L’obiettivo della scuola quest’anno è uno solo: garantire le lezioni in presenza. Dopo l’esperienza degli ultimi due anni, profondamente segnati dalla pandemia, il governo ha le idee chiare: occorre tornare sui banchi di scuola e, soprattutto, farlo in sicurezza.
Le risorse investite sono state molte e hanno avuto diverse finalità: affrontare l’emergenza sanitaria, migliorare il trasporto scolastico, assumere insegnanti, permettere interventi di edilizia leggera e, da ultimo, è arrivato anche il piano di screening. Senza dimenticare il Piano scuole connesse che, già previsto nell’ambito del Protocollo di intesa tra il ministero dell’Istruzione e quello dello Sviluppo economico nel 2015, ha trovato concreta applicazione solo lo scorso anno, col decreto del ministro dello Sviluppo economico del 7 agosto 2020.
L’obiettivo, al quale sono stati destinati oltre 400 milioni di euro, è quello di fornire a circa 35.000 edifici scolastici un servizio Internet basato su connettività di 1 Gbit/s in accesso per ogni struttura. In realtà, solo 27.000 scuole sono attualmente nella fase operativa (ossia quelle attivate, in lavorazione o obbligatorie da bando), di cui circa i tre quarti sono scuole primarie, di primo grado e dell’infanzia.
Il Piano dovrebbe essere completato entro il 2023. I tre operatori a cui Infratel ha affidato la realizzazione di connessioni FTTH a 1 Gbps (Fastweb, TIM e Intred) in gran parte delle regioni avevano parlato dell’attivazione dei servizi per oltre 5.000 istituti entro settembre. Tuttavia, in base ai dati comunicati da Infratel, a fine agosto la fibra ottica risultava portata in sole 2.072 scuole (1.676 con intervento Infratel e 396 con intervento delle società regionali). A guardare i dati precedenti, si viaggia a un ritmo di quasi 700 scuole al mese.
Se guardiamo, poi, ai dati per regione, il maggior numero di scuole con servizio attivo (369) si è raggiunto in Puglia, che presenta anche la percentuale più alta (23,1%), dopo la Valle d’Aosta. A preoccupare, però, sono le altre regioni meridionali, dove si registrano risultati davvero esigui rispetto agli obiettivi fissati. In meno dell’1% delle scuole previste nel Piano per Sardegna, Basilicata e Calabria è stata portata la fibra, con numeri assoluti veramente bassi: 5 scuole per la Sardegna, 3 per la Basilicata e 11 per la Calabria. Anche nelle altre regioni del Sud non si va oltre il 5,4% della Sicilia, per un totale di 128 scuole, ben lontane dalle quasi 2.400 totali previste dal Piano e, comunque, al di sotto della media italiana (7,7%).
Occorre senza dubbio dare un’accelerata, soprattutto se il Piano mira a ridurre le disuguaglianze tra il Nord e il Sud del Paese e a dare seguito all’ormai improcrastinabile intento di digitalizzare la scuola italiana. Una digitalizzazione che naturalmente passa non solo dalla connettività, come testimonia il bando pubblicato pochi giorni fa dal ministero dell’Istruzione “Digital board: trasformazione digitale nella didattica e nell’organizzazione”, che prevede risorse complessive pari a 455 milioni di euro. Il bando, che scadrà il prossimo 1 ottobre, è finanziato con fondi europei stanziati nell’ambito dell’iniziativa React Eu che potranno essere utilizzati per l’acquisto di monitor digitali interattivi touch screen per le classi e di attrezzature informatiche per la digitalizzazione delle segreterie.