Nel corso della pandemia da Covid-19 la digitalizzazione dei canali di distribuzione ha rappresentato un servizio fondamentale per i beni di prima necessità e ha coinvolto in modo significativo anche il comparto farmaceutico.
Secondo Federfarma, prima della recente emergenza sanitaria, 150 cittadini al mese si rivolgevano al numero verde nazionale per la consegna a domicilio dei farmaci. Durante i mesi di lockdown questi numeri sono aumentati in misura esponenziale arrivando addirittura a 60.000 richieste a settimana, tant’è vero che la stessa Federazione nazionale delle farmacie, per far fronte all’enorme domanda di carattere emergenziale, ha siglato un accordo con la Croce Rossa Italiana.
Dunque, complice la pandemia, l’home delivery dei farmaci è diventata una realtà importante. Tuttavia, questi nuovi canali distributivi non trovano ancora oggi un perimetro di regolamentazione definito da norme ad hoc, specie nel caso dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica, noti anche come farmaci da banco o OTC (over the counter).
Il tema della consegna a domicilio dei farmaci e della necessità di norme nazionali chiare ed organiche, volte principalmente a consentire una piena fruizione dei vantaggi e delle opportunità portate dall’innovazione e dalla digitalizzazione dei canali distributivi dei farmaci OTC, è stato oggetto di un recente policy brief, dal titolo “La nuova sanità digitale e le esigenze dei cittadini. Strumenti e indirizzi per favorire l’innovazione nell’accesso ai farmaci” curato dall’Istituto per la Competitività (I-Com).

IL MERCATO NON PRESCRIPTION
I medicinali senza obbligo di prescrizione medica si dividono in due categorie:
• I farmaci cosiddetti SOP, non pubblicizzabili e non esponibili all’interno delle farmacie, anche denominati “behind the counter” e appartenenti in gran parte alla classe di rimborsabilità C, ossia a carico dei cittadini eccetto dei titolari di pensione di guerra diretta vitalizia.
• I farmaci cosiddetti OTC (“over the counter”), conosciuti anche come farmaci da banco, di cui sono consentite la pubblicità e l’esposizione in farmacia.
Il mercato di queste due categorie di farmaci è una fetta non trascurabile dell’intero mercato farmaceutico pari, secondo i dati 2021, al 15% delle vendite al pubblico.
Si tratta principalmente di medicinali per raffreddore, tosse, affezioni respiratorie, analgesici, farmaci gastrointestinali, dermatologici e per l’apparato circolatorio.

LA CONSEGNA A DOMICILIO DEI FARMACI OTC E I RELATIVI VANTAGGI

Essendo farmaci volti, sostanzialmente, al trattamento di disturbi minori e di lieve entità, per i quali al paziente non serve la consultazione del medico, un accesso veloce ad essi tramite la consegna a domicilio potrebbe agevolare i cittadini, soprattutto quelli con mobilità ridotta che a causa delle loro condizioni potrebbero avere più bisogno dei farmaci OTC ma allo stesso tempo difficoltà a recarsi fisicamente in farmacia, e gli anziani.
In generale, la consegna a domicilio di qualsiasi prodotto farmaceutico può avere notevoli vantaggi ed è valutata positivamente dalla maggioranza dei cittadini. A tal proposito, in un sondaggio condotto nel dicembre 2021, il 93% degli intervistati ha affermato che è importante per le farmacie dotarsi di un sistema di consegna a domicilio, per il 98% il recapito in giornata dei prodotti è un requisito essenziale per la fidelizzazione con il punto vendita. Inoltre, il 47% delle persone ha dichiarato di ricorrere più spesso al servizio dopo la pandemia in virtù della comoda abitudine acquisita.
Non solo, anche le farmacie avrebbero dei vantaggi in termini di fidelizzazione dei clienti nonché di maggiori fatturati. A riprova di ciò, un’indagine sull’home delivery di farmaci ha evidenziato una correlazione positiva tra la disponibilità di opzioni di consegna della farmacia e la fidelizzazione del cliente. Oltre il 60% degli utenti del delivery di farmaci (con e senza prescrizione) ha dichiarato di ordinare sempre dalla stessa farmacia e oltre il 50% ha risposto di essere diventato cliente abituale della farmacia in cui effettua gli ordini online.

I LIMITI NORMATIVI
Tuttavia, la normativa attuale non copre efficacemente la realtà dell’home delivery farmaceutico, che si muove pertanto in un contesto tutt’altro che definito. Infatti, la legislazione vigente si esprime chiaramente solo sulla vendita online dei farmaci, che è di fatto vietata ad eccezione dei farmaci senza obbligo di prescrizione (SOP e OTC), prodotti parafarmaceutici e omeopatici per cui non vi è la specifica di vendita solo in presenza di ricetta medica. Di fatto nulla osta, invece, la realtà dell’home delivery, denominata anche “last mile delivery” che si inserisce in una fattispecie non ancora sufficientemente normata.
Il D.lgs. n. 17/2014, che ha recepito la a Direttiva 2011/62/UE, e successivamente le circolari del Ministero della Salute vieterebbero di per sé la vendita dei medicinali, anche senza obbligo di ricetta, tramite app o siti intermediari. Però, la norma riguarda i siti di e-commerce e non la consegna a domicilio rapida attraverso piattaforme terze, che raccolgono più farmacie vicino casa (diverso il caso del sito di e-commerce della farmacia stessa, che recapita il pacco anche in tutta Italia, in più giorni). Ciò significa che la piattaforma di consegna trasporta il prodotto da un venditore autorizzato al consumatore e non assume, di fatto, il ruolo di venditore. Il fattore dirimente è, appunto, il luogo giuridico dove avviene la vendita. Nell’e-commerce la vendita avviene online. Nella last mile delivery, invece, la vendita avviene in farmacia e il meccanismo di delega che interviene tra l’utente e l’intermediario non intacca in alcun modo il ruolo del farmacista e rispetta tutte quelle che sono le fasi tipiche della dispensazione.
Un quadro normativo poco chiaro rappresenta, dunque, un freno agli investimenti in questo ambito e un mancato beneficio per cittadini e farmacie, le quali svolgono un ruolo cruciale nella fornitura di servizi sanitari a livello territoriale.
Senza dubbio si rende necessario un intervento legislativo chiarificatore che identifichi i limiti e le possibilità di azione di tutti i soggetti coinvolti senza tralasciare le norme di buona conservazione e tracciatura dei farmaci, come anche quelle di protezione della privacy degli utenti dei servizi di last mile delivery.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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