Dal 27 maggio al 1 giugno si è tenuta la 77° Assemblea Mondiale della Salute dal titolo “Tutti per la Salute, Salute per tutti”, una sei-giorni di confronto che ha visto lo svolgimento di forum, panel e assemblee per discutere dello stato della salute globale, del rischio di nuove pandemie, e dell’importanza di proteggere rifugiati e cittadini degli stati a più basso reddito dalle emergenze sanitarie.
Tra i principali temi all’ordine del giorno c’era la revisione del Regolamento Sanitario Internazionale e l’accordo globale sul cosiddetto “Trattato Pademico” – un atto considerato strategico dall’OMS per preparare gli Stati membri a nuove possibili pandemie e per fornire il supporto necessario ai paesi che avevano mostrato più difficoltà durante l’esperienza della pandemia da Covid-19. Ma se sul primo aspetto l’Assemblea ha approvato un pacchetto di emendamenti significativi, sul Trattato Pandemico si è invece limitata ad approvare una proroga al fine di completare i negoziati entro un anno.
COS’È L’ASSEMBLEA MONDIALE DELLA SANITÀ E PERCHÉ È IMPORTANTE
Ogni anno, nell’ultima settimana di maggio, i rappresentanti dei 194 Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, o WHO in inglese) si riuniscono a Ginevra per lo svolgimento dell’Assemblea Mondiale della Sanità (AMS), uno degli organi decisionali dell’Organizzazione. Vi partecipano le delegazioni di tutti gli Stati membri dell’OMS e concentra i propri lavori sull’agenda stilata dal Consiglio Direttivo, determinando le politiche dell’Organizzazione, adottando risoluzioni e relazioni, ed emendando il bilancio relativo alla programmazione proposta.
Tra le decisioni di maggiore impatto e i principali risultati ottenuti nella storia dell’AMS si ricorda la strategia DOTS-TB in materia di tubercolosi, l’impegno nei paesi low-and middle-income (LMICs) nel contrasto all’HIV, alla Malaria, all’Ebola, e malattie tropicali neglette (NTD), e soprattutto il successo del programma globale di eradicazione della poliomielite (abbreviato in GPEI) avviato nel 1988 (basato sui due vaccini, il “vaccino inattivo” di Salk e il “vaccino orale” di Sabin) e che ha portato a una riduzione drastica dei casi di poliomielite a livello mondiale dai circa 350.000 nel 1988 a solo 33 casi confermati nel 2018.
Nel 2005 l’AMS ha inoltre adottato il Regolamento sanitario internazionale (International Health Regulation – IHR): entrato in vigore nel giugno 2007, questo atto è giuridicamente vincolante per tutti gli Stati membri dell’OMS e stabilisce i requisiti legali fondamentali a livello globale per tutti i Paesi in materia di coordinamento internazionale per l’individuazione, l’indagine e la risposta ai rischi per la salute pubblica.
Negli anni, tramite le risoluzione dell’AMS, l’OMS ha anche promosso la ricerca sulle cronicità e in generale le malattie non trasmissibili come il cancro, le malattie cardiovascolari e le malattie respiratorie, fornendo linee guida per la prevenzione e il trattamento di queste malattie. Allo stesso modo, l’AMS promuove l’introduzione di policy specifiche, come ad esempio quelle contenute nella raccomandazione che fissa il limite all’assunzione di zuccheri aggiunti al di sotto del 10% delle calorie giornaliere che hanno portato, anche in Italia, alla creazione di nuove leggi sulla pubblicità di prodotti alimentari ad alto contenuto di zucchero introdotte per aiutare a combattere la diffusione dell’obesità. Nel corso dell’edizione del 2023, invece, l’Assemblea ha adottato il bilancio programmatico per il biennio 2024-25 (per un valore di $6,83 miliardi) confermando l’aumento, nella misura del 20%, dei contributi obbligatori di tutti gli Stati Membri, in linea con l’impegno collettivamente assunto l’anno precedente.
COME CAMBIA IL REGOLAMENTO SANITARIO INTERNAZIONALE
Tra le novità più importanti emerse nel corso dell’AMS 2024 vi è la modifica del Regolamento Sanitario Internazionale (IHR) nato nel 2005 per succedere alle International Sanitary Regulations del 1951 e che vede la sottoscrizione di 196 paesi (i 194 Stati membri dell’OMS più il Liechtenstein e la Santa Sede). Il pacchetto di emendamenti approvati è stato definito come “storico” dal Direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha precisato come questi nascano “per rafforzare la preparazione, la sorveglianza e le risposte globali alle emergenze di salute pubblica e “per fare tesoro delle lezioni apprese da diverse emergenze sanitarie globali, compresa la pandemia COVID-19”.
Nello specifico, gli emendamenti, oltre a stabilire la nascita delle Autorità Nazionali per l’IHR – che avranno il compito di coordinare l’attuazione dei regolamenti all’interno dei Paesi e tra di essi -, introducono una nuova definizione di emergenza pandemica che va oltre l’attuale allerta di “emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale” (PHEIC). La nuova definizione, che secondo le intenzioni dell’OMS dovrebbe favorire interventi più rapidi ed efficaci, stabilisce che un’emergenza pandemica è una malattia trasmissibile che ha, o è ad alto rischio di avere, un’ampia diffusione geografica verso e all’interno di più Stati, supera o è ad alto rischio di superare la capacità di risposta dei sistemi sanitari in quegli Stati; causa, o è ad alto rischio di causare, una sostanziale perturbazione sociale e/o economica, compresa l’interruzione del traffico e del commercio internazionale; e richiede un’azione internazionale coordinata rapida, equa e rafforzata, con approcci “whole-of-government” e “whole-of-society”.
Parallelamente, tra gli emendamenti approvati, figura anche quello relativo a un impegno alla solidarietà e all’equità per rafforzare l’accesso ai prodotti medici e sanitati. Ciò include l’istituzione di un meccanismo finanziario di coordinamento per sostenere l’identificazione e l’accesso ai finanziamenti necessari per “affrontare equamente le esigenze e le priorità dei Paesi in via di sviluppo, anche per lo sviluppo, il rafforzamento e il mantenimento delle capacità di base e di altre iniziative legate alla prevenzione, alla preparazione e alla risposta alle emergenze pandemiche”.
SLITTA IL TRATTATO PANDEMICO
Se la modifica al Regolamento internazionale può essere indicativa di un passo avanti tanto a livello di cooperazione internazionale quanto in termini di sensibilità circa la possibilità di nuove emergenze globali e nuove pandemie, le trattative sulla definizione di un “Trattato Pandemico”, promosso anche dall’Unione Europea (si veda la figura sottostante, tratta dalla Commissione UE), registrano una battuta d’arresto. In assenza di un accordo generale, infatti, l’Assemblea si è limitata a concordare una proroga dei lavori, decidendo di estendere ulteriormente il mandato dell’organismo negoziale intergovernativo, istituito nel dicembre 2021, di un ulteriore anno. Una posizione, questa, che fa emergere un esito ben differente da quello ottimista espresso dal Direttore Ghebreyesus, che nei giorni antecedenti all’AMS si era detto «fiducioso» nel raggiungimento di un accordo tra i paesi partecipanti.
L’AMS si è quindi posta l’obiettivo di raggiungere un accordo in occasione dell’Assemblea mondiale della sanità nel 2025, o, se possibile, ancor prima in una sessione speciale dell’Oms.
Anche l’Italia, nella figura del ministro della Salute Orazio Schillaci, presente ai lavori dell’Assemblea, si è schierata con i paesi che hanno mostrato maggiore resistenza alla bozza di accordo in discussione. Nel suo intervento in plenaria, il ministro ha infatti ribadito come “al momento, sull’accordo per il trattato pandemico, non vediamo progressi sufficienti e ci sono ancora troppi punti critici aperti. Pertanto, ci aspettiamo la ridefinizione di una chiara tabella di marcia, prevedendo un periodo di tempo adeguato per raggiungere un consenso che l’Italia ritenga ratificabile nonché con i miglioramenti necessari per garantire la salute per tutti”. Gli aspetti critici, secondo quanto riportato dal Sole24Ore, sarebbero principalmente collegati ad una possibile diminutio della sovranità nazionale e quindi della possibilità di intervenire sulla salute. Su questo punto, il ministro della Salute ha sottolineato come l’Italia abbia seguito i negoziati per il nuovo trattato pandemico “con uno spirito costruttivo, mirando a migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta globale alle minacce sanitarie nel miglior modo possibile ma sempre nei confini e nel rispetto della necessaria sovranità nazionale.”
LE ALTRE NOVITÀ DALLA 77° EDIZIONE DELL’AMS
I lavori dell’Assemblea hanno riguardato anche altri temi centrali per le sfide contemporanee, come i drammatici effetti sanitari dei conflitti bellici e dei cambiamenti climatici, le nuove epidemie di colera e dengue, e il peso crescente delle malattie non trasmissibili e delle condizioni di salute mentale. In quest’ottica, i delegati della Settantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità hanno approvato una strategia quadriennale da $11,1 miliardi per la salute globale – Fourteenth General Programme of Work (GPW 14) per il periodo 2025-2028. Questa è volta a promuovere, fornire e proteggere la salute e il benessere di tutte le persone, con particolare attenzione al cambiamento climatico, invecchiamento, migrazione, minacce pandemiche ed equità, e adattati a un’epoca di geopolitica, scienza e tecnologia in rapido movimento.
Gli Stati membri hanno inoltre concordato una risoluzione sulla partecipazione sociale nella pianificazione e attuazione sanitaria nazionale che punta ad allargare i processi decisionali dell’Assemblea, affinché le persone, le comunità e la società civile abbiano più voce.
Infine, l’Assemblea ha approvato anche una risoluzione in materia di salute mentale al fine di promuovere il sostegno psicologico e sociale in tutte le fasi delle emergenze, compresi i conflitti, i disastri naturali e le crisi umanitarie. Con questa si chiedono servizi di salute mentale integrati e di qualità accessibili a tutti, in particolare nelle aree fragili e colpite da conflitti e si esortano gli Stati membri ad attuare il Piano d’azione globale dell’Oms per la salute mentale 2013-2030, incorporando la salute mentale e il supporto psicosociale negli sforzi di preparazione, risposta e recupero alle emergenze.
CONCLUSIONE
Al termine di questo importante appuntamento le dichiarazioni finali del direttore generale dell’OMS, rilasciate anche per provare ad ammorbidire alcune critiche pervenute dai paesi che hanno dimostrato maggiore resistenza sul Trattato Pandemico, risultano forse troppo celebrative ed entusiaste. Le aspettative di questa AMS77 erano infatti molto alte e, per molti analisti, doveva essere l’occasione per un radicale ripensamento della salute globale dell’epoca post pandemica. La battuta d’arresto sul Trattato Pandemico, per quanto prevedibile date le prese di posizioni di alcuni stati nelle settimane precedenti alla convention, è infatti abbastanza grave se non da un punto di vista epidemiologico (almeno così sembrerebbe oggigiorno e speriamo di non essere smentiti con l’arrivo dell’inverno) quantomeno da quello della cooperazione internazionale. Tuttavia, oltre alle modifiche dell’RSI e alle altre novità riportate, che comunque segnano dei passi avanti soprattutto per alcuni settori specifici, anche l’impegno a trovare una sintesi nel corso di quest’anno è un segnale positivo e non scontato, tanto per il mondo della salute quanto per una rinascita dei rapporti multilaterali in tutti i campi in cui sono in ballo interessi globali.