Nuovi poveri in aumento a causa del Covid-19. Le stime della Banca Mondiale


Articolo
Maria Rosaria Della Porta
Credit: Pixabay

La Banca Mondiale ha aggiornato le stime diffuse lo scorso aprile su quante persone vivranno in estrema povertà a causa della pandemia generata dal Covid-19. Purtroppo, i nuovi poveri sono più di quanto si temesse.

Ad aprile erano stati stimati tra i 40 e i 60 milioni i nuovi indigenti nel mondo. Da allora, però, l’epicentro della pandemia si è spostato dall’Europa e dal Nord America al Sud del mondo e ciò ha comportato un aumentato del bilancio delle vittime nei Paesi a basso e medio reddito, causando chiusure delle attività più lunghe e aumentando i costi economici della pandemia. Di conseguenza, anche le previsioni sull’impatto del virus sulla povertà globale sono cambiate e ad oggi il numero di persone che vivranno in condizioni di estrema povertà oscilla tra i 70 e i 100 milioni.

Gli esperti, pur sottolineando che le proiezioni sono caratterizzate da molta incertezza e sono in continuo divenire man mano che la pandemia si sviluppa, hanno fatto alcune stime sulla base di due scenari: baseline e downside.

Lo scenario di base – che può essere definito il più ottimistico – presuppone che l’epidemia rimanga ai livelli attualmente previsti e che le attività economiche riprendano entro la fine dell’anno. Assumendo tale ipotesi, la Banca Mondiale stima una contrazione della crescita globale di circa il 5% nel 2020 e un aumento di 71 milioni di persone costrette a vivere in estrema povertà, in base alla soglia internazionale di 1,90 dollari al giorno.

Lo scenario downside (o pessimistico), invece, ipotizza una durata più lunga dell’epidemia, che comporterà dunque nuove chiusure e il ritorno di misure più restrittive. Se questo quadro negativo si avverasse, le imprese abbandonerebbero i mercati e le famiglie ridurrebbero drasticamente i consumi, portando a una contrazione della crescita globale dell’8% nel 2020 e facendo salire le stime dei nuovi poveri a 100 milioni.

Infine, gli analisti della Banca Mondiale affermano che fare previsioni su cosa accadrà all’economia mondiale nel 2021 e negli anni a venire è ancora più difficile: si stima una crescita economica globale del 4% per l’anno prossimo, ma si prevede pure che il numero di persone che vivranno in estrema povertà rimarrà invariato tra il 2020 e il 2021. Ciò è imputabile ai tassi di crescita dei Paesi più poveri del mondo come Nigeria, India e Repubblica Democratica del Congo, che da soli ospitano più di un terzo dei poveri di tutto il pianeta. In questi casi la crescita della popolazione prevista è maggiore rispetto a quella del Pil pro capite (o irrisoriamente minore, come nel caso dell’India, dove la popolazione crescerà dell’1% e il prodotto interno lordo pro capite del 2,1%). Un dato, questo, non sufficiente a giustificare una riduzione sostenibile delle persone che vivranno in condizioni di estrema povertà.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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