione di numerosi atti volti a fissare standard comuni, introdurre linee guida, stabilire obblighi di trasparenza e informativa in materia ESG, classificare investimenti sulla base di criteri di sostenibilità. In ultimo, come previsto dall’European Green Deal, si è arrivati a luglio scorso a dare vita a una nuova “Strategia per finanziare la transizione a un’economia sostenibile”.
L’emissione di green bond per il Next Generation Eu rientra quindi in un quadro organico di azioni di irrobustimento della finanza verde all’interno dei confini europei. In questo contesto, la Commissione è arrivata a dare il via libera a un quadro di riferimento per le obbligazioni verdi sottoposto a valutazione indipendente. Esso ha lo scopo di garantire gli investitori contro il rischio di greenwashing, assicura, cioè, che i fondi raccolti attraverso i questo tipo di obbligazioni vengano destinati a progetti di decarbonizzazione e che la Commissione riferisca a riguardo del loro impatto ambientale.
In particolare, i proventi dei green bond saranno impiegati per finanziare la quota di Recovery and Resilience Facility destinata alla transizione energetica. Il regolamento che istituisce il dispositivo di ripresa e resilienza stabilisce che una percentuale pari ad almeno il 37% dei Piani nazionali di ripresa e resilienza di ogni singolo Stato membro venga impiegata per conseguire gli obiettivi dello European Green Deal. I Paesi Ue, quindi, saranno tenuti a riportare alla Commissione i dati riguardanti le spese green effettuate e l’esecutivo Ue, in questo modo, potrà rendere conto agli investitori mostrando come i proventi delle obbligazioni verdi siano stati impiegati per conseguire obiettivi di sostenibilità.
Nello specifico, la comunicazione delle informazioni sarà declinata nelle nove categorie descritte nel quadro di riferimento. Tra queste, sicuramente energia rinnovabile, efficienza energetica e trasporti e infrastrutture pulite costituiscono la gran parte, ma vengono comprese anche le spese per attività di ricerca e innovazione e tecnologie digitali che supportino la transizione, quelle per l’adattamento al cambiamento climatico, per la gestione dell’acqua e la tutela della natura e delle biodiversità.
Il quadro di riferimento dei green bond Next Generation Eu è stato definito in conformità con lo standard dell’International Capital Market Association (ICMA) ed è stato sottoposto alla revisione di ESG Vigeo Eiris, società di Moody’s ESG Solutions. Compiuti questi adempimenti, la Commissione avvierà la prima emissione di green bond. A riguardo, invece, della generalità dei titoli che rientrano nel piano di finanziamento del Next Generation Eu, la Commissione emetterà nel 2021 obbligazioni a lungo termine per circa 80 miliardi di euro e buoni dell’Ue a breve termine per decine di miliardi di euro. Questi ultimi saranno emessi esclusivamente tramite aste, a partire dal 15 settembre e due volte al mese. Per le obbligazioni, invece, si prevedono un’asta e un’emissione sindacata al mese.