L’Italia si caratterizza per essere uno dei Paesi europei a più elevata penetrazione di smartphone e tablet. Si tratta di un trend ormai consolidato che ha determinato, secondo i dati raccolti dall’AGCom, un aumento del traffico dati, nel quarto trimestre 2013, pari al 32,7%. Complice sicuramente anche la diffusione dell’Internet of Things, è fuori discussione che il futuro del settore è strettamente legato allo sviluppo del mobile.
Nonostante il mobile rappresenti indiscutibilmente il traino per lo sviluppo del settore nel prossimo futuro e, forse, lo strumento attraverso il quale agevolare l’alfabetizzazione digitale che tanto fatica ad affermarsi nel nostro Paese, solo qualche giorno fa è stata presa la decisione di aumentare da 90 centesimi a 4 euro il compenso per la copia privata di fonogrammi e di videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore a carico di smartphone e tablet.
Si tratta di una decisione poco compresa dagli operatori del settore i quali evidenziano, da un lato, come i contenuti multimediali vengano ormai fruiti prevalentemente con abbonamenti in streaming e, dall’altro, come i consumatori che acquistano cd vergini legalmente non realizzino copie mediante i devices mobili. Ciò che resta, dunque, è il forte rischio che la previsione di questo rincaro determini un aumento del costo di smartphone e tablet provocando una contrazione della domanda, soprattutto quella avente ad oggetto i devices di fascia bassa sul cui prezzo tale incremento va ad incidere sicuramente con maggior forza.
Certamente non si tratta in valore assoluto di somme enormi ma è fuor di dubbio che si tratta di un incremento percentualmente enorme che sembra non tenere nella dovuta considerazione la circostanza che per favorire l’alfabetizzazione e la pratica digitale nel nostro Paese andrebbe valorizzata la straordinaria propensione all’uso del cellulare che ci caratterizza. Tale processo di incentivazione non può certamente essere realizzato mediante provvedimenti che anziché assecondare la tendenza ormai in atto a rendere sempre più strumenti di massa e, dunque, sempre meno costosi, smartphone e tablet, si muovano, anche solo potenzialmente, nella direzione opposta. È un dato, infatti, che i consumatori meno ricchi sono anche quelli che meno utilizzano internet. È chiaro, dunque, che se l’obiettivo da perseguire è quello di accelerare il processo di informatizzazione e digitalizzazione del nostro Paese nel tentativo di colmare o quantomeno ridurre il gap che ci separa dalle altre nazioni europee da questo punto di vista più avanzate, è auspicabile che le politiche fiscali siano frutto di una riflessione più lungimirante che prenda atto delle tendenze del mercato e le assecondi al fine di favorire lo sviluppo complessivo del sistema Paese.