L’utilizzo di robot nel sistema produttivo italiano continua a rallentare. Difficile che questo fenomeno sia dovuto all’attuale incertezza macroeconomica che sta caratterizzando i nostri tempi, infatti dal 2018 al 2022 la loro adozione da parte delle imprese italiane è rimasta ferma e ha fluttuato tra l’8,7% e l’8,8%.
Secondo dati Eurostat, se si considerano tutte le attività economiche con almeno dieci addetti e si esclude il settore finanziario, l’Italia nel 2022 si è posizionata quarta in Europa nell’implementazione di robot ad uso industriale o di servizio, con l’8,7% di imprese che ha utilizzato una struttura meccanica-elettrica per l’esecuzione di un determinato compito (contro una media europea equivalente a 6,7%). Davanti all’Italia si posizionano la Finlandia (8,9%), il Belgio (10,2%) e, in testa alla classifica, si colloca la Danimarca con l’11,6%. Appena dietro l’Italia, invece, ci sono la Spagna (8,6%), il Portogallo (7,6%) e la Francia (7,3%). Il dato italiano, di per sé molto positivo e incoraggiante, segnala come il processo di modernizzazione e di innovazione del tessuto industriale italiano stia percorrendo una giusta direzione, fondamentale per il rilancio e la competitività del sistema produttivo italiano. Tuttavia, non bisogna nemmeno trascurare che, in termini assoluti, l’adozione di robotica tra le aziende è rimasto pressoché stabile rispetto al dato rilevato nel 2020, registrando un calo pari a -1,1%.
In generale, i robot si profilano essenzialmente in due tipologie:
Robot ad uso industriale, ovvero uno strumento multifunzionale caratterizzato dall’interconnessione di sistemi meccanici, sensori e software, progettato per uno scopo specifico limitato all’ambito industriale e permette di realizzare con maggiore precisione e velocità una serie potenzialmente illimitata di operazioni. Le principali applicazioni di questi strumenti sono molteplici e vanno dalle semplici operazioni di logistica come carico e scarico di magazzini a operazioni di ingegneria meccanica più complesse come la saldatura, la verniciatura, fresatura, foratura, assemblaggio e montaggio di componenti.
Robot di servizio: è un robot che opera in maniera autonoma o semi-autonoma per realizzare e compiere servizi utili per il benessere degli essere umani. Si dividono in due categorie, ci sono quelli ad uso personale che servono per l’assistenza, il trasporto, la sicurezza, la sorveglianza domestica e l’intrattenimento, e ci sono poi quelli ad uso professionale, come quelli utilizzati nell’agricoltura di precisione e nella medicina.
Nell’insieme, l’evoluzione dell’informatica e dell’elettronica ha permesso di sviluppare continuamente nuovi robot industriali in grado di realizzare quasi ogni tipo di attività, grazie all’utilizzo di microprocessori e controllori che possono essere controllati mediante software. L’intervento umano si è così ridimensionato gradualmente passando dall’essere complementare in gran parte dei processi produttivi all’essere sostituito in alcuni di essi.
Per avere un quadro più approfondito sulla diffusione di robot tra le imprese italiane e sulle principali motivazioni che spingono le imprese ad adottare questa tipologia di tecnologia, i dati ISTAT sulle imprese e ICT ci offrono una fotografia della situazione del tessuto produttivo del paese nel 2022 in relazione all’adozione di robotica. Guardando la distribuzione regionale, emerge un divario abbastanza profondo. Se si uniscono i dati del nord-est con quelli del nord-centro, allora le imprese che utilizzano robot nel nord sono in media il 10% contro i 6,4% rilevati nel centro e il 7,3% del sud e delle isole. Dal punto di vista della classe dimensionale delle imprese, si evince una chiara corrispondenza tra dimensione della impresa e adozione di tecnologia robotica. Infatti, tra le piccole imprese (10-49 addetti) si rilevano le percentuali più piccole, numeri che cominciano a salire all’aumentare degli addetti operanti nell’impresa. Ad esempio, per le imprese con classe dimensionale tra 100-249 addetti il 24,1% utilizza robot, mentre tra le aziende con 250 o più addetti tale numero è pari a 29,8%.
Utilizzo di robot tra le imprese per zona (%, 2022)
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Istat
Utilizzo di robot tra imprese per classe dimensionale (%, 2022)
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Istat
Se nel complesso delle attività economiche l’8,7% utilizza robot in generale, dal punto di vista settoriale la loro adozione è molto diffusa nel settore manifatturiero che domina in tutti i campi, dall’utilizzo di robot in generale (19,1%) all’utilizzo di quelli di servizio (7,3%) o per uso industriale (15,8%), sui settori come costruzioni, fornitura di energia e gestione dei rifiuti e sui servizi non finanziari. Da evidenziare che tra le attività manifatturiere a primeggiare c’è il settore automotive per la fabbricazione di mezzi di trasporto, dove il 41,6% delle imprese adotta robot, il 41,4% adotta robot industriali e il 20,5% utilizza robot di servizio.
Utilizzo di robot tra imprese per settore (%, 2022)
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Istat
Considerando il complesso delle attività economiche, le principali motivazioni che spingono le imprese ad utilizzare un robot per la propria attività economica sono principalmente tre: garantire un’elevata precisione o una qualità standardizzata dei processi e/o dei beni e servizi prodotti, migliorare la sicurezza sul lavoro e, da ultimo, ampliare la gamma di beni prodotti o dei servizi forniti dall’impresa. Da notare che nelle restanti motivazioni, il settore manifatturiero supera il dato complessivo rappresentato dal totale delle attività economiche, e questo vale per: alto costo del lavoro, difficoltà di reclutamento del personale e, infine, tasse o altri incentivi pubblici. Questo può essere verosimilmente causato dalla nota carenza di competenze 4.0 nel mercato del lavoro, dove, come sottolineato da The European-House Ambrosetti, c’è un forte ritardo sulla formazione digitale e, in generale, gli attori del settore manifatturiero non sembrano essere soddisfatti del contributo scolastico sulla formazione dei giovani. Questa mancanza appare in parte sopperita dagli strumenti fiscali e finanziari posti dal governo per sostenere la trasformazione digitale del tessuto produttivo. Dal punto di vista regionale, sono soprattutto le imprese del nord (nord-est più nord-ovest) ad affrontare i problemi di carenza di personale con competenze adatte e l’alto costo del lavoro, mentre le imprese del sud mettono la motivazione “tasse o altri incentivi pubblici” tra quelle principali per l’utilizzo di robot.
Motivazioni utilizzo robot tra le imprese (%, 2022)
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Istat
CONCLUSIONI
Dal punto di vista regionale emerge una chiara distinzione tra settentrione e meridione, con il nord che presenta una maggiore automazione del sistema produttivo, mentre dal punto di vista della dimensione all’aumentare della grandezza dell’impresa corrisponde in genere ad una maggior utilizzo di robot. Il settore manifatturiero è quello che si presenta con i numeri più elevati sulla automatizzazione del processo produttivo e in particolare spicca il comparto automotive. Le motivazioni principali che accomunano le imprese ad abbracciare forme di automazione per sostenere la propria produzione sono essenzialmente tre: migliorare la sicurezza del lavoro, garantire una elevata precisione ed efficienza in precisi processi, ampliare la gamma dei beni o dei servizi forniti da una impresa. Il settore manifatturiero, in particolare nel nord, sembra soffrire maggiormente di un mismatch tra domanda e offerta di lavoro, mentre nel sud le imprese sembrano beneficiare particolarmente degli incentivi pubblici imposti dal governo per l’investimento in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzate come i robot.