Il reiterarsi, negli ultimi anni, di manovre finanziarie volte al contenimento della spesa pubblica ha determinato una carenza di personale nel Servizio Sanitario Nazionale.
Il parziale e lento ricambio generazionale ha portato poi a un aumento significativo dell’età media del personale sanitario impiegato nei nostri ospedali e centri di cura.
L’ITALIA DETIENE IL PRIMATO PER MEDICI PIÙ ANZIANI
A tal proposito, secondo un recente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il nostro Paese detiene il primato, tra i diversi Paesi dell’OMS, per medici anziani. Infatti, oltre il 56% dei medici italiani ha più di 55 anni. Al contrario, solo l’8,6% ha un età compresa tra i 25 e i 34 anni. Si tratta di un dato molto preoccupante se si considera che i medici lavorano in organizzazioni con turni di lavoro sulle 24 ore e svolgono delicate funzioni assistenziali.
L’INVECCHIAMENTO DEL PERSONALE SANITARIO: UN PROBLEMA COMUNE A MOLTI PAESI
Tuttavia, l’invecchiamento del personale sanitario è un problema non solo italiano ma comune a molte nazioni. Secondo il report dell’OMS, ben 13 Paesi riportano che il 40% dei medici ha un’età pari o superiore a 55 anni. E tra questi rientrano anche Francia e Germania.
CARENZA DI OPERATORI SANITARI E COVID-19
Durante l’emergenza pandemica, il problema della carenza del personale sanitario si è esacerbato ancora di più, rendendo particolarmente difficile la gestione della crisi sanitaria. La pandemia ha richiesto un enorme sforzo da parte del personale in servizio nelle strutture sanitarie. Medici, infermieri e operatori sanitari tutti sono stati costretti a turni usuranti e non sono, infatti, mancate situazioni di grave stress lavorativo (sindrome burnout).
Inoltre, l’insufficiente numero di operatori sanitari ha reso difficile rispondere adeguatamente alla domanda di cure, anche per patologie diverse dal Covid-19, con conseguente aumento delle liste d’attesa, ritardi nell’erogazione degli screening e incremento di molte patologie.
LA CRISI DEI SISTEMI SANITARI E LE PROPOSTE DELL’OMS
Anche in questo caso il report dell’OMS sottolinea che situazioni simili si sono avute in molti stati membri, i quali hanno affrontato la pandemia con una forza lavoro inadeguata.
Dunque, parecchi sistemi sanitari a livello mondiale ed europeo sono in crisi e problemi quali l’invecchiamento della popolazione, la carenza di medici, la mancanza di competenze adeguate, il sovraffollamento dei pronto soccorso, la lunghezza delle liste di attesa sono comuni a molti di essi.
Pertanto, l’OMS individua dieci azioni per rafforzare la forza lavoro sanitaria e assistenziale così da poter rispondere in modo efficiente all’aumento della domanda di cura e in maniera adeguata alle sfide sanitarie del futuro:
- Allineare l’istruzione con le esigenze della popolazione e il fabbisogno del servizio sanitario;
- Rafforzare la formazione professionale continua in modo tale da dotare la forza lavoro di nuove conoscenze e competenze;
- Incrementare l’uso di strumenti digitali a supporto della forza lavoro;
- Sviluppare strategie che attraggano e trattengano gli operatori sanitari in zone rurali e remote;
- Creare condizioni di lavoro che promuovo un ambiente lavorativo sano;
- Proteggere la salute e il benessere mentale della forza lavoro;
- Costruire capacità di leadership per la governance e la pianificazione della forza lavoro;
- Rafforzare i sistemi informativi sanitari per migliorare la raccolta e l’analisi dei dati;
- Aumentare gli investimenti pubblici nella formazione, nello sviluppo e nella protezione della forza;
- Ottimizzare l’uso dei fondi attraverso politiche innovative della forza lavoro.
IL PNRR A SOSTEGNO DELLE COMPETENZE DEL PERSONALE SANITARIO
Il tema relativo alle competenze e all’utilizzo degli strumenti digitali in ambito sanitario è già molto sentito in Italia anche perché, come conseguenza dell’aumento dell’età media del personale, si è registrata un’evidente carenza di nuove skills causata anche dalla sostanziale assenza, ormai da anni, di una efficace programmazione dell’offerta formativa e dal taglio delle spese di istruzione. Per questo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto un importante investimento per lo sviluppo delle competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario nonché risorse per completare il processo di trasformazione digitale della sanità italiana.