Cybersecurity, l’adesione al Polo Strategico Nazionale tra obiettivi centrati e ostacoli da superare


Articolo
Silvia Compagnucci
nazionale

Il 2 gennaio 2023 l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha pubblicato il Decreto direttoriale n. 29, che definisce le modalità, le tempistiche della qualificazione di servizi e infrastrutture di servizi cloud per la Pubblica Amministrazione a partire dal 19 gennaio, mentre il decreto n. 3 del 19 gennaio 2023 del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, ha individuato la piattaforma mediante la quale le Amministrazioni trasmettono i Piani di migrazione al Dipartimento per la Trasformazione Digitale e all’AgID.

Dovrebbe dunque ora entrare nel vivo il processo di migrazione delle PP.AA. al Polo Strategico Nazionale. Il condizionale d’obbligo se si pensa al modello di adesione al PSN alla luce delle competenze digitali delle PP.AA.

DAL PNRR ALLA STRATEGIA CLOUD: GLI OBIETTIVI E LE MILESTONES CENTRATI

A fine 2019 il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione ha realizzato una ricognizione su circa mille pubbliche amministrazioni dalla quale era emersa l’esistenza di oltre 1.200 strutture utilizzate dalle stesse PA come centri di gestione dei dati di cui solo 60 circa erano giudicate con requisiti di sicurezza ed efficienza ritenuti necessari per continuare a operare.

Partendo da tale constatazione, unita alla consapevolezza, definitivamente acquisita nel corso dell’emergenza pandemica iniziata nel 2020, che le pubbliche amministrazioni che avevano maggiormente investito in tecnologie e digitalizzazione dei processi sono risultate quelle maggiormente resilienti e in grado anche di cogliere nuove opportunità di relazione con i cittadini, il PNRR, attraverso la Missione 1, componente 1, investimento 1.1 (Cloud PA/Polo Strategico Nazionale) per accelerare la trasformazione digitale della PA, ha fissato l’obiettivo, congiuntamente all’iniziativa 1.2 del PNRR “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud”, di portare il 75% delle amministrazioni italiane ad utilizzare servizi in cloud entro il 2026.

A tal fine, il Dipartimento per la trasformazione digitale ha promosso la creazione del Polo Strategico Nazionale attraverso una convenzione stipulata con la società di nuova costituzione Polo Strategico Nazionale S.p.A., partecipata da TIM, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti (CDP, attraverso la controllata CDP Equity) e Sogei con l’obiettivo di creare un’infrastruttura ad alta affidabilità in grado di ospitare i dati ed i servizi critici e strategici di tutte le amministrazioni centrali (circa 200), delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle principali amministrazioni locali (regioni, città metropolitane, comuni con più di 250 mila abitanti).

La Strategia Cloud Italia, realizzata dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), ha fissato gli indirizzi strategici per il percorso di migrazione verso il cloud di dati e servizi digitali della Pubblica Amministrazione illustrando i criteri di classificazione di dati e servizi e la composizione della infrastruttura ad alta affidabilità (Polo Strategico Nazionale) che ospiterà i servizi strategici e critici.

Il 24 agosto 2022 Polo Strategico Nazionale ha sottoscritto con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri la Convenzione per l’affidamento in concessione della progettazione, realizzazione e gestione dell’infrastruttura per l’erogazione di servizi cloud per la Pubblica Amministrazione. Da dicembre 2022, il PSN è attivo nelle sedi di Acilia e Pomezia nel Lazio, Rozzano e Santo Stefano Ticino in Lombardia completando la prima milestone della Missione 1, componente 1, investimento 1.1 Infrastrutture digitali del PNRR.

IL PROCESSO DI ADESIONE AL PSN

È attualmente a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni Centrali (PAC), le ASL e le principali amministrazioni locali la procedura per stipulare il contratto con il Polo Strategico Nazionale e richiedere la migrazione dei propri dati e i servizi critici e strategici su di esso. Il processo è disciplinato dalla Convenzione in vigore tra il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e la Società Polo Strategico Nazionale S.p.a. che fissa nel dettaglio tempistiche ed attività da porre in essere per la sottoscrizione dei contratti con le amministrazioni richiedenti.

La procedura di adesione, nello specifico, è articolata in tre step che prevedono la predisposizione da parte della P.A. e l’invio alla società PSN del piano dei fabbisogni nel quale specificare i bisogni e la tipologia di servizi richiesti come da catalogo, l’invio da parte della società PSN, entro 60 gg dalla ricezione del piano dei fabbisogni, di un progetto del piano dei fabbisogni ed un piano di migrazione di massima con relativa quantificazione economica in linea con il listino di gara e, successivamente alla verifica del progetto da parte della P.A. (che eventualmente può chiedere modifiche entro 10 gg.), la stipula del relativo contratto.

Sebbene la procedura consti di sole tre fasi, la redazione del Piano dei fabbisogni è ciò che maggiormente desta preoccupazione. Il Piano in questione, infatti, si compone di 33 pagine con le quali si mira a descrivere nel dettaglio i propri sistemi e servizi e formulare le proprie richieste sulla base del proprio fabbisogno. Si presuppone, dunque, ed è inevitabile, da un lato, la capacità dell’amministrazione di individuare, comprendere a pieno ed analizzare i servizi che offre e gli strumenti attraverso i quali li offre, dall’altro, la capacità della stessa amministrazione, di valutare quali tra gli strumenti disponibili siano i più idonei e conseguentemente individuare il proprio fabbisogno. Considerata la nota carenza di competenze digitali che purtroppo ancora caratterizza molte amministrazioni e spesso non solo le più piccole, lo scenario che sembra palesarsi è quello che vede affidare la redazione del piano di migrazione a risorse esterne che saranno chiamate, con tutte le difficoltà, i costi e le tempistiche del caso, ad entrare nei meandri organizzativi delle amministrazioni per comprenderne i processi, i servizi ed i sistemi e acquisire per set di informazioni necessarie a centrare gli specifici fabbisogni da soddisfare. Il timore, non troppo infondato, è che il processo risulti lungo e per niente indolore.

CONCLUSIONI

La migrazione al Cloud rappresenta senza dubbio una straordinaria opportunità per le pubbliche amministrazioni per fornire servizi digitali attraverso infrastrutture tecnologiche sicure, efficienti ed affidabili, nel rispetto della disciplina sul trattamento dei dati personali e in linea con le raccomandazioni formulate dalle istituzioni europee e nazionali. Il PSN rappresenta dunque un’occasione importante per forzare un po’ i processi ed accelerare la trasformazione digitale della P.A. e ripensare il modello relazionale attualmente esistente anche nell’ottica di recuperare il ritardo accumulato rispetto all’UE tradizionalmente viene fotografato dall’indice DESI. Nell’edizione 2022, infatti, l’Italia si è posizionata 19esima in ambito digitalizzazione della PA, con un punteggio pari a 58,5, sotto la media Ue (67,3). Per quanto riguarda l’offerta di servizi pubblici digitali alle imprese, l’Italia è in linea con il dato Ue, con un punteggio pari a 79 (82 quello Ue) mentre con riguardo all’offerta di servizi digitali per i cittadini il gap è maggiore con un punteggio di 67 rispetto a 75 nell’UE.

Se questa è la situazione, il paese ha dato ottima prova di sé riuscendo in meno di un anno (si pensi che il bando per la realizzazione del PSN è stato pubblicato a gennaio e poi prorogato fino a marzo 2022) a realizzare e rendere operativo il PSN. È un dato entusiasmante, certamente favorito dalla perentorietà delle tempistiche dettate dal PNRR, ma che dimostra la capacità del sistema di adattarsi e rispondere in maniera efficace e tempestiva alle sfide che si impongono. Ora la sfida per le amministrazioni sarà realizzare la migrazione e farlo in tempistiche idonee a valorizzare il PSN e le opportunità che ad esso si accompagnano.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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