Il mercato Ue del gas naturale: ecco il punto in vista dell’inverno


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Michele Masulli
Credit: Pixabay

Dopo i livelli record registrati a fine agosto, i prezzi del gas naturale sperimentano una traiettoria di riduzione. Le quotazioni del TTF, per citare il benchmark di mercato più affermato (e attualmente più discusso) nell’Unione europea, sono dimezzate nell’arco di poco più di un mese, ma rimangono pur sempre quattro volte superiori a quanto si osservava un anno fa. L’incertezza continua quindi ad agitare i mercati europei del gas e i temi della sicurezza degli approvvigionamenti e del contenimento della spesa energetica si pongono in cima all’agenda delle istituzioni europee, alle prese con le decisioni su un eventuale tetto al prezzo del gas (nelle sue varie possibilità tecniche) e alle preoccupazioni delle forze politiche italiane.

LA DIVERSIFICAZIONE DELLE FORNITURE

I flussi dalla Russia, principale fornitore Ue, si sono contratti di circa 40 miliardi di metri cubi (più di un terzo del totale) tra gennaio e agosto 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di un calo pienamente addebitabile al crollo dell’import via gasdotto. Al contrario, il contributo del LNG russo al fabbisogno europeo è cresciuto. La massimizzazione delle importazioni da altri Paesi (+17 bcm, +20%) e la crescita significativa del LNG (+28 bcm, +56%) hanno consentito di rimpiazzare i 43 bcm non pervenuti dai gasdotti russi nel periodo gennaio-agosto (Fig. 1).
Allo stesso tempo, lo sforzo europeo di riempimento degli stoccaggi sta senz’altro dando i suoi frutti (seppure a caro prezzo). Se a marzo scorso, essi presentavano una percentuale di riempimento inferiore al 30%, contro una media 2015-2020 del 40% (e un massimo del 60%), essi oggi hanno pienamente recuperato questo differenziale e si attestano al 90%, con anche alcuni picchi (la Francia ha annunciato di aver conseguito il 100% delle riserve).

Fig. 1 Domanda UE di gas naturale per fonte (bmc)

Fonte: Commissione europea

UNO SGUARDO AI MERCATI GLOBALI

Secondo le stime IEA si attende che il consumo europeo di gas naturale subisca una diminuzione del 10% nell’anno in corso. Esso, invece, rimarrebbe stabile nell’area della Asia Pacifico. Nel complesso, la domanda globale di gas fletterebbe dello 0,8% nel 2022 per poi crescere dell’0,4% nell’anno a venire. Ovviamente, su questi scenari pesano le azioni della Russia e gli effetti sulla domanda di prezzi elevati per un periodo così prolungato, che spingono allo switch, dove possibile, verso altre fonti di energia. Se, come sopra riportato, il consumo di gas europeo si è contratto, su base annuale, di più del 10% nei primi otto mesi del 2022 (sotto la spinta di una riduzione del 15% della domanda del settore industriale, costretto a ridurre i livelli di produzione), il Nord America è tra le poche regioni al mondo ad aver aumentato i consumi di gas, sostenuti dalla domanda termoelettrica. Guardando all’Asia, invece, India e Corea hanno ridotto la domanda di gas naturale, mentre Cina e Giappone hanno tenuto i consumi sostanzialmente inalterati. In particolare, si prevede che la domanda cinese di gas cresca di meno del 2% nell’anno in corso, il tasso più ridotto dall’inizio degli anni ’90 ad oggi.

LA RESILIENZA DEL SISTEMA EUROPEO E LA RIDUZIONE DELLA DOMANDA

Di fronte ai timori sulla capacità europea di soddisfare la domanda di gas naturale nella stagione invernale, l’IEA ha condotto altresì un’analisi di resilienza del mercato continentale. Assumendo un azzeramento delle forniture russe a partire dal 1° novembre 2022, emerge che, in caso di elevato livello di import di LNG, gli stoccaggi Ue sarebbero a febbraio a meno del 20% di riempimento. Nel caso di ridotte forniture di LNG, gli stoccaggi, al contrario, sarebbero prossimi al 5%, con pericoli evidenti in caso di inverno prolungato. Per contenere i rischi di approvvigionamento, diventa necessario pertanto contenere la domanda. La Commissione europea ha richiesto agli Stati membri di ridurre i propri consumi tra agosto 2022 e marzo prossimo rispetto alla media degli ultimi cinque anni. All’Italia viene posto come obiettivo un taglio del 7%. L’IEA stima che, se gli Stati europei contenessero del 9% la domanda di gas nel periodo invernale rispetto al fabbisogno medio dei cinque anni precedenti, gli stoccaggi si manterrebbero sopra il 25% anche nel caso di import ridotto di LNG. Una riduzione del 13% della domanda, invece, terrebbe il riempimento superiore al 33%.

LE INIZIATIVE DELLE IMPRESE

Provvedimenti utili a contrarre il consumo di gas naturale, perciò, risultano fondamentali per contenere il ricorso agli stoccaggi e mantenere le riserve a livelli sostenuti per i mesi freddi. Se il Ministero della Transizione ecologica ha pubblicato un piano di contenimento dei consumi di gas finalizzato a risparmiare fino a 8,2 miliardi di metri cubi entro marzo 2023, anche le imprese cominciano a fare la propria parte per incentivare una riduzione della domanda. Si segnala, a questo proposito, l’iniziativa di Enel Energia che, sui consumi di ottobre, novembre e dicembre 2022, consentirà di risparmiare 10 centesimi per ogni kilowattora (il cui costo oggi è in media di 30 centesimi) non consumato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo sconto scatterà solo se il PUN supererà la soglia di 400 euro a megawattora, come avvenuto nel periodo tra giugno e inizio settembre. A partire da metà novembre i clienti Enel Energia potranno controllare, nell’area clienti sul sito, quanto stanno consumando e di quanto sono tenuti a ridurre i consumi per poter beneficiare dell’agevolazione.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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