“ITALIA A PASSO DI GIGABIT. Lo stato di avanzamento e gli scenari di sviluppo infrastrutturale a partire dal PNRR” è il titolo del Policy brief redatto da I-Com.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, oltre a rappresentare un volano fondamentale per la ripresa dell’economia italiana duramente provata dalla crisi pandemica, ha formalizzato le principali tappe da seguire per mettere il Paese in condizione di affrontare importantissime sfide future come la trasformazione digitale. Uno dei pilastri fondamentali a sostegno della digitalizzazione del Paese è indubbiamente lo sviluppo delle nuove reti ultraveloci, che fungono da principale fattore abilitante per gran parte delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale (IA), il Cloud Computing e l’Internet of Things (IoT).
- Con l’adozione della nuova strategia nazionale per la banda ultra larga (pubblicata il 27 maggio 2021), le ambizioni italiane sono state rafforzate rispetto a quelle europee, prevedendo entro il 2026 una velocità di connessione delle reti fisse ad almeno 1 Gbps su tutto il territorio nazionale, in anticipo di ben quattro anni rispetto alle tempistiche UE.
- Secondo gli ultimi dati sull’avanzamento dei Piani diffusi da Infratel (giugno 2023), dei 6,8 milioni di civici che ricadono sotto il Piano Italia a 1 Giga, sono 216.061 (3,14%) quelli già connessi mentre altri 804.501 (11,71%) sono in lavorazione. Con riguardo al Piano Italia 5G, la linea di intervento di backhauling, che prevede 11.098 Stazioni radio base da rilegare, ha raggiunto una percentuale di completamento del 9,05%% mentre il 13,48% è in lavorazione. Con riguardo alla linea di intervento Densificazione, dei 1.385 interventi previsti sul territorio nazionale il 2,95% risulta completato e il 9,57% in lavorazione.
- Dall’ultima mappatura delle reti fisse effettuata da infratel nel 2021 emerge come il 22,8% dei civici italiani risultava coperto con tecnologia capace di garantire connettività tra 30 Mbps e 100 Mbps, il 23,8% era dotato invece di una velocità di connessione tra i 100 e i 300 Mbps e, infine, il 17,5% dei civici poteva contare su una connettività superiore a 300 Mbps.
- In base ai dati forniti ad I-Com da Infratel Italia, al 2021 i civici coperti in FWA passed sul territorio nazionale risultavano essere il 5,7% a velocità compresa tra i 30 e i 100 Mbps e il 14,8% con velocità di connessione compresa tra i 100 e i 300 Mbps.
- Relativamente alle reti mobili, l’argomento centrale è relativo allo stato della copertura del Paese in rete 5G. Gli ultimi dati pubblicati dal 5G Observatory indicano come nel primo trimestre del 2023 gli operatori italiani abbiano dichiarato una copertura della popolazione pari al 99,7%, il quarto valore più alto tra quelli pubblicati a livello europeo.
- Osservando la composizione del mix tecnologico emerso dalla mappatura effettuata da Infratel nel 2021 è possibile vedere come la copertura in rete mobile del territorio italiano sia realizzata in maggioranza, ovvero il 72%, attraverso il DSS. Di converso, risultava coperto in 5G standalone circa il 7,3% del territorio nazionale, dato che vede l’Italia posizionarsi agli ultimi posti in UE.
- I dati dell’Osservatorio Agcom sul breakdown mensile degli accessi alla rete fissa evidenziano come a partire da dicembre 2018 questi siano diminuiti fino a toccare quota 19,71 milioni a dicembre 2019, per poi tornare lievemente a crescere attestandosi a 19,87 milioni a dicembre dell’anno scorso.
- Analizzando il mix tecnologico degli accessi alla rete fissa nel quinquennio, appare con evidenza il calo delle connessioni completamente in rame (-63%), che restano comunque 4,3 milioni, a fronte di una netta crescita di tutte le altre, in particolare FTTH (passate da 880mila a 19,8 milioni, con un incremento del +292%), FTTC (da 6,47 milioni a 10,3 milioni, +58,6%) e FWA (da 1,2 milioni a 1,8 milioni, +43,2%).
- Secondo gli ultimi dati disponibili sul portale web del MIMIT, aggiornati al 13 luglio 2023, a livello nazionale il 45,7% (€269 milioni) dei fondi destinati al Voucher connettività per le imprese risulta essere stato attivato, mentre un ulteriore 7,6% (€44 milioni) è stato prenotato. Allo stato attuale restano quindi ancora inutilizzati l’46,7% dei fondi a disposizione, che equivalgono a circa €275 milioni.
- Per quel che riguarda i risultati ottenuti dalla fase I del Voucher Famiglie, attivata a novembre 2020 e chiusa a fine 2021, si osserva come sui €200 milioni disponibili a livello nazionale, circa il 51% risulta essere stato erogato, mentre il 49% non è stato utilizzato.
- Quanto alle possibili misure per accelerare lo sviluppo ed il take-up delle reti, partendo dalla constatazione che i voucher alle famiglie hanno raggiunto obiettivi modesti e che soprattutto nelle aree a minor reddito e minor tasso di scolarizzazione gli abbonamenti mobili, più economici e dalle ottime performance, tendono spesso a sostituire i fissi, sarebbe opportuno valutare di reindirizzare le forme di sostegno previste direttamente verso gli operatori per incentivare la migrazione dei clienti alle reti a banda ultra larga.
- Sempre lato domanda, sarebbe inoltre importante prestare attenzione alle opportunità che le reti private 5G possono offrire al settore industriale e, dunque, prevedere, magari anche all’interno dell’annunciato varo del piano Transizione 5.0 (dall’attuale Transizione 4.0), specifiche misure a sostegno dello sviluppo di tali reti, in grado di abilitare servizi digitali avanzati (a partire dall’IoT).