Nuovo futuro per il gas naturale

L’Istituto per la competitività (I-Com) ha realizzato il Policy brief “Un nuovo futuro per il gas naturale?”.

Iniziata proprio sui mercati del gas naturale, la crisi dei prezzi dell’energia ha dato il via ad una forte ondata inflazionistica nel mondo occidentale. Sebbene i prezzi medi all’ingrosso del gas non siano ancora ai livelli pre-pandemia, la normalizzazione del mercato è ormai evidente. Sia gli operatori di filiera che gli utenti di gas sono stati esposti a prezzi estremi, e la maggior parte di questi ultimi si trova ora nel mercato libero, senza avere la possibilità di rientrare nel regime di tutela. A dispetto dei timori generali e del basso livello di stoccaggi toccato nell’aprile 2022, il nostro paese è riuscito a diversificare gli approvvigionamenti e a contenere i consumi (anche grazie ad un clima, purtroppo, straordinariamente caldo) nel 2022 e nel 2023, facendo dell’Algeria il nostro principale fornitore. Nel prossimo futuro, pur con una graduale riduzione dei consumi, è certo che il gas naturale continuerà ad avere un ruolo importante di affiancamento alle fonti rinnovabili. Anche perché aperta è la strada dei gas rinnovabili.

  • La produzione nazionale di gas naturale nel corso degli anni è andata costantemente diminuendo, specialmente quella che avviene nelle acque territoriali italiane. Tale diminuzione è in parte riconducibile all’economicità nell’utilizzo di specifici giacimenti nazionali rispetto a quelli esteri, in parte all’andamento del numero permessi di ricerca e delle concessioni, decrescente il primo e statico il secondo. La necessità di gas naturale per le attività produttive, unita al drastico calo della produzione nazionale, ha reso necessario l’affidamento al mercato estero, al fine di sopperire alla mancanza di questa materia prima energetica di vitale importanza.
  • Alla luce dello shock energetico provocato dalla guerra in Ucraina, si è reso necessario uno “switch” dal gas russo a quello di altri produttori, come Algeria ed Azerbaijan, anche se la diversificazione sembra non essere, almeno per ora, avvenuta in maniera completa, in quanto si risulta sovraesposti nei confronti dello stato algerino.
  • Il PNIEC riconosce il gas naturale come una materia chiave per il passaggio da una economia ad alte emissioni di carbonio ad una con basso impatto ambientale. Il ruolo sostitutivo che riveste in sinergia con le fonti rinnovabili, caratterizzate da rigidità della produzione in quanto non programmabili (e gli alti costi di accumulo energetico), è cruciale per la continuità delle forniture.
  • Il consumo di gas nel 2022 è diminuito per tutti i settori rispetto al 2021, tuttavia i risultati sono verosimilmente influenzati dalla fase di espansione economica del 2021, che ha visto una ripresa dei consumi rispetto al 2020. La contrazione è più contenuta se si prende come riferimento il 2019. Quasi la metà del gas consumato (45%) è stato riconducibile alla generazione elettrica.
  • L’accrescimento straordinario dei prezzi all’ingrosso del gas avvenuto dal 2021 e nel corso del 2022 è dovuto dalla combinazione di due fattori chiave: riapertura economica successiva al termine della crisi pandemica e la forte dipendenza europea alle importazioni di gas russo. Riguardo alla tendenza recente, il ribasso dei prezzi è evidente, sebbene non siano ancora stati raggiunti i livelli pre-pandemia.
  • Grande è l’attesa e il fervore sui gas rinnovabili che possono essere sostituti o complementi di quello naturale. Gli scenari del PNIEC sono ambiziosi, ma la strada dovrebbe essere quella giusta.

 

Policy brief I-Com