“European Chips Act. Quando la strada verso l’autonomia strategica europea passa dalle catene del valore dei semiconduttori”. È questo il titolo della roundtable organizzata il 16 novembre 2022 dall’Istituto per la Competitività (I-Com).
L’incontro, a porte chiuse, ha avuto l’obiettivo di analizzare il posizionamento dell’Unione Europea nel mercato globale dei semiconduttori e di valutare, da una prospettiva italiana, opportunità ed eventuali criticità connesse alla disciplina contenuta nella proposta di Chips Act alla luce degli obiettivi di sovranità digitale perseguiti dall’UE.
I semiconduttori hanno un ruolo centrale nell’economia moderna e rappresentano risorse strategiche per le catene del valore globali. L’importanza di questi materiali è data dalle loro particolari caratteristiche fisiche che li rendono centrali per la realizzazione di numerosi componenti elettronici centrali per le nostre imprese, primi fra tutti i microchip. Inoltre, i semiconduttori sono una colonna portante della rivoluzione digitale, in quanto fondamentali per campi come l’intelligenza artificiale, il quantum computing, industria 4.0, il 5G, l’Internet of Things e molte altre tecnologie.
Dopo l’introduzione del presidente I-Com Stefano da Empoli e la presentazione della vicepresidente I-Com Silvia Compagnucci e del direttore dell’area Digitale I-Com Lorenzo Principali, si è tenuto il keynote speech di Lucilla Sioli, Direttrice Intelligenza artificiale e industria digitale DG Connect della Commissione europea.
A seguire il dibattito con Alessandro Aresu (“Il dominio del XXI secolo” Feltrinelli 2022), Fabio Bassan (Università degli Studi di Roma Tre), Franco Bassanini (Astrid) Vittorio Calaprice (Commissione europea), Tommaso Calarco (Peter Grünberg Institute Forschungszentrum Jülich), Andrea Cardinali (UNRAE), Eleonora Faina (Anitec-Assinform), Fabio Gastaldi (Bain & Company), Stefano Milia (CEP-Roma), Mauro Pedrotti (Memc Electronic Materials).
Infine si è tenuta la risposta delle istituzioni con gli interventi di Andrea Caroppo (Camera dei deputati), Mario Furore (Parlamento europeo), Giulia Pastorella (Camera dei deputati) e le conclusioni di Simone Vellucci (Ministero delle Imprese e del Made in Italy).