La povertà energetica è un tema cruciale e quantomai attuale poiché mette in evidenza sia le disuguaglianze socioeconomiche che quelle sull’impatto ambientale prodotto dalle attitudini, quindi dai consumi di gas ed elettricità, degli individui. Sebbene la definizione non sia univoca a livello europeo ed esistano diversi parametri nazionali che prendono in considerazione più aspetti, in generale, nel nostro paese, per povertà energetica si intende la “difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici o, in alternativa, un accesso ai servizi energetici che implica una distrazione di risorse, in termini di spesa o di reddito, superiore a un valore normale”.

A livello pratico, si può quindi immaginare che le famiglie in stato di povertà energetica siano fra quelle che si ritrovano costrette a scegliere fra l’usufruire di servizi fondamentali quali elettricità e/o riscaldamento e altri bisogni altrettanto imprescindibili, come cibo e cure mediche. Questo fenomeno, se persistente ed estremizzato, può anche portare a condizioni di salute precarie e compromettere il benessere generale delle comunità. Inoltre, la povertà energetica è una componente rilevante nel determinare la decarbonizzazione di un paese, poiché le famiglie con basso reddito spesso non sono disposte ad investire nell’efficientamento energetico della propria abitazione o dei propri spostamenti e potrebbero essere costretti a utilizzare auto, elettrodomestici o caldaie più inquinanti e meno sostenibili. Contrastare la povertà energetica non solo può contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone vulnerabili, ma anche a mitigare gli impatti ambientali negativi dei consumi associati al settore residenziale.

Dai nuovi dati presentati dall’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), relativi al 2022, emerge che l’Italia ha affrontato una sfida significativa in quanto 2 milioni di famiglie (il 7,7% della popolazione) si trovavano in queste condizioni.

La spesa annuale media per elettricità e riscaldamento è cresciuta a 1.915 euro per famiglia, registrando un incremento di 500 euro rispetto all'anno precedente (+32%). Questo aumento ha pesato sul bilancio dei nuclei di tutte le fasce, in particolare su quelle a reddito medio. Nonostante ciò, c'è stata una riduzione delle famiglie in povertà energetica rispetto all'anno precedente, grazie agli ingenti interventi governativi che hanno stanziato 16,8 miliardi di euro per politiche di sostegno. Tuttavia, l'incidenza del fenomeno varia regionalmente, con la Calabria che segna il tasso più alto al 22,6%.

Gli indicatori europei aggiornati al 2022 per l’Italia (di tipo socioeconomico e che riguardano il tema della povertà energetica) sostanzialmente confermano la buona riuscita delle politiche di sostegno ai clienti vulnerabili. Grazie agli interventi pubblici, dopo due anni di crescita nel biennio 2020-2021, le famiglie con arretrati sulle bollette sono diminuite, raggiungendo i livelli del 2019. Tuttavia, si nota un aumento di quelle che non riescono a scaldare adeguatamente la propria abitazione.

Uno strumento fondamentale che ha permesso di evitare conseguenze disastrose per via dei rincari energetici è stato l'automatizzazione dei bonus sociali per le forniture di elettricità e gas, che ha portato a un significativo aumento dei beneficiari, passando da circa 800.000 famiglie nel 2021 a 2,5 milioni nel 2022. Il numero è cresciuto ulteriormente nel biennio 2022/23 grazie all'innalzamento delle soglie ISEE. Per quanto necessarie, queste misure eccezionali non potranno essere rese strutturali a causa dell’eccessivo peso sul bilancio pubblico del nostro paese, che già fatica ad entrare nell’ottica di riduzione del proprio debito. Allo stesso tempo, il ritorno dei supporti alle famiglie a un regime ordinario dal secondo semestre dello scorso anno, con ogni probabilità, comporterà un incremento della povertà energetica sia nello stesso 2023 (non ci sono ancora dati OIPE definitivi) che nel 2024.

Per questo, il legislatore nazionale ed europeo continua a monitorare da vicino il fenomeno e la sua evoluzione. La nuova Direttiva sull'Efficienza Energetica del 2023 ha introdotto nuove definizioni e misure, fra cui l’obbligo per gli Stati membri di dare priorità ai clienti vulnerabili e agli alloggi sociali nell'ambito delle misure di efficientamento energetico che dovranno essere implementate nel perimetro del Green Deal europeo.

Secondo il provvedimento ogni Stato membro adotterà una propria traiettoria nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, consentendo una flessibilità sufficiente per tenere conto delle circostanze nazionali. Gli Stati membri sono liberi di scegliere quali edifici prendere in considerazione e quali provvedimenti adottare. Le nazioni dovranno garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni. Per combattere la povertà energetica e ridurre le bollette energetiche, le misure di finanziamento dovranno incentivare e accompagnare le ristrutturazioni ed essere mirate in particolare ai clienti vulnerabili e agli edifici con le peggiori prestazioni, in cui vive una quota maggiore di famiglie povere di energia. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire la presenza di tutele per gli affittuari, per contribuire ad affrontare il rischio di sfratto delle famiglie vulnerabili causato da aumenti sproporzionati dell'affitto in seguito a una ristrutturazione.

Inoltre, nel 2027 entrerà in vigore una nuova tassazione sulle emissioni di CO2 i cui proventi saranno destinati ad un nuovo strumento, il Fondo Sociale per il Clima Europeo. Per usufruire di questi finanziamenti l'Italia dovrà sviluppare un proprio Piano Sociale per il Clima con una struttura simile al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con obiettivi chiari e misurabili da tradurre in provvedimenti volti ad aiutare le famiglie. Questo piano sarà fondamentale per raggiungere i target fissati nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) che raggiungerà la sua forma definitiva nel giugno di quest’anno.

È evidente come il quadro normativo europeo di riferimento sembra essere ben indirizzato sul tema della povertà energetica, che viene riconosciuto come problema attuale e rilevante anche in ottica della decarbonizzazione. Tuttavia, l'attenzione delle istituzioni rimane un elemento necessario ma non sufficiente, se non accompagnato da azioni concrete. Gli strumenti per agire ci sono, ma occorrerà partire già nella versione definitiva del PNIEC.

Dopo la laurea triennale in Business Administration and Economics all’Università di Roma Tor Vergata, si è laureata con lode in Economics presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Anche grazie ad un tirocinio come Assistente di Ricerca all’Università di Bologna, ha maturato l’interesse e le competenze per la ricerca, anche di stampo econometrico. Nel 2023 è approdata in I-Com, dove si occupa dei temi energetici e della sostenibilità. In precedenza, è stata Junior Economist presso l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani.