Valore, accesso e sostenibilità delle nuove tecnologie in Sanità. Le raccomandazioni dell’OCSE

healthcare-technology-2015Sensori a distanza, robotica, genomica, cellule staminali, intelligenza artificiale e poi ancora farmaci innovativi, device ad alta tecnologia, medicina di precisione (o personalizzata) e una mole infinita di dati. Un fiume in piena che sta inondando la Sanità, che scorre veloce e porta con sé cambiamenti vertiginosi, grandi novità, possibilità di cure migliori ma che pone anche importanti sfide – le solite sfide, potremmo dire – quali, l’accesso e la sostenibilità economica, a cui si aggiungono i rischi legati alla sicurezza dei dati sanitari personali.

Questa volta, la “ricetta” per consentire ai sistemi sanitari di stare al passo con le novità ci viene fornita dall’OCSE. L’Organizzazione internazionale nella sua ultima pubblicazioneNew Health Technologies: Managing Access, Value and Sustainability” inserisce le raccomandazioni – utili soprattutto alle istituzioni politiche – su come bilanciare l’accesso alle innovazioni in Sanità, dalla mobile health ai farmaci, con la sicurezza e l’uso efficiente delle risorse.

L’ingresso sul mercato delle nuove tecnologie deve essere inevitabilmente accompagnato da un quadro normativo chiaro e da nuovi modelli di regolamentazione, in grado di determinare in primis ciò che è sicuro e utile per i pazienti. In particolare, l’OCSE raccomanda di:

  • Assicurarsi che un accesso più rapido ai farmaci che hanno come target bisogni medici non soddisfatti (farmaci prioritari) non comprometta la sicurezza del paziente. È importante che i pazienti siano adeguatamente informati in merito allo stato semi-sperimentale dei prodotti.
  • Rafforzare la regolamentazione dei dispositivi medici per migliorare le prestazioni e la sicurezza, in particolare per quelli che potrebbero comportare un più alto rischio per i pazienti. Sarebbe opportuno migliorare anche la sorveglianza post-commercializzazione, attuando, ad esempio, sistemi che permettano l’identificazione dei prodotti.
  • Definire in modo chiaro la legislazione sulla protezione dei dati – soprattutto in riferimento alla mHealth – cercando di ridurre i rischi legati alla violazione della privacy ed aumentando la trasparenza per quanto riguarda il loro utilizzo.

C’è da affrontare poi l’importante questione relativa all’aumento dei prezzi di lancio dei farmaci per le malattie tumorali e rare a cui non sempre corrisponde un incremento dei benefici per la salute dei pazienti. Senza dimenticare ormai, la difficoltà a pagare cure costosissime e il fenomeno dei farmaci che restano inaccessibili a molti a causa del loro impatto sui bilanci pubblici. Secondo l’OCSE i prezzi pagati per tecnologie e farmaci innovativi devono riflettere i reali benefici in termini di salute rispetto alle alternative già esistenti, ed essere quindi regolamentati sulla base di prove sul loro effettivo impatto. In riferimento a tale aspetto verrebbe da pensare a schemi di prezzo basati su modelli di rimborsabilità condizionata (payment by results). Sarebbe necessario, inoltre, riequilibrare il potere negoziale tra chi acquista i farmaci e i produttori attraverso una maggior trasparenza e cooperazione e mediante iniziative di approvvigionamento internazionali e congiunte.

L’OCSE, tra l’altro, promuove un “lifecycle approach” per la valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA) in tutti i tipi di tecnologia biomedica. La valutazione delle tecnologie sanitarie deve essere una attività continua che deve essere condotta prima della loro introduzione e durante l’intero ciclo di vita in modo tale da rimodulare, qualora ce ne fosse la necessità, le decisioni di copertura e di prezzi.

Infine, l’OCSE raccomanda maggiori investimenti nella R&S biomedica e ulteriori sforzi per individuare le lacune in tale campo e incoraggiare la ricerca attraverso la cooperazione tra paesi e parti interessate.

 

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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