Obiettivo neutralità climatica dei trasporti, la strada è lavorare sulle batterie


Articolo
Domenico Salerno
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Le politiche intraprese negli ultimi anni dall’Unione europea in ambito energetico, in particolare il Green New Deal, convergono verso il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. L’obiettivo comunitario, recentemente incrementato, è quello di abbattere le emissioni di gas serra del 55% rispetto al dato di riferimento del 1990. In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi dall’ISPRA a marzo 2020 (relativi al 2018), le emissioni di gas a effetto serra (GHG) derivanti dal settore dei trasporti rappresentano il 24,5% del totale nazionale. Ridurre il loro impatto è quindi fondamentale per contribuire all’ambizioso obiettivo dell’Unione.

Un contributo fondamentale alla decarbonizzazione dei trasporti è atteso dai veicoli elettrici e ibridi plug-in. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ANFIA a gennaio 2021, nonostante un crollo generale delle vendite di automobili del 27,9%, le immatricolazioni di auto elettriche e ibride in Italia nel 2020 sono aumentate rispettivamente del 204,5% (32.485) e del 114,1% (249.300) rispetto al 2019, il 65% delle quali a seguito dell’introduzione degli incentivi alla rottamazione contenuti nel decreto Ristori. Va detto, tuttavia, che anche a gennaio 2021 con incentivi tutt’altro che modesti e un’offerta significativamente cresciuta in numero e varietà di modelli, le autovetture elettriche sono state quelle con la minor quota di mercato.

L’ultima versione del Rystad Energy Transition Report ha messo in evidenza il ruolo di un fattore spesso trascurato: le batterie. Secondo lo studio, grazie a queste componenti nei prossimi anni riusciremo ad abbattere il 78% delle 40 giga tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera a livello globale. Gli accumulatori però hanno ancora oggi un impatto importantissimo sia in termini economici che in termini ambientali.

Da un’indagine di Sicurauto (portale della Gazzetta dello Sport) emerge come la sostituzione della batteria di un’automobile elettrica abbia un costo che può andare dagli 8.000 ai 23.000 euro. I dati spiegano come mai questa tipologia di veicoli si presenti sul mercato con un prezzo generalmente molto più elevato rispetto alle auto alimentate da carburanti tradizionali. Altro aspetto da non sottovalutare è l’enorme danno che l’estrazione del litio e lo smaltimento dei sistemi di accumulo esausti hanno sull’ambiente. Lavorare per migliorare le batterie esistenti è quindi fondamentale per far sì che le automobili elettriche siano accessibili a tutti e realmente ecosostenibili.

Per superare queste problematiche, le aziende del settore si sono poste l’obiettivo di soppiantare gli accumulatori a iodi di litio utilizzati oggi con le batterie allo stato solido. Questi nuovi sistemi dovrebbero essere più leggeri, sicuri e più veloci da ricaricare rispetto ai predecessori. Uno dei progetti più all’avanguardia sul tema è quello di QuantumScape, una start-up americana che ha attratto investitori del calibro di Bill Gates e Volkswagen. Dalle poche informazioni fatte trapelare è emerso che entro la fine di quest’anno verrà completata una linea di produzione pilota nella città californiana di San Jose. Il nuovo sito produttivo dovrebbe essere in grado di realizzare 100.000 celle all’anno già a partire dal 2023. In base ai primi test effettuati, le batterie allo stato solido realizzate da QuantumScape potrebbero essere ricaricate fino all’80% in soli 15 minuti e resistere a più di 800 cicli di ricarica.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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