La mobilità attiva, che concerne la scelta di andare in bicicletta o a piedi per qualsiasi spostamento abituale (ad esempio recarsi a scuola o al lavoro) in alternativa all’uso di veicoli a motore, è una buona pratica per migliorare la salute ed è fortemente raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in quanto consente di ridurre la mortalità e di diminuire l’insorgenza di molte malattie croniche.

I BENEFICI 

Nello specifico, l’OMS raccomanda di svolgere almeno 150 minuti di attività fisica moderata alla settimana. Per raggiungere tale obiettivo basterebbe percorrere un tragitto a piedi quotidiano di circa 2,5 km per 5 giorni. Ossia uno sforzo per niente eccessivo che si traduce però in una riduzione del rischio di mortalità del 10%.

Chi si muove in bici ha poi una diminuzione ancora più significativa del rischio di mortalità, con un calo del 24% per tutte le cause di morte e del 25% del rischio di morte per tumore.
Inoltre, è stato stimato che nell’Unione europea, ogni anno più di 100.000 morti premature potrebbero essere evitate se ogni adulto andasse a piedi o in bicicletta per 15 minuti in più al giorno.

Oltre alla salute fisica anche la salute mentale beneficia della mobilità attiva. Infatti, le persone fisicamente attive hanno fino al 30% di rischio in meno di cadere in depressione e rimanere attivi migliora l’umore e riduce lo stress.

Infine, la mobilità attiva comporta anche vantaggi per la società nel suo complesso, in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico, acustico e ambientale, migliorando la qualità dell’aria e contribuendo a un ambiente più sano. E ciò si traduce in un impatto positivo sulla salute pubblica nonché in costi sanitari più bassi.

Sebbene la mobilità attiva possa incrementare l’esposizione ad agenti inquinanti o all’eventualità di infortuni, i benefici (dalla riduzione, ad esempio, del rischio cardiovascolare, al miglioramento dello stato di salute mentale) eccedono i rischi in un rapporto di quasi nove a uno. Tuttavia, non è ancora molto praticata nel nostro Paese.

I DATI IN ITALIA

Gli ultimi dati della Sorveglianza Passi del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (Cnapps) dell’Iss, resi noti in occasione della settimana europea della Mobilità che si celebra dal 16 al 23 settembre, evidenziano infatti che nel biennio 2021-2022 meno della metà (42%) della popolazione italiana adulta (età compresa tra 18-69) intervistata ha dichiarato di aver usato la bicicletta e/o di essersi spostata a piedi per andare al lavoro, a scuola o per gli spostamenti quotidiani.

Analizzando più nel dettaglio i dati si evidenzia inoltre un’ampia variabilità fra le regioni. Infatti, la quota maggiore dei cittadini che raggiunge i livelli raccomandati di mobilità attiva risiede principalmente nelle regioni settentrionali.

SERVONO PIÙ POLITICHE PUBBLICHE

La promozione della mobilità attiva e sostenibile è entrata ormai da tempo nelle agende dei decisori, sia a livello globale – nell’ambito dei Sustainable Development Goals (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) – sia di singoli Paesi.

Tuttavia, l’Italia, osservando i dati riportati, deve compiere ancora qualche sforzo e mettere in atto politiche pubbliche afferenti a diversi settori (tra cui sanità, ambiente, trasporti) e campagne di sensibilizzazione al fine di incrementare i livelli di mobilità attiva nella popolazione generale e godere pienamente dei benefici correlati.

Lo sviluppo di smart city è sicuramente un aspetto che non può essere tralasciato. Favorire infatti uno sviluppo urbano più sostenibile, ma anche inclusivo e su misura per l’uomo, è fondamentale per incoraggiare la mobilità attiva e dunque uno stile di vita più sano.

A tal proposito, il PNRR si presenta come un’occasione da non perdere per la riqualificazione degli spazi urbani anche a vantaggio della salute dei cittadini.

Percentuale di persone adulte che dichiarano di aver fatto uso della bicicletta e/o di essersi spostati a piedi per i tragitti quotidiani

Fonte: Istituto Superiore di Sanità

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.