Sanità digitale, I-Com: “Le prenotazioni online strategiche per diminuire i tempi di attesa delle prestazioni e migliorare l’efficienza dei servizi”

Sanità digitale, I-Com: “Le prenotazioni online strategiche per diminuire i tempi di attesa delle prestazioni e migliorare l’efficienza dei servizi

  • Presentato lo studio realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e promosso insieme a Doctolib, la tech company nata in Francia nel 2013 e attiva in Italia dal 2021, tra i principali player europei nella sanità digitale.
  • Nel 2022 oltre 4 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure di cui avevano bisogno, un fenomeno che riguarda il 7% della popolazione. A frenare gli italiani, più che i motivi economici, sono le liste di attesa.
  • La sanità digitale può essere un grande alleato per ridurre le tempistiche dei CUP, dove viene effettuato il 91,55% delle prenotazioni delle prestazioni. Nel 2022 gli appuntamenti eseguiti online risultano essere il 53% del totale nazionale, un valore vicino alla media europea del 54%.

Roma, 19 ottobre 2023I tempi di attesa per le prestazioni sanitarie stanno diventando sempre più critici. L’utilizzo delle prenotazioni online si configura come una strategia essenziale per mitigare questo problema. Un numero crescente di medici di medicina generale sta adottando tali sistemi digitali, riducendo così il sovraffollamento dei propri studi e migliorando l’efficienza dei servizi.

Sono questi alcuni degli spunti contenuti nello studio dal titolo Tempi di attesa e accesso alle prestazioni sanitarie. Il digitale a supporto dei cittadini” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato nel corso di un dibattito promosso insieme a Doctolib, tech company nata in Francia nel 2013 e attiva in Italia dal 2021, tra i principali player europei nella sanità digitale. Parte del ciclo di tavole rotonde “Salute Digitale: nuovi paradigmi per la sanità”, l’iniziativa ha avuto lo scopo di approfondire la riorganizzazione della sanità territoriale secondo un paradigma di “connected care” volto a mitigare l’onere di lavoro dei professionisti sanitari e garantire un servizio più efficiente e tempestivo ai pazienti.

Nel 2022, secondo i dati Istat, oltre 4 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure di cui avevano bisogno, un grave fenomeno che riguarda il 7% della popolazione. Nelle rilevazioni più recenti emerge tuttavia che, per la prima volta, a frenare gli italiani sono le liste di attesa più che i motivi economici. Le ripercussioni di ciò si ritrovano anche nel numero di visite effettuate: la quota di persone che ha sostenuto visite specialistiche si è difatti ridotta dal 42,3% nel 2019 al 38,8% nel 2022, come anche quella relativa agli accertamenti diagnostici, passata dal 35,7% al 32,0%.

In questo scenario, l’introduzione di strumenti e servizi digitali si pone come nuova possibile soluzione per la riduzione dei tempi di erogazione delle prestazioni e per la semplificazione delle prenotazioni delle visite, facilitando l’accesso alle cure e l’effettiva fruibilità dei servizi sanitari.

Dagli ultimi dati disponibili, raccolti nel 2021 da AGENAS, si sottolinea che circa il 59% delle prenotazioni ha un tempo di attesa inferiore ai 10 giorni, circa il 29% delle prenotazioni viene fissato tra gli 11 e i 30/60 giorni e solo per il 13% delle prenotazioni si deve attendere oltre i 30/60 giorni. A livello delle singole prestazioni, la mammografia registra la percentuale più bassa di prenotazioni entro i 10 giorni (40%), seguito dalla visita endocrinologica (42%), dalla ecografia bilaterale della mammella (47%) e fotografia del fundus (47%).

A pesare sull’allungamento dei tempi delle liste di attesa è stata anche la pandemia. Il fenomeno della “sanità sospesa” ha reso necessario il recupero successivo delle prestazioni sanitarie che erano state rimandate o cancellate durante l’emergenza. Entrando nel dettaglio delle prestazioni che sono state rimandate e recuperate nel 2022, gli inviti agli screening presentano tutto sommato buoni tassi di recupero, con una media nazionale dell’82% e diverse regioni che riportano di aver già recuperato la totalità delle prestazioni prefissate. Tra queste il Piemonte, la Basilicata, la Provincia Autonoma di Trento, l’Emilia-Romagna e la Toscana (dati: Ministero della Salute).

Le problematiche legate all’accesso alle prestazioni comprendono anche ulteriori barriere, come la mancanza di trasparenza nelle informazioni fornite ai cittadini riguardo alle prenotazioni e le difficoltà riscontrate nella fase di prenotazione stessa, spesso caratterizzate da lunghe attese per contattare il Centro Unico di Prenotazione (CUP) o per completare la prenotazione attraverso il sito web della Regione. A livello nazionale, nel 2022, infatti il 91,55% delle visite viene fissato attraverso l’agenda gestita dal sistema CUP (dati: Rapporto Pit Salute 2023).

“I divari e il distanziamento sociale che abbiamo sperimentato negli ultimi anni hanno reso ancora più pressante l’urgente necessità di adottare soluzioni e misure digitali che possano attenuare il rischio di perdere il contatto tra i cittadini, che hanno bisogno di prestazioni o cure essenziali, e i loro medici o strutture ospedaliere di riferimento”, dichiara il direttore Area Salute di I-Com Thomas Osborn. “Il concetto di “connected care” rappresenta un nuovo modello organizzativo che consente ai cittadini di accedere alle informazioni sanitarie tramite piattaforme digitali integrate o interoperabili, e di condividere in modo sicuro tali informazioni con tutti gli attori coinvolti nel processo di cura”.

La sanità digitale rappresenta un grande alleato anche per ridurre le tempistiche di prenotazione dei CUP. Tale insieme di pratiche, un tempo ritenute utopiche nel nostro paese, stanno diventando gradualmente sempre più diffuse: nel 2022 gli appuntamenti eseguiti online risultano essere il 53% del totale nazionale, un valore vicino alla media europea del 54% (dati: Statista).

“In questo contesto, le soluzioni digitali per la sanità rappresentano strumenti fondamentali per migliorare la situazione in modo significativo. A patto però che queste tecnologie siano pensate per essere di facile accesso e utilizzo da parte dei professionisti sanitari, protagonisti del processo di digitalizzazione che il nostro Sistema Sanitario Nazionale sta affrontando”, commenta il ceo di Doctolib Italia Nicola Brandolese. “Vogliamo porre l’attenzione su un punto che riteniamo fondamentale: l’integrazione tra le piattaforme di prenotazione digitale con i sistemi CUP regionali e aziendali dovrebbe avvenire sempre all’interno di regole definite. In questo modo si potrebbe garantire maggiore trasparenza in termini di disponibilità delle prestazioni, rendere più efficiente la gestione delle strutture sanitarie e coinvolgere i cittadini nel processo di prenotazione. In uno scenario di questo tipo, piattaforme e servizi digitali consentirebbero davvero al cittadino di accedere facilmente alla disponibilità di prestazioni e orientarsi secondo le proprie necessità”.

La digitalizzazione delle prenotazioni può portare benefici diretti e indiretti nella gestione delle liste di attesa. In primo luogo, diminuendo sostanzialmente i tempi tecnici per il paziente (noti come “lead time”), poiché non sarebbe più necessario recarsi fisicamente allo sportello o attendere al telefono per ottenere una risposta. Inoltre, contribuirebbe a limitare l’intervallo che intercorre tra la prescrizione medica e la prenotazione effettiva, in quanto è possibile anticipare l’atto della prenotazione senza dover passare per uno sportello fisico.

 

Comunicato stampa_Liste di attesa