Pnrr e digitale, quali obiettivi per il 2022


Approfondimento
Lorenzo Principali
Credit: Tumisu/Pixabay

Le diverse valutazioni in merito al concreto raggiungimento degli obiettivi semestrali e annuali previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per accedere ai fondi europei – in particolare relative all’effettiva disponibilità di dati e atti volti a certificare tali conseguimenti – evidenziano una volta di più l’opportunità di approfondire l’argomento e di provare a renderne maggiormente chiara la mappatura. Appare inoltre interessante fissare sin da ora i target da raggiungere entro la fine dell’anno sia per non farsi trovare impreparati, sia per comprendere come, oltre a quelli su cui è stato posto maggior risalto, siano presenti molteplici ambiti meno pubblicizzati cui governo, ministeri, Parlamento ed enti locali dovranno dedicare altrettanta (celere) attenzione.

Abbiamo dunque provato a riprodurre una mappa semplificata degli obiettivi finalizzata a sintetizzare, in particolare per quanto concerne il digitale, le milestones e i target da conseguire nell’anno in corso, suddivisi tra primo e secondo semestre.

UNO SGUARDO AL CONTESTO. METODOLOGIA E VERIFICA DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI NEL PNRR 

Le modalità proposte dagli Stati membri per garantire un monitoraggio e un’attuazione efficaci del Pnrr – compresi calendario, traguardi, obiettivi e relativi indicatori – sono parte integrante del regolamento del Recovery and Resilience Facility, entrato in vigore lo scorso febbraio 2021. Allo stesso modo, tra i criteri figurano il digital tagging (la riserva per la transizione digitale) per almeno il 20% della spesa, la commisurazione dei costi rispetto agli impatti attesi sull’economia e l’occupazione e la predisposizione di appropriate misure volte a prevenire, individuare e correggere la corruzione, la frode e i conflitti di interessi nell’utilizzo dei fondi.

All’attuazione dei singoli interventi provvederanno amministrazioni centrali, regioni ed enti locali, sulla base delle competenze istituzionali, del settore di riferimento e della natura dell’intervento. A tal fine si è insediata la Cabina di Regia, composta dai ministri e dai rappresentanti degli enti locali competenti rispetto alle diverse tematiche e alla localizzazione geografica degli interventi. Per favorire il coordinamento nel monitoraggio e nel controllo sull’attuazione del piano, invece, è stato istituito presso il ministero dell’Economia e delle Finanze il Servizio centrale per il Pnrr, che funge anche da punto di contatto con la Commissione europea e ha compiti di coordinamento operativo, monitoraggio, rendicontazione e controllo di tutti i progetti relativi al piano.

Presso il ministero dell’Economia è presente anche un ufficio, denominato “Unità di missione”, che provvede alla predisposizione e all’attuazione del programma di valutazione in itinere ed ex post, assicurando la coerenza degli obiettivi (target) e dei traguardi (milestone) con quanto previsto dal regolamento (UE) 2021/241 (articoli 19 e 20), ai fini dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione.

L’attività di monitoraggio sull’attuazione del Pnrr è coadiuvata da un apposito sistema informatico sviluppato dal Mef. Le informazioni vengono rilevate dai titolari degli interventi (comuni, regioni, ministeri etc.) e rese disponibili alle singole amministrazioni responsabili di ciascuna misura, che le validano e le inoltrano al ministero dell’Economia. Questo, a sua volta, ne cura l’aggregazione a livello di Pnrr e la divulgazione, anche avvalendosi del sistema informativo “ReGiS”.

Per le attività di informazione e comunicazione verso l’esterno è stato istituito il Portale Pnrr “Italiadomani”, che rappresenta la finestra di accesso alle informazioni relative agli obiettivi e all’avanzamento del piano.

LO STATO DELL’ARTE E GLI OBIETTIVI PER GIUGNO 2022 

Grazie al portale è possibile indentificare gli obiettivi previsti, le relative timeline e l’evoluzione dei lavori. A dicembre 2021 l’Italia aveva conseguito tutti i 51 target prefissati – al netto di alcuni piccoli deficit relativi alla pubblicazione in Gazzetta di atti comunque approvati e di effettive assunzioni che, a seguito dei concorsi comunque andati a buon fine, erano state dilazionate di qualche settimana – e quindi si è assicurata la prima rata da 24,1 miliardi (a giugno 2021 avevamo già ricevuto un anticipo di un importo corrispondente).

Allo stesso modo, è importante sottolineare come quella raggiunta lo scorso anno sia stata una tappa relativamente più agevole rispetto a quelle ancora da affrontare, a partire da quelle che ci attendono nel 2022 (per 1° e il 2° semestre). Da questo punto di vista, se gli obiettivi previsti il 2021 erano prevalentemente relativi ad adempimenti burocratici o normativi, l’anno in corso ne prevede il raggiungimento di circa 100 che comprendono l’approvazione di riforme complesse e l’attuazione di molteplici investimenti (ad es. progetti di fattibilità, assegnazione bandi e in qualche caso apertura dei cantieri).

Per quanto concerne più specificamente la Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, si osserva come questa abbia rappresentato lo scorso anno quasi la metà degli obiettivi prefissati e raggiunti (ovvero 25 sui 51 complessivi).
Tra quelli da completare entro il primo semestre del 2022, la missione 1 ne conta complessivamente 13. Il principale è senza dubbio quello che riguarda l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per progetti di connessione internet veloci, in banda ultralarga e 5G (M1C2-16). Da attuare da parte del ministero per la Trasformazione digitale (Mitd), dovrà essere concretizzato tramite la notifica di aggiudicazione di tutti gli appalti entro giugno.
Timeline alla mano (Fig. 1), l’unico obiettivo previsto entro il primo trimestre riguarda l’entrata in vigore di un decreto comprendente la politica di investimento dei Contratti di Sviluppo, in capo al ministero dello Sviluppo economico (Mise).

Tra gli interventi da portare a termine entro giugno figurano 4 riforme e 7 investimenti (oltre alla già citata assegnazione dei bandi ultrabroadband). Rispetto alle prime, due sono in capo alla Presidenza del Consiglio, ovvero l’entrata in vigore della legislazione attuativa per la riforma del pubblico impiego e del Codice riveduto degli appalti pubblici (decreto legislativo numero 50 del 2016), e due al ministero dell’Economia e delle Finanze, cioè la riforma della amministrazione fiscale e quella del quadro di revisione della spesa pubblica (l’adozione di obiettivi di risparmio relative agli anni 2023-2025).

Fig.1: Gli obiettivi del Pnrr a giugno 2022

Tra gli investimenti, uno è in capo al Consiglio di Stato, ovvero l’avvio delle procedure di assunzione per i tribunali amministrativi (168 unità) e 5 al ministero della Cultura, relativi all’entrata in vigore dei decreti l’assegnazione delle risorse destinate rispettivamente all’attrattività dei borghi (M1C3-12), alla tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale (M1C3-13), ai progetti per valorizzare l’identità di parchi e giardini storici (M1C3-14), alla sicurezza sismica nei luoghi di culto e per il restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di Culto (M1C3-15).

A ciò si aggiunge la firma dell’accordo da parte del ministero del Turismo (Mitur) per ciascuno dei sei progetti tra Mitur e beneficiari/enti attuatori, tra cui Roma Capitale (M1C3-35).

GLI OBIETTIVI PER LA SECONDA META’ DEL 2022 

Ancora più articolato appare il raggiungimento dei 24 traguardi di digitalizzazione previsti per il secondo semestre del 2022. In particolare si prevedono 8 riforme, articolate in 11 obiettivi e 5 investimenti che si concretizzano in 12 azioni tra milestone e target.

Per quanto concerne le riforme, si prevede rispettivamente la creazione del Team per la Trasformazione digitale e della newco da parte del ministero per la Trasformazione digitale, l’entrata in vigore degli atti delegati per la riforma del processo civile e penale e la riforma del quadro in materia di insolvenza e delle commissioni tributarie di primo e secondo grado da parte del ministero della Giustizia, cui si aggiunge l’entrata in vigore delle procedure amministrative per la riforma della semplificazione finalizzata all’attuazione dell’RRF (Pres. Consiglio).

Altre 3 attività sono relative alla riforma dell’amministrazione fiscale (in particolare raggiungere un numero più elevato di “lettere di conformità”, ridurre quello delle “lettere di conformità” che rappresentano falsi positivi e aumentare il gettito fiscale da esse derivante) che fa capo al ministero dell’Economia, così come la riforma del quadro di revisione della spesa pubblica, per la quale entro fine anno dovrà essere adottata una relazione sull’efficacia delle pratiche utilizzate da amministrazioni selezionate per valutare l’elaborazione e l’attuazione di piani di risparmio. Dei restanti 4 obiettivi relativi alle riforme, 3 sono in capo alla Presidenza del Consiglio, relative alle leggi annuali sulla concorrenza (entrata in vigore della legge e degli strumenti attuativi) e una al ministero per la Trasformazione ecologica (decreto per stabilire i criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici per eventi culturali finanziati con fondi pubblici).

Fig.2: Gli obiettivi del Pnrr a dicembre 2022.

Di particolare interesse sono pure gli obiettivi relativi agli investimenti, la cui grande maggioranza fa capo al ministero per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, che sarà chiamato a un’attività particolarmente intensa. Il primo e forse più importante obiettivo dell’anno riguarda il completamento del Polo Strategico Nazionale (Psn), cui si affiancherà la pubblicazione di una relazione sulla diffusione del cloud da parte dello stesso ministero. A tal proposito, a fine gennaio è stato pubblicato il bando da 723 milioni di euro che si basa sulla proposta di Tim, Cassa depositi e prestiti, Sogei e Leonardo, individuata come la migliore ricevuta dal Dipartimento per la Trasformazione digitale, secondo il modello di partenariato pubblico privato.

La gestione della gara è in capo a Difesa Servizi per la realizzazione dell’infrastruttura che erogherà i servizi di “public” e “private” cloud per i dati e per quelli di qualche rilevanza pubblica o strategica. La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al 16 marzo prossimo e, stando alla roadmap, si punta all’avvio dei lavori entro la seconda metà dell’anno.

Per quanto concerne gli altri obiettivi, lo stesso ministero sarà impegnato nel lancio della Piattaforma Digitale Nazionale Dati, in quello del Portale “One click by design” dell’Inps (M1C1-123), nel miglioramento delle competenze dei dipendenti Inps in materia Ict (almeno 4.250 unità da formare entro l’anno), nonché in 4 attività relative alla cybersecurity. Tra queste ultime, la principale riguarda l’istituzione della nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale, cui si aggiungono il dispiego iniziale dei servizi nazionali di cybersecurity (con annessa Relazione), l’avvio della rete dei laboratori di screening e certificazione della cybersecurity (attivazione di almeno 1 laboratorio entro l’anno – si poteva osare di più), l’attivazione di un’unità centrale di audit per misure di sicurezza PSNC (Perimetro Nazionale di Sicurezza Cibernetica) e NIS (Direttiva Network and Information Security) e il sostegno al potenziamento di almeno 5 strutture di sicurezza.

I due obiettivi di investimento rimanenti, entrambi in capo al ministero del Turismo, sono relativi ai Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche, in particolare l’erogazione di 150 milioni di euro al Fondo nazionale del turismo in sostegno del capitale e di 350 a fondi tematici della Banca europea per gli investimenti.

Nel complesso, dunque, si profila un’intensa attività per gli enti che si occupano di digitale, che passa attraverso gli interventi maggiori, in particolare relativi a ultrabroadband, Psn, Agenzia per la Cybersecurity, ma anche per tutta una serie di riforme e di investimenti meno noti ma che impegneranno a vari livelli gran parte della pubblica amministrazione. La speranza è che si trovi il giusto compromesso tra l’urgenza di raggiungere gli obiettivi e la qualità con cui verranno portati a termine.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Lorenzo Principali si occupa di economia dei media, servizi web e tlc. Ricercatore dal 2007, sino al 2012 ha collaborato con l’Istituto di Economia dei Media, svolgendo analisi e consulenze per i maggiori operatori nazionali e internazionali.

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