La democrazia “dai” giovani

Qualche anno fa il demografo Paul Demeny sostenne la necessità di dare ai genitori decimi di voto, tanti quanti sono i figli che hanno messo al mondo, da sommare al voto individuale di cui già godono in quanto cittadini. I voti in decimi, sosteneva Demeny, si sarebbero estinti nel momento in cui i bambini, raggiunta l’età del voto, ne avrebbero acquisito uno tutto per sé. Al tempo la proposta venne ignorata, o derisa. Oggi invece se ne discute seriamente. Lo sta facendo il Giappone, dove si è calcolato che un sistema simile ridurrebbe seriamente il peso politico di chi ha superato i 55 anni. Ci pensa anche la Germania. Il Kinderwahlrecht trova sempre più sostenitori tra politici, costituzionalisti e sociologi teutonici. Anche l’Ungheria ha iniziato a rifletterci seriamente da un po’, e nel 2011 il premier Victor Orban lo ha inserito nell’agenda di governo.

Altri suggeriscono di dare pesi diversi ai voti. Perché l’opinione di un sessantenne dovrebbe valere quanto quella di un trentenne nell’urna elettorale? Di qui la proposta di attribuire al secondo qualche punto decimale in più rispetto al primo. Altri ancora, tra cui Michele Ainis e Carlo Calenda, guardano al futuro della democrazia parlamentare ponendo particolare attenzione al ruolo dei giovani. Più volte i due hanno insistito sulle pagine dei giornali con la proposta di trasformare il Senato in una “Camera dei cittadini”, formata per sorteggio, di modo che garantisca un’equa rappresentazione del Paese, includendo le donne, i disoccupati e, ovviamente, i giovani. 

 Ma i giovani hanno bisogno di incentivi per creare democrazia? A leggere i dati sui Neet si direbbe di sì. Se però si approfondisce l’analisi ci si rende conto che ci sono anche casi positivi. A livello territoriale ad esempio. Qui la partecipazione politica è ancora molto elevata. Il comune rappresenta ancora, per circa il 60% delle nuove generazioni, il motore dello sviluppo. Seguono le Province e le Regioni. Nei comuni le quote di giovani amministratori sono molto elevate. Secondo il rapporto Cittalia del febbraio 2011, gli under 35 sono oltre 26mila, ossia il 20% circa del totale. Se poi osserviamo i comuni di dimensioni più piccole, quelli sotto i 5000 abitanti, gli under 35 diventano addirittura il 70% del totale. E quando il numero diventa consistente, anche le iniziative si fanno interessanti. A Carnago, in provincia di Varese, nel 2010 è nata una consulta di giovani con il compito di organizzare eventi ed esprimere pareri su tutte le decisioni dell’amministrazione locale che interessano i propri coetanei. Dall’altra parte dello stivale, in provincia di Palermo, a Campofelice di Roccella, è nato un presidio giovanile per la legalità. Vi siedono cinquanta giovani che si occupano di garantire la trasparenza dell’attività delle amministrazioni pubbliche.

Ma Carnago e Campofelice sono solamente due dei moltissimi esempi che si potrebbero fare. Nel corso delle mie ricerche sulla democrazia ne ho incontrati tanti. Ecco qui una lista di quelli che mi hanno colpito di più

Bologna – LSP (luoghi di sosta pedonale) esperimento nato dalla tesi di laurea di un giovane architetto, Stefano Reyes, che con il suo Comitato Centotrecento cerca di creare una rete di piccole piazze di vicinato, ricavate da spazi minimi e progettate con la partecipazione dei cittadini. Le micro-piazze vengono create a tempo determinato e rubano alle strade pochi metri quadrati, senza chiuderle del tutto. Il primo LSP è nato a settembre 2010 nello spazio di due posti auto con un arredamento minimo: due tavoli, due sedie e alcuni contenitori per la raccolta differenziata. La prima piazzetta è durata due settimane, la seconda una settimana sola, la terza si è protratta per tre mesi.

Napoli – CleaNap – piazze pulite è il nome dell’iniziativa lanciata da Emiliana Mellone. La giovane studentessa napoletana ha organizzato una rete civica di cittadini per ripulire volontariamente le strade della città di Napoli.

Roma – DecoroUrbano – Un gruppo di ragazzi del Lazio, maniaci delle nuove tecnologie, ha creato un sistema di segnalazione delle inefficienze delle amministrazioni locali. Il funzionamento è semplice. Si scarica l’apposita app, la si installa sullo smartphone e, quando ci si imbatte in una buca sulla strada, un graffito, un segnale divelto o qualsiasi altro disservizio alla mobilità e al decoro urbano, lo si fotografa e segnala all’amministrazione pubblica competente. Sempre più Comuni stanno aderendo al progetto, consentendo di migliorare la comunicazione dei cittadini con le amministrazioni.

Italia (Centro-Nord) – Candidamente – Candidamente è un’associazione di promozione sociale che nasce dalla testa di un gruppo di giovani del centro-nord (tra Bologna e Terni) con lo scopo di costruire una nuova visione della società fondata su autentici rapporti di fiducia fra le persone. Candidamente si batte per alcuni temi chiave: la precarietà, il miglioramento delle condizioni di stage, la trasparenza. Per farlo ha scelto di recuperare il legame naturale con lo spazio pubblico urbano, in cui i cittadini possano avere relazioni faccia a faccia e possano discutere su questioni di interesse pubblico.

5.   Milano – Tassa.li – Tassa.li è un sito web e un’app per smartphone realizzati da un gruppo di giovani ragazzi con la passione per la tecnologia e per l’imprenditoria con lo scopo di creare uno strumento utile per la collettività. Grazie al servizio gli utenti iscritti possono segnalare anonimamente la mancata emissione degli scontrini fiscali, favorendo l’emersione dell’evasione fiscale su tutto il territorio italiano.

 6.   Italia – RENA – La rete per l’eccellenza nazionale – L’idea di RENA non è il frutto della mente di giovanissimi. I suoi ideatori sono tutti under 35 che hanno deciso di farsi promotori attivi di iniziative di democrazia partecipativa. I giovani però sono divenuti immediatamente i protagonisti principali del progetto. Tra tutti il più interessante si chiama Rock Your School ed è stato avviato presso un noto liceo romano. L’associazione ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Provincia di Roma e poi ha lasciato carta bianca agli studenti. Via con i progetti per valorizzare lo spazio della scuola, ripulendolo e riportandolo in vita. I giovani liceali sono stati i protagonisti assoluti di tutte le fasi dell’iniziativa.

 

Direttore Area Istituzioni dell'Istituto per la Competitività (I-Com). E’ Professore in “Media, Activism & Democracy” presso la New York University – Florence, e Professore in “Global Advocacy” presso la Vrije Universiteit di Brussels.

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