Missione salute, la corsa del Piano nazionale di ripresa e resilienza


Approfondimento
Eleonora Mazzoni
missione salute

Mentre il Parlamento è in forte ritardo nell’iter che dovrebbe portare all’approvazione della legge di Bilancio 2022, è partita anche la marcia delle regioni per la definizione dei piani operativi da presentare al ministero della Salute entro la fine di febbraio volti all’assegnazione definitiva di larga parte delle risorse previste dalla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Contestualmente si lavora alacremente per la pubblicazione dell’ormai leggendario DM 71 che andrà a definire i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza nel territorio. Sarà una tabella di marcia serrata quella dei prossimi tre mesi, visto che a questa riforma, insieme alla definizione dei contratti istituzionali di sviluppo e all’approvazione delle linee guida contenenti il modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare entro il 30 giugno del 2022, sarà subordinata la prima rata di finanziamento del Pnrr per la Missione Salute.

LO STATO DELL’ARTE E LE SCADENZE

Lo scorso 2 dicembre è stato trasmesso dal ministero della Salute alle regioni il testo finale del decreto che contiene la proposta di riparto di buona parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la salute. Complessivamente il documento tiene in considerazione la quota di accesso al Fondo sanitario nazionale per il 2021 e quanto stabilito ai sensi dall’articolo 2, comma 6-bis, del decreto legge del 31 maggio 2021, numero 77, che prevede che alle regioni del Mezzogiorno sia destinato almeno il 40% del totale delle risorse. Tale riparto è operato in via programmatica (ovviamente previa pubblicazione in Gazzetta ufficiale) e subordinato alla sottoscrizione di un contratto istituzionale di sviluppo (Cis) tra il ministero della Salute, le regioni e le province autonome. I piani operativi regionali e i relativi documenti tecnici allegati (action plan) quali parti integranti del Cis, dovranno essere affinati con il ministero entro il 28 febbraio 2022. In ogni caso, il mancato perfezionamento di questo strumento di programmazione negoziata entro il 31 maggio 2022 comporterà l’improcedibilità nell’assegnazione definitiva delle risorse alla regione interessata.

LE RISORSE E GLI INTERVENTI

La proposta ripartisce poco più di 8 miliardi di euro (precisamente 8.042.960.665,58) di cui l’81% circa (6,6 miliardi) fa riferimento a gran parte degli investimenti previsti della Missione 6 Salute del Pnrr, che ricordiamo essere complessivamente pari a 15,63 miliardi. Il restante 18% (1,5 miliardi di euro) di quanto sarà assegnato in via programmatica riguarda invece le risorse provenienti dal fondo complementare per l’investimento “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”.

Il testo finale del decreto specifica che le risorse riconducibili al Piano nazionale di ripresa e resilienza fanno riferimento ai seguenti investimenti per le due componenti della Missione:
• M6C1 1.1 Case della Comunità e presa in carico della persona per un importo di euro 2.000.000.000;
• M6C1 1.2.1 Casa come primo luogo di cura e Telemedicina – sub investimenti COT, Interconnessione Aziendale, Device, per un importo di euro 204.517.588;
• M6C1 1.3 Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture – Ospedali di Comunità per un importo di euro 1.000.000.000;
• M6C2 1.1 Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (digitalizzazione DEA I e II livello e grandi apparecchiature – nuovi progetti e FSC) per un importo complessivo di € 2.639.265.000,00;
• M6C2 1.2 Verso un ospedale sicuro e sostenibile per un importo di euro 638.851.083,58;
• M6C2 1.3.2 Infrastruttura tecnologica del MdS e analisi dei dati, modello predittivo per la vigilanza LEA – sub investimento – Rafforzamento della collezione, elaborazione e produzione di dati a livello locale per un importo di euro 30.300.000;
• M6C2 2.2 b) Sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario – Corso di formazione in infezioni ospedaliere per un importo di euro 80.026.994.

Il costo complessivo dell’investimento riconducibile al fondo complementare, pari a 1,5 miliardi di euro, per un ospedale sicuro e sostenibile sarà, invece, ripartito tra le regioni e le province autonome anche tenuto conto della ricognizione in corso da parte della Direzione generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute.

L’assegnazione degli 8,04 miliardi complessivi in via programmatica è sintetizzata nella figura seguente e prevede la maggior quota parte destinata alla Lombardia, seguita da Campania, Sicilia e Lazio.


IN ATTESA DEL DM 71

Nel frattempo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) è al lavoro per consolidare i contenuti del DM 71: Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza nel territorio e proprio il direttore generale Domenico Mantoan ha condiviso alcune anticipazioni e riflessioni in occasione 16° Forum Risk Management in Sanità. In generale, ha confermato i punti cardine del decreto: le case della comunità, le centrali operative territoriali e la telemedicina a supporto dei pazienti con malattie croniche, ma anche la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. Per ognuno di essi sono definiti i modelli organizzativi e gli standard minimi da rispettare, anche in termini di personale. Proprio per quest’ultimo, ha ricordato il direttore, la copertura finanziaria è peraltro già stata trovata dal ministro Roberto Speranza nel testo della legge di Bilancio. Va da sé che nella definizione dei piani operativi regionali, quali parte integrante dei contratti istituzionali di sviluppo, le regioni dovranno considerare quanto previsto da questa riforma, che pure al momento attuale c’è ma non si vede.

Direttore Area Innovazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia Politica presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza, con una tesi sperimentale sulla scomposizione statistica del differenziale salariale tra cittadini stranieri ed italiani.

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