La digitalizzazione delle imprese è un processo fondamentale per la competitività, l’innovazione e la crescita economica di un paese. Si tratta della capacità di sfruttare le nuove tecnologie per migliorare i processi produttivi, i prodotti e i servizi offerti, la relazione con i clienti e i fornitori, la gestione delle risorse umane e finanziarie.
La digitalizzazione delle imprese può portare a benefici quali l’aumento della produttività, la riduzione dei costi, la diversificazione delle fonti di reddito, la creazione di nuove opportunità di lavoro e di mercato nonché una maggiore resilienza ai cambiamenti e alle crisi. Nonostante ciò, osservando il tessuto industriale italiano possiamo vedere come permangano nette differenze tra il livello di avanzamento digitale tra le varie aree del nostro Paese. Secondo i dati contenuti nell’ultima rilevazione dell’Istat sull’ICT nelle imprese (2023), la percentuale di aziende che presenta un livello di digitalizzazione almeno di base, ovvero che utilizzano almeno 4 tecnologie digitali tra le 12 individuate come parametro dall’UE, si attesta sul 61,3%, addirittura al di sopra del valore medio europeo che si ferma al 58,7%.
Osservando la distribuzione territoriale, vediamo però come emergono forti differenze in termini di avanzamento digitale tra le aziende residenti al nord e quelle presenti nel resto del Paese. Infatti, mentre il nord ovest (64,7%) e il nord est (64,5%) raggiungono un valore superiore sia al dato italiano che europeo, il centro (57,7%) e soprattutto il sud si posizionano nettamente al di sotto (55,8%).
IL TEMA CONNETTIVITÀ
Il principale fattore abilitante per la transizione digitale delle imprese è certamente la disponibilità di un accesso al web con prestazioni altamente performanti, utile per utilizzare, sviluppare ed erogare servizi informatici innovativi. Per tale ragione, uno degli indicatori più importanti per la transizione digitale dell’ecosistema industriale di ogni paese è rappresentato dal livello di accesso al web delle imprese.
Parimenti a quanto visto in precedenza, anche per ciò che riguarda il possesso di un livello di connettività di base (almeno 30Mb/s), nonostante tutte le aree del nostro Paese presentino un valore superiore all’80%, permangono delle sostanziali differenze. A spiccare infatti sono sempre le aziende del nord est e del nord ovest (rispettivamente 86,3% e 85,8%), mentre sud e isole (83,4%) e centro (82,7) si posizionano ancora una volta al di sotto sia della media nazionale (84,8%) che quella UE (85,3%).
Passando a livelli di connettività superiore la situazione appare invece più equilibrata, con l’unica eccezione rappresenta dal nord ovest che riesce a spiccare sia per connettività fino a 100 Mb/s (51,5%) che, soprattutto, per connettività oltre il giga (16,5%). È interessante però notare come per quanto riguarda le connessioni business oltre il giga il mezzogiorno d’Italia (14,1%) presenti un valore superiore sia alla media italiana (12,8%) che a quella comunitaria (12,8%). Questo dato evidenzia come quando prendiamo in considerazione le eccellenze anche le regioni meridionali del nostro Paese possono vantare dei poli industriali altamente innovativi in grado di tenere il passo non le altre realtà europee.
L’ANALISI DEI DATI
Tra le opportunità più importanti che la digitalizzazione mette a disposizione del business c’è certamente quella di poter archiviare ed elaborare grandi quantità di informazioni. L’analisi dei dati è una pratica fondamentale per le aziende che vogliono competere in uno scenario economico sempre più globalizzato. Quest’attività consiste nel raccogliere, elaborare e interpretare grandi quantità di informazioni provenienti da diverse fonti, al fine di estrarre valore e conoscenza utili per il business.
Una corretta analisi delle informazioni in proprio possesso può aiutare le imprese a migliorare la loro efficienza operativa, a ottimizzare i processi produttivi, a innovare i prodotti e i servizi, a personalizzare l’offerta in base alle esigenze e alle preferenze dei clienti, a prevedere le tendenze del mercato e a identificare nuove opportunità di crescita.
L’analisi dei dati è quindi una leva strategica per la trasformazione digitale delle imprese italiane, che possono così creare valore aggiunto e vantaggio competitivo in un contesto globale sempre più dinamico e sfidante.
Purtroppo, nonostante al giorno d’oggi appaia sempre più evidente il vantaggio competitivo che proviene dall’analizzare i dati, anche per quest’attività si ripresenta il divario già evidenziato in precedenza tra le regioni settentrionali e il resto del nostro Paese. Osservando nel dettaglio quanto emerge dalle rilevazioni dell’Istat vediamo come, ancora una volta a spiccare sia il nord ovest, sia per quanto riguarda l’elaborazione interna che quella in outsourcing. Le regioni centrali e meridionali si posizionano nuovamente al di sotto della media nazionale con un distacco notevole dal settentrione.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Tra le innovazioni tecnologiche quella che ad oggi sembrerebbe avere la portata più importante con potenziali ricadute su tutti gli aspetti del business è l’intelligenza artificiale (IA).
L’intelligenza artificiale è la capacità delle macchine di svolgere compiti che normalmente richiedono intelligenza umana, come il riconoscimento di immagini, la comprensione del linguaggio naturale, il ragionamento e l’apprendimento. Questa tecnologia può contribuire a migliorare la produttività, l’efficienza, la qualità e la competitività delle aziende, nonché a creare nuovi servizi e modelli di business.
Nonostante la portata rivoluzionaria che potrà avere anche nel mondo del business, secondo gli ultimi dati dell’Istituto di statistica nazionale le imprese italiane, a prescindere dalla localizzazione geografica, presentano un valore di utilizzo dell’IA inferiore alla media comunitaria (8%). Focalizzando l’attenzione sul contesto italiano si ripropone però il netto divario tra regioni del nord e resto del Paese. A spiccare questa volta è il nord est (6,4%), seguito dal nord ovest (5,3%). Il sud e le isole si posizionano poco dietro, con il 4,7% di imprese che utilizzano almeno una soluzione IA, mentre il centro è il fanalino di coda con appena il 3,2%.
CONCLUSIONI
I dati evidenziano la grande differenza in termini di digitalizzazione tra le aziende del nord e quelle del resto del nostro Paese. In questo senso, appare necessario identificare delle misure che aiutino a colmare questo gap. Il permanere di un ritardo di avanzamento digitale tra le industrie del nord e quelle del centro/sud Italia non può infatti che acuire la differenza di sviluppo economico che purtroppo ancora oggi c’è tra le varie aree della Penisola.