Il sistema economico globale poggia sulla digitalizzazione e sul funzionamento di internet e della connettività internazionale. Il target 3 della Broadband Commission delle Nazioni Unite prevede che la penetrazione degli utenti di Internet a banda larga raggiunga il 75% della popolazione mondiale entro il 2025. Si tratta di un obiettivo ambizioso il cui raggiungimento dipende, in grande misura, dallo sviluppo e dal funzionamento dei cavi sottomarini che veicolano la stragrande maggioranza dei dati, risultando cruciali per l’ecosistema di internet.
LO STATO DI SVILUPPO DEI CAVI SOTTOMARINI E LE LORO VULNERABILITÀ
TeleGeography disegna in maniera estremamente dettagliata la mappa dei cavi sottomarini globali. L’edizione 2024, in particolare, raffigura 559 sistemi di cavi e 1.636 atterraggi attualmente attivi o in costruzione a livello globale.
Si tratta di numeri importanti, frutto di ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni e che parlano di un mercato che dovrebbe passare dai 235,85 milioni di dollari nel 2021 a 546,78 milioni di dollari entro il 2028. Dal punto di vista geografico l’Africa, partendo da una situazione di maggiore arretratezza, ha registrato la crescita più importante con un tasso annuo composito del 44% tra il 2018 e il 2022. A seguire l’Asia, con un tasso annuo composito del 35% nello stesso periodo.
Con riguardo al solo 2023, la prima edizione del Submarine Cable Tracker di Analysys Mason rivela l’introduzione di 10 nuovi cavi sottomarini che hanno collegato 21 nazioni in 7 regioni. Tra il 2010 e il 2023, l’Europa occidentale è stata la regione che ha registrato il maggior numero di cavi entrati in funzione, ben 77.
I rischi di danneggiamento sono numerosi e riconducibili, da un lato, ad eventi involontari legati ad azioni della fauna marina o al transito di navi nelle zone di ancoraggio e ad eventi naturali, come eruzioni, terremoti o tsunami; dall’altro, ad atti intenzionali di sabotaggio che puntano ad alterare o addirittura interrompere la veicolazione dei dati determinando l’isolamento e dunque enormi danni in termini di sicurezza e garanzia delle attività socio-economiche.
L’IMPEGNO UE PER LA SICUREZZA E LA RESILIENZA DEI CAVI SOTTOMARINI
L’infrastruttura di cavi sottomarini è un elemento cruciale per l’ecosistema globale di internet. Si tratta di una consapevolezza ampiamente diffusa e fatta propria dall’UE soprattutto negli ultimi anni.
La raccomandazione del Consiglio del dicembre 2022 su un approccio coordinato a livello dell’Unione per rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche, in particolare nel definire azioni mirate a livello dell’Unione e nazionale per assicurare una risposta rafforzata e favorire la cooperazione internazionale, si concentra in modo specifico su quelle di significativa rilevanza transfrontaliera in determinati settori chiave, quali l’energia, i trasporti, lo spazio e il digitale. Tra queste rientrano i cavi sottomarini – come espressamente riconosciuto nella comunicazione congiunta del giugno 2023 su una strategia europea per la sicurezza economica – individuati come infrastrutture critiche nel contesto di tali rischi.
Nella relazione sullo stato del decennio digitale 2023 la Commissione ha raccomandato agli Stati membri di accrescere gli sforzi, anche attraverso i necessari investimenti, per garantire la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture digitali europee, in particolare delle infrastrutture dorsali e dei cavi sottomarini, così come le conclusioni del Consiglio europeo del 27 ottobre 2023 che hanno enfatizzato l’importanza di un approccio globale coordinato.
I cavi sottomarini hanno trovato adeguata attenzione anche nella direttiva NIS 2 (Direttiva 2022/2555) che ha imposto agli Stati membri di adottare misure strategiche riguardanti il sostegno della disponibilità generale, dell’integrità e della riservatezza del carattere fondamentale pubblico di una rete Internet aperta, compresa la cybersicurezza dei cavi sottomarini di comunicazione e di tenerne conto nelle proprie strategie nazionali per la cybersicurity, includendo una mappatura dei potenziali rischi e prevedendo misure di attenuazione per garantirne il massimo livello di protezione. L’art. 23 della direttiva NIS 2 prescrive la segnalazione degli incidenti che interessano cavi di comunicazione sottomarini al team di risposta agli incidenti di sicurezza informatica, CSIRT, o all’autorità competente pertinente.
A fronte della crescente rilevanza del tema, la Raccomandazione UE 2024/779 del 26 febbraio scorso mira a promuovere sinergie a livello dell’Ue con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture di cavi sottomarini, evidenziando l’importanza di attuare azioni specifiche per valutare e migliorare il coordinamento tra l’Unione e i suoi Stati membri, sia per quanto riguarda la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture nuove ed esistenti, sia per quanto riguarda il sostegno alla realizzazione congiunta o al potenziamento significativo delle stesse attraverso progetti di interesse europeo sui cavi, CPEI. In particolare, all’interno del documento viene precisato come le infrastrutture comprendano non solo i cavi sottomarini, ma anche qualsiasi impianto connesso alla costruzione, al funzionamento, alla manutenzione e alla riparazione dei medesimi, come le stazioni di approdo e le parti terrestri dei cavi sottomarini che vi si collegano, come le rotte terrestri, pozzetti, stazioni di approdo, centri dati o punti di presenza, centri di riparazione, nonché la flotta di navi adibite alla realizzazione, alla manutenzione e alla riparazione.
Partendo da ciò, la raccomandazione propone una serie di azioni per favorire lo sviluppo e la sicurezza dei cavi sottomarini. Dal punto di vista del deployment, gli Stati membri sono chiamati a riconoscere alle infrastrutture di cavi sottomarini lo status di massima importanza, a considerare la sicurezza e la resilienza di tali infrastrutture un motivo imperativo di rilevante interesse pubblico e conseguentemente a provvedere affinché le domande amministrative relative alla pianificazione, all’acquisizione, alla costruzione, al funzionamento, alla manutenzione e alla riparazione delle infrastrutture siano trattate online e in modo efficiente e tempestivo. La stessa raccomandazione invita gli Stati a nominare un’autorità incaricata di facilitare e coordinare le domande amministrative relative a questi aspetti, riconoscendo la possibilità che tale autorità nomini a sua volta un coordinatore che fungerebbe da punto di contatto unico e convochi un gruppo di lavoro composto da tutte le autorità coinvolte nel trattamento delle domande amministrative.
In tema di sicurezza, il documento incoraggia gli Stati a garantire che l’infrastruttura sia gestita e controllata adeguatamente, in modo da proteggerla dalle minacce esterne e preservarne la sicurezza, compresa quella dei dati scambiati attraverso di essa prevedendo la richiesta di una serie di informazioni alle organizzazioni rappresentative delle imprese o, se necessario, alle singole aziende al fine di monitorare la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture di cavi sottomarini. Tali informazioni, nello specifico, potrebbero essere utilizzate per creare, completare e aggiornare una mappatura delle infrastrutture di cavi sottomarini nazionali, integrando gli esercizi di raccolta dati esistenti con le informazioni mancanti. Gli stessi Stati membri sono inoltre sollecitati ad effettuare valutazioni dei rischi nazionali relative alla cibersicurezza e alla sicurezza fisica delle infrastrutture di cavi sottomarini e delle relative catene di approvvigionamento, tenendo conto delle pertinenti valutazioni dei rischi a livello dell’UE esistenti e dei risultati delle prove di stress (queste ultime potrebbero ricevere sostegno finanziario dal programma Europa digitale).
Gli Stati membri sono inoltre incoraggiati ad assistere la Commissione nella mappatura a livello dell’UE delle infrastrutture di cavi sottomarini esistenti, sulla base degli esercizi di mappatura nazionali, e a tenere tale mappatura aggiornata, con informazioni relative alla capacità disponibile e potenziale, alle caratteristiche tecniche, alle principali caratteristiche di sicurezza, agli accordi in materia di ridondanza e/o peering, alle informazioni sulla proprietà e sul controllo e alle caratteristiche di sostenibilità, almeno su base annuale. Gli stessi sono anche sollecitati a supportare la Commissione nello svolgimento di valutazioni periodiche consolidate a livello dell’Unione di rischi, vulnerabilità e dipendenze delle infrastrutture dei cavi sottomarini per poi formulare un «pacchetto di strumenti per la sicurezza dei cavi» che stabilisca misure di attenuazione che gli Stati membri sono incoraggiati ad adottare in particolare in relazione ai fornitori ad alto rischio, individuati nella valutazione consolidata a livello dell’Unione.
Molto spazio è riservato anche alla condivisione delle informazioni e assistenza reciproca indispensabili per conoscere incidenti e vulnerabilità e diffondere best practice nonché alla progettazione. A tale riguardo, si richiede agli Stati membri di assistere la Commissione nella proposta di una bozza di elenco di progetti strategici di interesse europeo sui cavi («CPEI»), completo di indicazioni sull’urgenza e sul calendario per la realizzazione, che potrebbero essere presi in considerazione ai fini del sostegno mediante programmi dell’Unione, integrati da fondi nazionali, per colmare le lacune strategiche e stabilire nuovi collegamenti.
Gli Stati membri sono infine incoraggiati a cooperare con la Commissione per valutare gli effetti della menzionata raccomandazione entro dicembre 2025.
CONCLUSIONI
Nonostante gli enormi investimenti in atto, la metà delle regioni dell’Africa sub-sahariana e dell’Asia meridionale non sono collegate a Internet, a dimostrazione di quanta strada vada ancora percorsa per assicurare che tutti, soprattutto i decisori politici, siano consapevoli dei benefici straordinari offerti dalla digitalizzazione e che conseguentemente nessuno resti escluso. Il raggiungimento della connettività globale esige la definizione di una rete di cavi sottomarini estesa che colleghi il mondo a Internet e assicuri la capacità di ogni persona di connettersi e dunque di essere parte attiva nella società.
Pertanto, diventa necessario per i singoli Governi promuovere ecosistemi normativi favorevoli ad un rapido sviluppo dei cavi sottomarini, assicurando certezza, uniformità ed efficienza normativa attraverso una politica coordinata a livello nazionale, vista la molteplicità di istituzioni interessate nelle procedure autorizzative per la posa dei cavi. A livello internazionale, inoltre, è indispensabile definire pratiche efficaci per proteggere e promuovere la resilienza dei cavi sottomarini e mantenere la continuità delle comunicazioni in caso di danni. La sicurezza delle dorsali internet sottomarine appare ancora inadeguata a far fronte a minacce di frequenza e gravità crescenti frutto delle enormi tensioni geopolitiche dei nostri tempi.
L’Ue ha certamente colto il punto individuando nella raccomandazione una serie di azioni concrete che certamente mirano ad accrescere la sicurezza dei cavi secondo un approccio pragmatico ma tanta strada va ancora percorsa nella definizione di azioni che necessariamente devono essere globali per essere veloci ed efficaci.