L’Unione Europea ribadisce, con sempre maggiore chiarezza, che lo sviluppo delle competenze digitali e la formazione avanzata rappresentano fattori cruciali per garantire e tutelare la competitività del continente nell’economia globale.
In un contesto segnato da una rapida trasformazione tecnologica e dalla crescente diffusione dell’intelligenza artificiale (IA), investire nella formazione e nella valorizzazione del capitale umano digitalmente qualificato costituisce una scelta imprescindibile per sostenere la crescita economica, promuovere l’innovazione e rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europa.
LE INIZIATIVE EUROPEE PER LO SVILIPPO DELLE COMPETENZE DIGITALI
Attraverso il Programma Politico del Decennio Digitale (2030) l’UE ha definito obiettivi concreti per rafforzare le competenze digitali dei cittadini e dei lavoratori europei. Entro il 2030 l’Unione mira, tra le tante cose, a:
• garantire che almeno l’80% della popolazione adulta disponga di competenze digitali di base;
• formare 20 milioni di specialisti ICT, promuovendo al contempo una maggiore partecipazione femminile alle professioni tecnologiche;
• assicurare che tutte le imprese, in particolare le PMI, abbiano accesso a lavoratori con adeguate competenze digitali.
Parallelamente, il Piano d’Azione Coordinato sull’Intelligenza Artificiale (2021) e l’European Skills Agenda (2020) pongono le basi per uno sviluppo sostenibile dell’IA, promuovendo programmi di formazione avanzata e il reskilling e upskilling dei lavoratori nei settori più esposti all’automazione. Inoltre, iniziative complementari come il Pact for Skills e i programmi finanziati da Horizon Europe contribuiscono a rafforzare l’ecosistema europeo delle competenze digitali, sostenendo partenariati pubblico-privati, investimenti in ricerca e innovazione e piattaforme di apprendimento permanente, fondamentali per creare percorsi formativi integrati e garantire una transizione digitale equa, inclusiva e competitiva.
IL RUOLO STRATEGICO DELLE UNIVERSITÀ
Le istituzioni accademiche europee sono attori centrali in questa trasformazione. Le università non solo formano la futura forza lavoro ma contribuiscono anche alla definizione e alla diffusione delle conoscenze tecnologiche che plasmeranno il tessuto economico e sociale europeo nel prossimo futuro.
Negli ultimi anni si è registrata una progressiva espansione dei corsi interdisciplinari che integrano discipline tecnico-scientifiche con competenze umanistiche, giuridiche ed economiche, rispondendo alla crescente domanda di profili professionali capaci di comprendere e governare le implicazioni etiche, sociali e normative dell’IA.
Osservare l’evoluzione dei programmi accademici rappresenta, dunque, una leva strategica per comprendere come i sistemi educativi europei stiano rispondendo alle trasformazioni indotte dalle tecnologie emergenti e, in particolare, dall’intelligenza artificiale.
Nello specifico, analizzare i trend nelle offerte formative consente di:
• individuare lacune di competenze tra domanda e offerta nel mercato del lavoro;
• misurare il grado di integrazione dell’IA e delle tecnologie digitali nei curricula universitari;
• supportare i decisori pubblici e privati nell’orientare investimenti e politiche di innovazione;
• favorire un allineamento strutturale tra la formazione accademica e le strategie industriali europee.
L’analisi delle offerte formative consente, infatti, di cogliere in modo tempestivo le dinamiche di adattamento del sistema universitario e di valutare il grado di allineamento tra istruzione superiore, innovazione tecnologica e nuovi fabbisogni del mercato del lavoro.
IL MONITORAGGIO I-COM DELL’OFFERTA FORMATIVA IN IA
Con tale obiettivo l’Istituto per la Competitività (I-Com) ha avviato, per la prima volta, in occasione della pubblicazione dello studio “Sui bit della competitività. Competenze e infrastrutture digitali per un’Italia che guarda al futuro”, condotto nell’ambito dell’Osservatorio I-Com su reti e servizi di nuova generazione, un’attività di monitoraggio delle iniziative di formazione universitaria incentrate sull’IA nel contesto italiano. L’indagine ha preso in esame l’intero panorama accademico nazionale, includendo università statali e non statali (private, straniere e telematiche) riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), con l’intento di mappare l’offerta formativa e della ricerca accademica nel campo dell’intelligenza artificiale.
L’analisi ha considerato due principali tipologie di offerta:
• Offerta formativa non specializzata, che comprende insegnamenti singoli o moduli dedicati all’IA inseriti all’interno di corsi di laurea di carattere più generale (ad esempio in economia, giurisprudenza, medicina o scienze sociali), a testimonianza della crescente pervasività delle tecnologie intelligenti in tutti i domini disciplinari;
• Offerta formativa specializzata costituita da corsi di laurea e laurea magistrale specificamente dedicati all’intelligenza artificiale, nonché da master universitari e progetti di ricerca in dottorato centrati su tematiche relative all’IA.
I RISULTATI DELL’ANALISI I-COM
I risultati dell’indagine evidenziano l’ampiezza e la diversificazione dell’impegno accademico italiano sul fronte dell’intelligenza artificiale. Su un totale di 99 università riconosciute dal MUR, per l’anno accademico 2025/2026, sono state individuate 1.143 unità formative complessive comprendenti insegnamenti singoli, corsi di laurea, master e progetti di ricerca in dottorato incentrati sull’IA.
Più nel dettaglio, per l’offerta specializzata, sono stati censiti 226 progetti di ricerca in dottorato, 40 lauree magistrali e 17 lauree triennali in ugual numero ai master di I e II livello. Relativamente all’offerta non specializzata, sono stati conteggiati 786 insegnamenti singoli all’interno di generici corsi di laurea magistrali e triennali. Gli insegnamenti nei master ammontano complessivamente a 26 e, infine, si contano 14 corsi singoli all’interno dei dottorati di ricerca.
Offerta formativa specializzata e non specializzata in IA, per tipologia (a.a. 2025-26)

Fonte: I-Com, ottobre 2025
A livello territoriale si registra una marcata disomogeneità: il Lazio è la regione con il maggior numero di corsi specializzati (85), seguito da Toscana (38) e Campania (36). Rapportando il numero di corsi al numero di università, emergono in testa Liguria, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. Solo Molise, Basilicata e Valle d’Aosta risultano prive di offerta formativa specifica sull’IA.
La Lombardia è prima per numero di lauree magistrali (8), seguita dal Lazio (7), che si distingue anche per il primato nelle lauree triennali e per la più ampia offerta post-laurea, con 64 progetti di dottorato e 8 master. Campania, Emilia-Romagna e Toscana seguono per numero di progetti di ricerca.
Tipologia di offerta formativa specializzata, per regione (a.a. 2025-26)

Fonte: I-Com, ottobre 2025
Per quanto riguarda l’offerta non specializzata, la Lombardia è ancora una volta al primo posto, con 185 insegnamenti, seguita da Lazio (103) ed Emilia-Romagna (92). Quest’ultima risulta però la più virtuosa in termini relativi, con 23 insegnamenti per università.
Dal punto di vista disciplinare, oltre il 70% dei corsi legati all’IA appartiene all’area scientifica (informatica, ingegneria, matematica, fisica, medicina, chimica e biologia). Tuttavia, quasi il 24% dell’offerta afferisce alle scienze umane e sociali, segno della crescente pervasività dell’IA anche in ambiti come filosofia, giurisprudenza ed economia. Un ulteriore 6% è classificato come multidisciplinare, a testimonianza del carattere trasversale dell’intelligenza artificiale.
In sintesi, il monitoraggio di I-Com evidenzia un panorama universitario italiano in rapida evoluzione, con una forte espansione dei percorsi formativi sull’IA e un interesse crescente per la formazione post-laurea. Tuttavia, persistono squilibri territoriali e una concentrazione dell’offerta in alcune regioni chiave, mentre l’ampiezza delle discipline coinvolte conferma la natura sempre più trasversale e pervasiva dell’intelligenza artificiale nel mondo accademico e nel futuro del lavoro.
CONCLUSIONI
L’analisi dell’offerta formativa condotta dall’Istituto per la Competitività (I-Com) conferma come l’intelligenza artificiale stia assumendo un ruolo sempre più centrale nei sistemi di istruzione superiore italiani, riflettendo una trasformazione strutturale dei percorsi accademici in linea con le priorità europee in materia di competenze digitali e innovazione tecnologica.
L’ampiezza e la varietà dell’offerta testimoniano una crescente consapevolezza del mondo accademico rispetto alla necessità di formare nuove generazioni di professionisti capaci di affrontare le sfide poste dalla trasformazione digitale. Tuttavia, la diffusione quantitativa deve essere accompagnata da un costante investimento nella qualità, nell’aggiornamento dei contenuti e nella coerenza con i fabbisogni produttivi e sociali.




