Le priorità degli amministratori delegati nel 2021. L’indagine IBM


Articolo
Giulia Palocci
amministratori

Talento, tecnologia e partnership sono le parole chiave che gli amministratori delegati più performanti – ossia quelli a capo di aziende che hanno registrato negli ultimi tre anni una crescita di fatturato maggiore rispetto a realtà simili – tengono bene a mente per guidare lo sviluppo nel post-pandemia. A rivelarlo è un recente studio condotto dall’IBM Institute for Business Value (IBV) che ha raccolto le testimonianze di 3.000 amministratori delegati di quasi 50 Paesi operanti in 26 settori. Un’analisi quasi globale, insomma, secondo cui per la maggior parte degli intervistati la priorità per i prossimi anni sarà la gestione del capitale umano, inteso come forza lavoro.

UN LUOGO DI LAVORO IBRIDO E INNOVATIVO

Dalla ricerca emerge che nel 2020 l’obiettivo della maggior parte degli amministratori delegati è stato quello di potenziare il lavoro da remoto, una condizione certamente accelerata dalla diffusione della pandemia in tutto il mondo. Ma una delle principali sfide dei prossimi anni sarà proprio quella di gestire una forza lavoro distribuita: a pensarlo è stato il 50% dei top manager, contro il 25% di quelli che hanno ottenuto performance inferiori rispetto ai loro pari negli ultimi tre anni.

La pandemia di Covid-19 ha imposto a molti leader di focalizzarsi su ciò che è essenziale, come le proprie persone“, ha dichiarato il Senior Vice President di IBM Services, Mark Foster. Che ha poi continuato: “Le aspettative di molti dipendenti nei confronti dei loro datori di lavoro sono cambiate in modo significativo. La gestione della forza lavoro distribuita richiede l’adozione di tecnologia agile e modelli di leadership più empatici, oltre che la promozione di una cultura flessibile e inclusiva“.

Secondo l’indagine IBM, i leader aziendali dovrebbero cogliere l’opportunità di offrire un ambiente di lavoro ibrido nel lungo periodo. Una soluzione che può essere attuata, però, solo se saranno seguite due strade. Da un lato, ai dipendenti dovranno essere assicurati strumenti digitali e abilitati dal cloud per favorire la collaborazione, prevenire il cosiddetto “burnout“, ossia il crollo psicologico, e promuovere la cultura aziendale con attenzione alla diversità e all’inclusione. Dall’altro, invece, dovrà essere riconosciuta l’importanza del benessere dei propri lavoratori: il 77% dei top manager a livello mondiale e il 54% dei Ceo italiani hanno dichiarato che daranno la priorità a quest’ultimo aspetto, anche a costo di condizionare la profittabilità a breve termine dell’azienda. Al contrario, tra i leader aziendali meno performanti, solo il 39% la pensa allo stesso modo.

Flessibilità e inclusione sono dunque gli obiettivi di lungo termine. Anche se da quest’ultimo punto di vista c’è ancora molto da fare: solo il 17% degli intervistati ha considerato la diversità e l’inclusione tra i criteri organizzativi più importanti per coinvolgere i dipendenti. Sopra la media, invece, gli amministratori delegati italiani con il 24%.

SOLUZIONI TECNOLOGICHE SCALABILI E FLESSIBILI

Lo studio, inoltre, sottolinea come la maggioranza dei Ceo creda nel potenziale offerto dalla tecnologia quale fattore chiave in grado di influire positivamente sul business negli anni a venire, soprattutto dopo un 2020 particolarmente complesso. Dal Cloud all’intelligenza artificiale, passando per l’Internet of Things (IoT), la totalità degli intervistati è concorde sul fatto che queste tecnologie siano in grado di avvantaggiare le proprie organizzazioni. Nel caso dell’Italia, ad esempio, le tecnologie IoT sono apprezzate dal 79% dei leader aziendali, il Cloud dal 73 e l’intelligenza artificiale dal 48.

LA PARTNERSHIP È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE

Anche le partnership sembrano essere tra gli elementi su cui gli amministratori delegati puntano di più. Secondo la ricerca, il 63% di essi ritiene che la collaborazione in ottica di ecosistema possa influire positivamente sulle performance aziendali, contro la metà dei Ceo meno performanti. Poter contare su una rete di partner permette a ciascuna organizzazione di esprimere al meglio le proprie competenze e capacità, favorisce il confronto e dà impulso all’innovazione. Inoltre, l’indagine IBM evidenzia che con il crescere della consapevolezza dei Ceo su come le loro organizzazioni possano contribuire ad affrontare sfide globali, come il cambiamento climatico, aumenta pure la capacità degli ecosistemi di svolgere un ruolo determinante nel generare una trasformazione nel lungo periodo.

Lo studio, infine, include anche alcuni consigli su come in questo momento si possa cogliere l’opportunità di focalizzarsi su ciò che può essere essenziale per il successo. Alcuni esempi? Scegliere piattaforme tecnologiche flessibili e scalabili come l’open hybrid cloud, investire nel benessere delle risorse, stringere partnership e adottare un approccio di open innovation.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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