Il grande balzo di TikTok tra video virali e protezione dei dati


Articolo
Giorgia Pelagalli
TikTok

La pandemia da coronavirus e il lockdown hanno fatto crescere esponenzialmente il numero di utenti iscritti alle varie piattaforme social. Tra queste, ce n’è una in particolare che negli ultimi mesi è cresciuta a un ritmo impressionante: si chiama TikTok e permette la condivisione di video virali, creativi e soprattutto brevi. I contenuti accattivanti e lo spazio lasciato alla fantasia individuale dei membri della communityi cosiddetti TikTokers, catturano i più assidui frequentatori dei social network e non solo, tanto da consentire all’app un’ascesa che sembra inarrestabile nonostante le questioni di cybersicurity che si sono sollevate intorno a essa.

La società che ha lanciato TikTok sul mercato dei social è la cinese ByteDance, fondata nel 2012 e arrivata in poco tempo a essere riconosciuta a livello globale come uno dei giganti del tech. Attiva nello sviluppo di applicazioni basate sull’uso dell’intelligenza artificiale, secondo Bloomberg, ha raggiunto un valore di mercato di oltre 100 miliardi di dollari. Nel 2017 ha acquistato la piattaforma di videosharing Musical.ly, nata nel 2014 e diffusa specialmente negli Stati Uniti, per poi unire nel 2018 i due progetti sotto il nome TikTok, o Douyin per il mercato cinese.

La piattaforma è pensata per la creazione e la condivisione di video con una durata compresa tra i 15 e i 60 secondi, ma la sua forza risiede nella quantità di strumenti grafici e nella vasta libreria musicale a disposizione degli utenti che permettono di dare libero sfogo a una creatività semplice e quotidiana. L’intrattenimento proposto da TikTok è leggero, replicabile e ha come target gli adolescenti e i giovani tra i 15 e i 25 anni. Il playback è tra i format più diffusi, ma la vera arma del suo successo è la gamification, che si concretizza nella diffusione di sfide (le challenge, contraddistinte da specifici hashtag) da completare nel poco tempo a disposizione nei vari ambiti come, ad esempio, lo sport, la cucina, il ballo o la recitazione.

L’app, disponibile sia per iOS che per Android, è stata la più scaricata di inizio 2020. Secondo i dati pubblicati da SensorTower, TikTok ha conquistato la vetta della classifica delle non-game app più scaricate di marzo 2020 e con più di 115 milioni di installazioni ha registrato una crescita del 98,4% rispetto allo stesso mese del 2019. WhatsApp in seconda posizione la seguiva con 76,3 milioni di installazioni, pari a una crescita annua del 7,7%. Una differenza, ovviamente, dovuta alla circostanza che l’app di messaggistica istantanea viene già utilizzata da circa due miliardi di persone al mondo. In pratica, più di un cittadino su quattro nel pianeta usa normalmente Whatsapp per comunicare.

Ciò che distingue TikTok dal resto dei social media a cui il mondo è ormai abituato è la sua apertura, che consente la condivisione dei contenuti anche su altre piattaforme non di proprietà. Inoltre, essendo una piattaforma giovane, l’algoritmo spinge i nuovi profili e conferisce visibilità. Proprio per queste caratteristiche risulta essere un’ottima opportunità di personal branding. Ecco perché a utilizzarla sono anche moltissime imprese, specialmente quelle che operano nel settore della moda.

Il successo di TikTok è attualmente un fenomeno con cui non si può non fare i conti. Un esempio eclatante di come questa app sia in grado di far sentire il peso della propria community è stato il comizio elettorale che Donald Trump ha tenuto a Tulsa, in Oklahoma, lo scorso 20 giugno. I TikTokers hanno fatto incetta di biglietti per poi disertare l’evento e boicottarlo. Complice il coronavirus, il presidente statunitense si è trovato a parlare a una platea semivuota.

Esiste tuttavia una seconda faccia della medaglia con cui TikTok deve confrontarsi: le questioni di cybersecurity emerse anche recentemente.La piattaforma ha ricevuto una multa di 5,7 milioni di dollari da parte della Federal Trade Commission per non aver rispettato il Children’s Online Privacy Protection Act, la normativa statunitense sul trattamento di informazioni personali di minori con età inferiore ai 13 anni,  che non hanno fatto fatica ad aggirare i limiti di età richiesti per la creazione di un account imposti dall’applicazione. Inoltre, è diffuso il timore che le informazioni raccolte vengano trasferite su server cinesi, con particolare riferimento all’utilizzo di dati biometrici per il perfezionamento dei sistemi di videosorveglianza. A tal proposito il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati ha deciso di istituire una task force per far luce su queste preoccupazioni (qui un nostro recente articolo sull’applicazione del GDPR nell’Unione europea). Ed è proprio per motivazioni legate alla sicurezza che l’India, a seguito di un conflitto su un confine conteso sull’Himalaya, ha deciso di vietare la piattaforma (insieme ad altre 57 app cinesi), privando TikTok del bacino di utenza che nel primo trimestre del 2020 era pari al 27,4% dei nuovi download su scala mondiale.

Sicuramente, il modo in cui la società cinese deciderà di intervenire sulle questioni di sicurezza rappresenterà uno degli elementi chiave per le evoluzioni della piattaforma nel prossimo futuro.

Nata a Formia nel 1996 e adottata da Roma nel 2015, ha conseguito la laurea triennale in Scienze economiche presso La Sapienza di Roma con una tesi sperimentale sull’Indice di Sviluppo Umano. Attualmente è borsista presso il Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” e studentessa del Master of Science in Economics presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

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