Intelligenza artificiale e salute, le proposte del Consiglio superiore di sanità


Approfondimento
Maria Rosaria Della Porta
intelligenza artificiale
credit: pixabay

L’interesse verso la frontiera tecnologica dell’intelligenza artificiale si sta consolidando sempre di più non solo a livello internazionale ma anche in Italia. Recenti stime di Assintel parlano di un mercato nazionale in forte espansione: dagli 860 milioni di euro del 2021 si arriverà a 1,1 miliardi nel 2022 fino a raggiungere 1,4 miliardi di euro nel 2023. Dunque, il tasso di crescita stimato per il triennio 2021-2023 è del +40%.

Sono tante le tecnologie intelligenti a disposizione come, ad esempio, la computer vision, la comprensione del linguaggio naturale, i sistemi di supporto alle decisioni, l’apprendimento automatico e la robotica, già applicate in diversi settori e contesti aziendali e in grado di migliorare la vita di cittadini e imprese.

Sicuramente quello della sanità è un ambito fortemente interessato dalla rivoluzione in atto impressa dall’intelligenza artificiale.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN AMBITO SANITARIO

Le applicazioni di questa tecnologia nel settore sanitario sono moltissime. Vanno dalla diagnostica alla chirurgia fino allo sviluppo dei farmaci. Inoltre, sono in grado di fornire preziosi contributi all’esercizio della professione medica e cure sempre più tempestive e precise.

L’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale soprattutto nella medicina di precisione. Grazie allo sviluppo di algoritmi di machine learning e ai super computer cognitivi in grado di analizzare un’enorme mole di dati clinici, di laboratorio e di immagini, inizia a essere possibile fare diagnosi precoci (e sicuramente più puntuali) e suggerire al medico le scelte terapeutiche più appropriate per il singolo paziente o identificare una terapia salvavita molto più velocemente rispetto ai metodi tradizionali.

Le potenzialità dell’intelligenza artificiale in sanità, tuttavia, non si esauriscono qui e interessano, ad esempio, anche l’ambito delle cure domiciliari, in cui le tecnologie intelligenti e la robotica si presentano realmente come un valido aiuto per migliorare significativamente la vita di milioni di anziani e pazienti non auto-sufficienti.

STIME E PROSPETTIVE DEL MERCATO GLOBALE (E ITALIANO)

La crescente domanda di cure personalizzate insieme all’aumento del volume dei dati sanitari a disposizione e all’esigenza di ridurre i costi sanitari e le inefficienze saranno i principali fattori trainanti della crescita di questo segmento nei prossimi anni. Tant’è che, secondo recenti stime, il mercato globale dell’intelligenza artificiale in sanità è stato valutato 10,4 miliardi di dollari nel 2021 e si prevede che si espanderà a un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 38,4% dal 2022 al 2030.

Anche la pandemia da coronavirus ha stimolato ancora di più l’adozione di nuove tecnologie nel campo dell’assistenza sanitaria, imprimendo una crescita del mercato globale pari a +55% tra il 2020 e il 2021.

Pure in Italia, sotto questo profilo, sono stati numerosi i progetti e le iniziative messi in campo per affrontare la crisi da Covid-19. Alcuni di essi hanno riguardato, in particolare, le soluzioni pensate per la diagnosi e la predizione degli sviluppi clinici della malattia causata da SARS-CoV-2, la ricerca in ambito farmaceutico oppure la disinformazione sul Covid-19.

LE PROPOSTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ 

Come testimoniano anche i dati, i sistemi di intelligenza artificiale stanno entrando rapidamente nel mondo sanitario, aprendo nuove prospettive di cura e assistenza anche nel nostro Paese. Nello specifico, l’ambito della diagnostica per immagini è fortemente interessato dalle potenzialità di queste tecnologie, che potrebbero essere in grado, più o meno a breve termine, di modificare significativamente i percorsi diagnostici e terapeutici, le modalità decisionali del dottore e, in ultimo, anche il rapporto medico-paziente.

Tuttavia, uno sviluppo incontrollato e non governato di queste applicazioni in sanità non è scevro da potenziali rischi, derivanti ad esempio dall’uso di sistemi privi di una rigorosa validazione scientifica, dalla mancanza di controllo sulla modalità di processazione dei dati da parte dei sistemi esperti, dalle possibili violazioni della privacy degli utenti e da discriminazioni (ad esempio di razza e/o di genere) introdotte dalla programmazione degli algoritmi.

Ma c’è di più. Altre criticità potrebbero essere causate dall’assenza di informazioni circa la sicurezza e la riproducibilità nell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale, dalla mancanza di norme circa la responsabilità professionale del medico nell’interazione con gli algoritmi, dall’impreparazione del personale medico e sanitario al corretto utilizzo dei sistemi e dall’incomprensione da parte dell’utente/cittadino dei reali benefici e limitazioni dei sistemi in questione.

Pertanto, prima di essere introdotte in ambito sanitario, le tecnologie intelligenti devono essere rigorosamente validate dal punto di vista scientifico, con studi metodologicamente solidi. Inoltre, occorrono azioni precise affinché i sistemi vengano inseriti in modo sicuro nella pratica medica.

A tal proposito il Consiglio superiore di sanità – Sezione V del ministero della Salute ha stilato un documento intitolato “I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica” in cui vengono elencate una serie di proposte operative per l’introduzione sicura e affidabile di questa tipologia di software nell’assistenza sanitaria. L’obiettivo, inoltre, è poter rendere il nostro Paese competitivo a livello internazionale nella programmazione e nello sviluppo.

Nel dettaglio, il testo suggerisce la realizzazione di infrastrutture organizzative e informatizzate, a livello locale, regionale o nazionale, di data stewardship e data governance, la creazione di una struttura di governance dei sistemi di intelligenza artificiale da parte delle agenzie regolatorie italiane, in particolare il ministero della Salute per ciò che riguarda i dispositivi medici e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per gli eventuali aspetti terapeutici, con lo scopo di stabilire delle regole rigorose per l’approvazione e la registrazione di tali sistemi.

Inoltre, il Consiglio superiore di sanità propone la predisposizione di linee guida nazionali riguardanti le modalità di integrazione e il corretto utilizzo dei sistemi intelligenti nella diagnostica, in accordo con le società scientifiche di riferimento, la creazione di un osservatorio nazionale permanente presso il ministero della Salute con il compito di monitorare le performance delle applicazioni immesse sul mercato (analisi post-market), la predisposizione di moduli formativi universitari e post-universitari per migliorare le conoscenze e competenze del personale medico e delle professioni sanitarie e, infine, l’integrazione di elementi metodologici in tema di intelligenza artificiale all’interno dei programmi della scuola secondaria superiore e la creazione di contenuti informativi, anche tramite canali informatici, al servizio del cittadino.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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