#RestartLombardia. Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale


Comunicato stampa
I-Com
#RestartLombardia

Innovazione, (I‐Com): “Lombardia prima in Italia per numero di start‐up innovative. Sulla raccolta differenziata la regione è al quarto posto

Milano, 22 luglio 2021 – Su un totale di 13.640 start‐up innovative presenti in Italia, il 26,7% è residente in Lombardia (3.640). Una percentuale che fa posizionare la regione al 1° posto nel nostro Paese, seguita a grande distanza dal Lazio (11,7%), dalla Campania (8,9%) e dal Veneto (8,1%). La situazione non cambia se rapportiamo il numero di nuove imprese innovative alla popolazione: la Lombardia, anche in questo caso, rimane la prima regione italiana con 365 start‐up per milione di abitanti, nettamente al di sopra della media nazionale che invece si attesta a 230. Se si guarda alle province, a fare la parte del leone è Milano con 805 start‐up innovative per milione di abitanti, seguita da Bergamo (248) e Brescia (207). Nelle ultime posizioni si collocano, invece, Mantova e Sondrio, dove ci sono rispettivamente 96 e 55 start‐up per ogni milione di abitanti. Ma quante sono le piccole aziende innovative che si occupano di sostenibilità in ambito energetico? Attualmente nella regione ne sono attive 61, che corrispondono al 41% di quelle esistenti in Italia. Nello specifico, operano nella fornitura di energia elettrica e gas (57, pari al 93% del totale) e in misura residuale nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti (4).

I dati sono contenuti nel Policy Brief dal titolo “#RestartLombardia. Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I‐Com) – il  think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli – nell’ambito delle attività  dell’Osservatorio sulle relazioni tra territorio e imprese dell’istituto (ORTI). Lo studio – che si concentra in particolare sui temi del digitale, dell’innovazione e dell’energia – è stato presentato oggi nel corso di un webinar, organizzato con il supporto tecnico di Public Affairs Advisors – a cui hanno preso parte accademici, esperti e rappresentanti delle amministrazioni locali, della politica e del mondo produttivo. L’iniziativa è stata sviluppata in partnership con Anpit, Banca Progetto, Eolo e Open Fiber.

Il documento contiene anche una panoramica sullo stato della copertura di rete fissa nella regione. Rispetto ai dati dell’ultima consultazione condotta da Infratel tra giugno e luglio 2020, in Lombardia la copertura complessiva con reti NGN, quelle con una velocità di connessione maggiore o uguale a 30Mbps (includendo quindi anche il rame), ha raggiunto l’87,8% dei civici delle aree grigie e nere. Un dato che la pone al quinto posto a livello nazionale, al di sopra della media italiana dell’82,3%. Sulle reti VHCN (Very High Capacity Network) – ovvero connessioni in fibra da 300Mbps fino ad oltre 1 Gbps e connessioni FWA da almeno 150 Mbps o con base station collegate in fibra –, la Lombardia si posiziona ottava con il 27% dei civici coperti rispetto al 23,1 dell’intero Paese. L’Umbria è la regione maggiormente connessa con oltre l’80% dei civici raggiunti da reti ad alta capacità, seguita a distanza dalle Marche (50%). Molto più distanti le altre, che comunque fanno meglio della Lombardia: la Liguria al 38%, il Piemonte e il Lazio 34, il Veneto al 30 e il Friuli‐Venezia Giulia al 27,9. Lo studio riporta, inoltre, le previsioni della copertura VHCN al 2022: entro quella data, la Lombardia dovrebbe raggiungere il 75,1%, una quota di poco al di sotto della media nazionale (76,7%). Nel dettaglio, il mix tecnologico che permetterà alla regione di raggiungere questo risultato sarà composto dalla fibra, che dovrebbe arrivare a coprire il 55,2% dei civici, e dal FWA VHCN (che attraverso un mix tra reti fisse e segnale radio garantisce connettività ad almeno 150 Mbps o irradia lo stesso segnale tramite Bts collegate in fibra), che invece assicurerebbe la disponibilità di reti ultra veloci per il restante 19,9%.

Se spostiamo il focus dell’analisi a livello di province e città metropolitane, dal documento emerge che la regione è presente ben due volte nella classifica delle top 25 per copertura in VHCN. Nello specifico, Mantova è al 4° posto (76,9%) e Brescia al 16° (45,7%). A livello nazionale, la città più coperta è Fermo (91,8%), seguita da Macerata (84,9%) e Perugia (82,7%). Per quanto riguarda le altre province lombarde, Sondrio occupa il 28° posto (34,3%), Lecco il 34° (28,1%), Milano il 36° (27,6%), Bergamo il 39° (26%), Varese il 42° (24,9%), Monza‐Brianza il 60° (11,1%), Pavia l’69° (6,2%), Cremona l’80° (2,5%), Como l’86° (1,8%) e infine Lodi il 103° (0%).

Infine, il Policy Brief fa il punto sull’inquinamento atmosferico e la qualità dell’aria. Secondo l’Indicatore di sintesi di inquinamento atmosferico dei capoluoghi elaborato dall’Istat che tiene conto del superamento dei limiti nell’emissione di PM10, PM2,5, NO2 e O3, nella regione ci sono alcune province in cui la situazione è in netto miglioramento. In particolare, tra il 2015 e il 2016 e tra il 2018 e il 2019 Monza (‐33), Como (‐30), Varese (‐25) e Milano (‐20,6) sono le città che hanno visto migliorare in misura maggiore la propria performance ambientale. Al contrario, sotto questo profilo Sondrio è il fanalino di coda della classifica: nel periodo preso in considerazione l’indice di inquinamento è peggiorato di ben 5 punti percentuali.

Guardando infine alla quota di raccolta differenziata dei rifiuti, la Lombardia si colloca al quarto posto tra le regioni italiane e ben sopra la media nazionale (60,6%). Secondo i dati Ispra, nel 2019 la regione ha raggiunto il 72% di differenziata sul totale dei rifiuti (circa 3,49 milioni di tonnellate di rifiuti), dietro a Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%) e Trentino‐Alto Adige (73,1%). La Lombardia ha pertanto raggiunto l’obiettivo nazionale previsto dalla normativa in materia, che richiede una percentuale di raccolta differenziata del 65%. Tra le città, con l’86,8% di raccolta differenziata di rifiuti urbani, Mantova non è solo la provincia della Lombardia che fa registrare il dato migliore nel 2019 ma anche la seconda a livello nazionale dopo Treviso (87,7%). In generale, sono 5 le province lombarde che rientrano nella classifica delle migliori 20 italiane. Oltre Mantova spiccano: Cremona (11a con il 78,53%), Monza e Brianza (14 a con il 77,98%), Varese (18 a con il 77,17%) e Brescia (20 a con il  6,82%). Le peggiori performance si registrano invece a Sondrio (56,24%) e Pavia (54,80%), entrambe comunque abbondantemente sopra al 50% ma al di sotto della media italiana che si attesta sul 62,15%. Infine Milano che con il 67,41% si posiziona al 51° posto a livello nazionale. Osservando i dati pro capite delle province che superano i 2 milioni di abitanti, è possibile notare come il capoluogo lombardo sia al primo posto precedendo Torino, Roma e Napoli.

A proposito della mobilità elettrica è da rilevare come tra le prime dieci province per immatricolazioni annuali di autovetture elettriche e ibride plug‐in ce ne siano 5 lombarde. In particolare, la classifica è capeggiata con 1.773 automobili da Milano, che nonostante il gap demografico riesce a superare Roma (1.605). Le altre province lombarde presenti nella classifica sono Brescia (768), Varese (637), Bergamo (635) e Monza e Brianza (505). Considerando i dati di immatricolazione in relazione alla popolazione provinciale, alle spalle di Trento che con 154 vetture ogni 100.000 abitanti è la più performante in Italia, troviamo due  rappresentanti lombarde, ovvero Varese (72) e Brescia (62).

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