Il settore Farmaceutico e Biomedicale nel Lazio: strategie di politica industriale

“Il settore Farmaceutico e Biomedicale nel Lazio: strategie di politica industriale”: è questo il titolo del policy paper realizzato da Istituto per la Competitività (I-Com) con la collaborazione di Unindustria e presentato lo scorso 22 novembre a Roma presso la Coffee House di Palazzo Colonna.

Il settore farmaceutico e biomedicale è uno dei pilastri dell’ecosistema produttivo laziale. Esso, infatti, si colloca al primo posto tra le industrie manifatturiere regionali per valore aggiunto, per stipendi distribuiti sul territorio e valore dell’export, e svolge un ruolo chiave per la sua importante partecipazione alla spesa in ricerca e sviluppo, oltre che per l’indispensabile apporto al benessere della popolazione e alla sostenibilità del sistema sanitario.

Il settore è caratterizzato da forte innovatività e da una produzione ad alto valore aggiunto ed è uno dei settori più tecnologicamente avanzati nel panorama dell’industria italiana. Inoltre, ha da sempre un’elevata apertura commerciale e un alto grado di partecipazione alle catene internazionali del valore: a livello nazionale, la produzione del comparto farmaceutico e biomedicale è destinata per l’80% del suo valore al di fuori dei confini nazionali, una statistica che vede protagonista il Lazio – la principale regione esportatrice italiana di prodotti farmaceutici sin dal 2010, con una quota di quasi il 36% del totale nazionale nella media annua da allora, e la seconda regione italiana per numero di addetti in ricerca e sviluppo. Questo primato si è confermato anche nel 2022, quando è stato registrato un valore dell’export di €12,7 miliardi (+10,3% sul 2021), un ammontare in investimenti in R&S pari a €308 milioni e un numero di impiegati nel sistema che supera le 12 mila unità (alle quali si aggiungono altri 14.200 addetti nell’indotto).

Questo settore industriale ha quindi un valore inestimabile, sia in termini qualitativi che quantitativi, per tutto l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione e per la competitività dell’intero ecosistema in Italia e nella Regione Lazio. In un momento storico in cui l’Europa, reduce dagli insegnamenti della pandemia da Covid-19, spinge per acquisire una migliore autonomia strategica sostenendo la ripresa e la sua transizione verso modelli innovativi e futuribili, l’Italia non può fare a meno di concentrarsi sui settori, come quello farmaceutico e biomedicale, che rappresentano un acceleratore della crescita nonché un pilastro dell’ecosistema della ricerca, dell’innovazione e della competitività del paese e delle singole regioni. Nell’Italia composta da 20 Regioni e dove gli interventi di politica industriale rappresentano per costituzione materia di legislazione concorrente, risulta dirimente la capacità di ogni singolo territorio nel determinare le scelte di investimento delle imprese, e conservarle nel tempo. I fattori dell’attrattività e della competitività, centrali per tali operazioni, sono tuttavia di diversa natura e possono riguardare il Paese nel suo complesso come anche le specificità regionali. Tra questi, la stabilità politica ed economica, la certezza del diritto, la grandezza del mercato interno e il grado di partecipazione alle reti commerciali internazionali, ma anche fattori oggetto di possibili interventi pubblici di natura regionale, quali le politiche amministrative e gli incentivi fiscali, le politiche strutturali, infrastrutturali e di logistica, e gli investimenti in materia di formazione e crescita delle competenze.

I fattori abilitanti dell’attività di impresa ricoprono un ruolo centrale sul territorio per garantire sopravvivenza e possibilità di crescita del comparto. Alcuni di essi hanno effetti diretti specifici di settore (ad esempio governance, politiche sanitarie e farmaceutiche, incentivi e sgravi fiscali targettizzati), mentre altri hanno effetti macroscopici che impattano sulla qualità dell’ecosistema regionale (infrastrutture e trasporti, tempistiche autorizzative e regolatorie, prezzi sui mercati energetici e delle materie prime, trasferimento tecnologico e reti di collaborazione con università e poli tecnologici etc.) e, soprattutto, sono oggetto di possibile intervento pubblico non solo a livello nazionale bensì territoriale. Questi fattori possono essere sintetizzati e racchiusi nelle seguenti aree:

  • Politiche amministrative e certezza del diritto
  • Politiche fiscali
  • Incentivi specifici a supporto degli investimenti
  • Politiche strutturali, infrastrutturali e logistica
  • Spillover tecnologici e competenze (skill mix)
  • Politiche industriali a matrice distrettuale

Ciascuno di questi ambiti viene analizzato ed approfondito rispetto al contesto locale, nel tentativo di individuarne punti di forza ed eventuali criticità su cui richiamare l’interesse e l’intervento pubblico, anche con il sostegno di analisi comparative con modelli virtuosi del panorama nazionale e internazionale.

Alla luce di questa premesse, il Policy Paper si pone come obiettivo quello di individuare e analizzare i fattori che impattano sullo svolgimento dell’attività di impresa del comparto nella Regione Lazio, con il fine di fornire spunti di intervento pubblico utili a rendere il territorio regionale più attrattivo, contribuendo inoltre alla diffusione di una più avanzata consapevolezza rispetto a vantaggi e svantaggi di diversi ecosistemi ed esperienze territoriali.

 

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