In occasione della Tavola Rotonda dal titolo “QUO VADIS, MERCATO? Il futuro dei mercati dell’energia tra prospettive di lungo termine e misure emergenziali” organizzata dall’Istituto per la Competitività (I-Com) il 23 marzo 2023 è stato presentato il Policy Brief sul tema.
L’evento dal titolo “QUO VADIS, MERCATO? Il futuro dei mercati dell’energia tra prospettive di lungo termine e misure emergenziali”, a porte chiuse, ha rappresentato l’occasione per confrontarsi sull’impatto delle misure straordinarie applicate al mercato elettrico nel 2022 e sulle sue prospettive di riforma, in particolare alla luce della revisione del market design in discussione in sede europea, oltre che sulla sua evoluzione di lungo periodo per favorire efficienza, stabilità dei prezzi, tutela dei consumatori e conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
La crisi dei prezzi dell’energia, esasperata dalla guerra in Ucraina, ha manifestati criticità e limiti nell’attuale disegno del mercato elettrico europeo. Pertanto, la Commissione UE ha scelto di avviare un processo di riforma per modificarne l’assetto, nell’ottica di garantire sicurezza energetica, prezzi accessibili e un ulteriore impegno nelle politiche di decarbonizzazione.
- Dopo il picco raggiunto in agosto e il rimbalzo di prezzo di dicembre 2022, gli ultimi dati relativi ai primi due mesi del 2023 evidenziano una discesa dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, che hanno raggiunto i minimi da settembre 2021.
- La domanda aggregata di energia elettrica dell’Unione nel 2022 è diminuita del 3% sia rispetto al 2021 che al 2019, ed è risultata in aumento dell’1% rispetto al 2020. Tra i fattori principali alla base della riduzione del fabbisogno troviamo l’inverno più mite, la contrazione dei livelli produttivi dell’industria e le misure di efficienza energetica adottate da imprese, PA e cittadini, oltre che una fisiologica risposta di contrazione dei consumi legata al significativo incremento dei prezzi.
- La crisi energetica ha riportato in auge la necessità di riformare la struttura del mercato dell’elettricità dell’Unione per affrontare la volatilità dei prezzi, accelerare ulteriormente gli investimenti nelle energie rinnovabili e migliorare la flessibilità e la resilienza del sistema elettrico.
- Tutti gli Stati membri che sono intervenuti sul tema, seppure con diverse in relazione alla radicalità delle modifiche da introdurre, hanno sottolineato la necessità di riformare l’attuale impianto normativo per rendere la bolletta elettrica europea meno dipendente dai combustibili fossili, favorire la flessibilità del sistema, tutelare maggiormente i consumatori e accelerare il percorso di transizione energetica.
- Il 14 marzo 2023 la Commissione Europea ha pubblicato la propria proposta di riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica dell’UE. Tre, in particolare, sono gli obiettivi nel mirino: rendere la spesa energetica il più possibile svincolata dai prezzi di breve termine, accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili e promuovere la protezione dei consumatori.
Nel confronto globale sui prezzi dell’energia elettrica, i mercati europei sono stati i più colpiti dai severi rincari avvenuti dalla seconda metà del 2021. Il principale fattore che ha motivato questo andamento è stato il rincaro del gas, che gioca un ruolo rilevante nella generazione di elettricità. Il prezzo del gas, già in aumento dal 2021, ha iniziato a lievitare maggiormente con l’invasione russa in Ucraina, le sanzioni in risposta al conflitto e la relativa incertezza sulla disponibilità flussi di gas, culminata con l’interruzione dei flussi di gas dal gasdotto North Stream 1. Tali condizioni hanno provocato aumenti e volatilità dei prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso, insieme a una generale incertezza dei mercati. Questo quadro è stato aggravato anche dalla bassa produzione di energia elettrica da fonte nucleare e idroelettrica che ha interessato l’Europa nel corso del 2022, fattore che ha comportato ulteriori incrementi di prezzo e il picco raggiuntosi ad agosto 2022. Dopo il picco raggiunto in agosto, il riempimento degli stoccaggi, la riduzione della domanda da parte dell’industria e del settore residenziale (favorita dalle temperature mite), la diminuzione del fabbisogno cinese sono tra i fattori che hanno alimentato una tendenza ribassista dei prezzi. Dopo il rimbalzo di prezzo di dicembre, i dati relativi ai primi mesi del 2023 evidenziano una discesa dei prezzi all’ingrosso, che hanno raggiunto i minimi da settembre 2021.