5G: dalla Commissione Ue via libera al piano da 2 miliardi


Approfondimento
Thomas Osborn

Lo scorso lunedì la Commissione europea ha dato l’ok definitivo al piano di finanziamento da circa 2 miliardi di euro proposto dal governo italiano per la diffusione delle reti 5G sul suolo nazionale. Rimane ora l’attesa sull’esito dei due bandi, per i quali nelle ultime settimane è stato previsto uno slittamento della deadline al 9 maggio.

DAL PNRR 2 MILIARDI PER IL RAFFORZAMENTO DEL 5G

Con il via libera della Commissione europea al finanziamento di un piano dal valore complessivo di 2 miliardi di euro nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la strategia italiana per la diffusione del 5G e delle altre tecnologie di ultima generazione riceve un’ulteriore prova di sostegno e fiducia da parte dell’Ue.

Il piano di investimenti in questione, che prevede l’erogazione di fondi pubblici sotto forma di aiuti di Stato e che resterà in vigore fino al 30 giugno 2026, era particolarmente atteso in quanto ritenuto di importanza strategica tanto dall’Ue quanto dal governo italiano: i finanziamenti verranno impegnati non solo per il potenziamento della diffusione di reti mobili 5G ad alte prestazioni nel Paese, ma anche per la realizzazione di nuove infrastrutture per il dispiegamento delle reti di quinta generazione nelle aree non raggiunte dagli operatori di mercato.

Questo secondo obiettivo, in particolare, è ritenuto dalle istituzioni nazionali ed europee come un fattore determinante e imprescindibile per la piena attuazione delle riforme preannunciate in materia di trasformazione digitale a seguito della crisi pandemica, soprattutto per quel che concerne le garanzie di accesso ai nuovi servizi in materia di istruzione, salute e pubblica amministrazione per tutta la popolazione. La misura rientra nel percorso di transizione messo in atto dal governo per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese nel contesto della digitalizzazione del Paese, e dedica particolare importanza al superamento di quei limiti strutturali che pesano sul nostro sviluppo.

I DUE BANDI FINANZIATI: FIBRA OTTICA PER STAZIONI SPROVVISTE E NUOVE INFRASTRUTTURE 

Come richiesto dalle istituzioni europee, i 2 miliardi accordati con la Commissione verranno impiegati mediante due gare specificatamente indirizzate al conseguimento degli obiettivi strategici concordati con l’Ue in termini di transizione digitale: la prima relativa alla rilegatura in fibra delle base station che altrimenti sarebbero rimaste scoperte e la seconda riguardante la creazione di interi siti radiomobili ex-novo nelle aree a fallimento di mercato.

Nello specifico, la prima linea di intervento su cui interviene il piano è relativa alla realizzazione di rilegamenti in fibra ottica (backhauling) per i siti radiomobili (o “Stazioni Radio Base” – Srb) che, secondo quanto emerso dalle mappature Infratel, nel 2026 risulterebbero ancora prive di rilegamento. Il bando relativo è stato suddiviso in 6 lotti su base regionale, per uno stanziamento complessivo di poco più 949 milioni di euro. Per ciascun lotto è specificato un numero minimo di siti da rilegare e che la quantità di quelli facoltativi che il partecipante alla gara potrà decidere di inserire nella propria offerta per guadagnare un maggior punteggio.

 

La seconda linea di intervento, invece, prevede la realizzazione di stazioni di base necessarie alla fornitura di servizi mobili 5G completamente ex-novo nelle zone dell’Italia che, sempre entro il 2026, non sarebbero altrimenti servite da reti con velocità di download superiore a 30 megabit per secondo (Mbps). Lo stanziamento complessivo in questo caso è di 974 milioni di euro, e, come per il bando precedente, sono previsti sei lotti per un totale di 3.000 unità. Le caratteristiche tecniche di queste infrastrutture dovranno prevedere una capacità di almeno 150 megabit in downlink e 30 megabit in uplink in usuali condizioni di punta del traffico, e, anche in questo caso, dovranno essere realizzate entro il 30 giugno 2026 in modo tale da rispettare la deadline europea. Inoltre, la Commissione ha predisposto alcune milestone per il monitoraggio dell’avanzamento dei lavori, prevedendo una copertura del 5% delle aree già entro il 30 giugno del prossimo anno e, a partire da giugno 2024, tassi di copertura del 20% a semestre fino alla conclusione delle operazioni.

 

L’OK DELLA COMMISSIONE, CON UN OCCHIO ALLA CONCORRENZA 

L’approvazione definitiva del piano è stata annunciata il 25 aprile dal vicepresidente esecutivo e commissario per la Concorrenza Margrethe Vestager, la quale ha rilevato che la misura presentata dal governo italiano rappresenta effettivamente uno sforzo necessario e proporzionato per ovviare ai fallimenti del mercato, vale a dire le cosiddette “aree bianche”, termine con il quale vengono identificate quelle zone del nostro Paese attualmente sguarnite e che non verrebbero coperte senza un intervento pubblico.

Vestager ha riconosciuto che “questo regime italiano da 2 miliardi di euro, interamente finanziato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, sosterrà la diffusione di reti mobili 5G ad alte prestazioni. In tal modo i consumatori e le imprese potranno accedere a servizi 5G di alta qualità, contribuendo alla crescita economica del paese e agli obiettivi strategici dell’Ue relativi alla transizione digitale“. Secondo il giudizio della Commissione, la misura faciliterà la diffusione e il funzionamento di reti mobili di ultima generazione “che gli operatori privati non sono disposti a realizzare a causa dei costi elevati, non controbilanciati da un livello adeguato di entrate previste”.

La Commissione ha specificato che tale individuazione delle aree scoperte dal 5G è stata valutata attraverso la mappatura che tiene conto sia delle infrastrutture attualmente disponibili che di quelle per il quale è prevista una realizzazione, nonché tramite una consultazione pubblica condotta dalle autorità italiane. A tal proposito è stata adottata la consueta cautela da parte dell’Ue in termini concorrenziali, con il piano in questione che prevede salvaguardie sufficienti per garantire che eventuali distorsioni sulla concorrenza siano limitate e che siano rispettati i principi di trasparenza e competitività, attraverso la pubblicazione di gare aperte, per quel che concerne i beneficiari dei finanziamenti.

Inoltre, i bandi prevedono precise condizioni anche in termini di prezzi applicabili e durata dei contratti: per il primo, che riguarda il potenziamento delle stazioni già esistenti, ad esempio, viene definito un price-cap che gli aggiudicatari dei lotti dovranno rispettare nella fornitura di servizi wholesale a terzi, oltre che un periodo di fornitura del servizio, nel rispetto del principio di non discriminazione, di un minimo di 10 anni a partire dalla data di completamento di tutti i lavori previsti. Similmente, anche per il secondo bando è presente una tabella che individua i prezzi massimi applicabili per la fornitura di servizi all’ingrosso tramite le infrastrutture realizzate con i nuovi finanziamenti pubblici.

Il fenomeno dei fallimenti di mercato riguardante le aree non coperte da reti mobili nel nostro Paese è tuttavia abbastanza noto e rappresenta un ostacolo strutturale storicamente riconosciuto, che influisce pesantemente sulla piena diffusione anche delle tecnologie ritenute basilari e abilitanti, soprattutto nelle aree interne e nelle zone montuose del nostro Paese. Sulla base di tali elementi, la Commissione ha concluso che il regime è in linea con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107(3)(c) del trattato sul Funzionamento dell’Unione europea.

SLITTA AL 9 MAGGIO LA DEADLINE DEI DUE BANDI 5G

A frenare l’entusiasmo sull’approvazione dei finanziamenti in sede europea è tuttavia la notizia di un ulteriore slittamento per la data di chiusura delle due gare. Come per le procedure riguardanti gli investimenti sulla rete fissa (Piano Italia a 1 Giga) e per la connessione in banda ultralarga di scuole e sanità, anche per il Piano 5G Infratel, la società pubblica in house del ministero dello Sviluppo economico, ha ufficializzato una proroga dal 27 aprile al 9 maggio. Per di più, l’assegnazione delle gare risulta particolarmente urgente anche poiché è parte integrante della lista di “obiettivi e risultati” da raggiungere per sbloccare l’erogazione della prossima tranche da 21 miliardi di euro (al netto dei 3,1 miliardi confluiti nel prefinanziamento) di fondi europei prevista per il 30 giugno 2022.

Dopo la laurea triennale in Economics and Business all’Università LUISS, ha conseguito la laurea magistrale in Economics presso l’Università di Roma Tor Vergata con una tesi sperimentale in Economia del Lavoro su come l’introduzione di congedi di paternità influenzi gli esiti occupazionali ed economici delle madri.

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