Come ogni anno le ondate di calore stanno colpendo molte regioni del mondo e l’Italia non sta venendo risparmiata.
Oltre a conseguenze per la salute pubblica e l’ambiente, visti i sempre più frequenti incendi, esse rappresentano una minaccia anche per la rete elettrica, che nelle ultime settimane è stata messa sotto particolare pressione.
In un contesto di cambiamenti climatici sempre più estremi, il legame tra alte temperature e stress elettrico diventa un nodo cruciale della sicurezza energetica e della resilienza urbana.

Diversi sono gli effetti del caldo sulle reti elettriche: da una parte, quando la domanda di corrente aumenta, i cavi su cui passa si surriscaldano e stentano a disperdere il calore, ostacolati dalle alte temperature esterne.
Inoltre, il calore causa l’espansione del metallo e il cedimento della linea verso il basso — fenomeno noto come sag. Questo cedimento può diventare significativo, soprattutto in tratti lunghi (oltre 300 m), e portare la tensione a toccare alberi o strutture, causando cortocircuiti e interruzioni.

D’altro canto, con l’aumento vertiginoso della domanda di elettricità, soprattutto per l’uso massiccio di condizionatori e sistemi di raffreddamento, le reti elettriche si trovano spesso al limite della loro capacità, esponendo città e interi territori al rischio di blackout e interruzioni di servizio. Questo è ancora più probabile in agglomerati urbani ad alta densità, in cui c’è una maggiore concentrazione di fabbisogno energetico per chilometro quadrato.

LE CONSEGUENZE SUL SISTEMA ELETTRICO

Durante le ultime ondate di calore di giugno-luglio, in cui sono state registrate temperature locali fino a 40 gradi, i sistemi elettrici europei sono stati sottoposti a un notevole stress: l’aumento delle temperature ha comportato un incremento della domanda di energia elettrica, un aumento del rischio di interruzione delle centrali e un aumento dei prezzi dell’elettricità.

Un report di Ember ha evidenziato come l’aumento della temperatura abbia avuto un forte impatto sulla domanda di elettricità di alcuni Paesi europei analizzati: la domanda di picco ha registrato aumenti fino al 6% in Germania, 9% in Francia, 14% in Spagna, 12% in Francia, 15% in Spagna, e 5% in Germania e Polonia durante l’ondata (1 luglio) rispetto alla settimana precedente (24 giugno).
All’espansione della domanda si sono aggiunte le interruzioni delle centrali termoelettriche, che hanno portato a un notevole aumento dei prezzi dell’elettricità. Lo stesso report sottolinea che sempre rispetto alla settimana precedente l’ondata di caldo, i prezzi medi giornalieri sono cresciuti del 15% in Spagna, del 106% in Polonia, del 108% in Francia e del 175% in Germania – dove sono quasi triplicati. Durante le ore di punta serali del 1° luglio, i prezzi hanno raggiunto oltre 400 €/MWh in Germania e oltre 470 €/MWh in Polonia.

Anche per l’Italia, i dati Terna (Fig. 1) tracciano un andamento ascendente del fabbisogno elettrico delle ultime settimane: nonostante le oscillazioni derivate dai consumi durante l’arco della giornata, al 1° giugno il picco della domanda era intorno ai 30 MW, per arrivare a picchi di 56 MW dei primi giorni di luglio (+86%).

Figura 1: Picchi massimi e minimi del fabbisogno elettrico per i mesi di giugno e luglio 2025

Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Terna
Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Terna

Nelle giornate più calde registrate (fine giugno-inizio luglio), il carico effettivo sulla rete è stato maggiore delle previsioni (Fig. 2): il delta tra il carico previsto e quello effettivo è stato più ampio nella giornata del 25 giugno (circa 3000 MW) e del 4 luglio.

Figura 2: Fabbisogno elettrico previsto ed effettivo durante i giorni delle ondate di calore

Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Terna

I CONSUMI PER IL RAFFREDDAMENTO A LIVELLO GLOBALE

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) riporta che circa 2 miliardi di unità di condizionamento dell’aria sono attualmente in funzione in tutto il mondo, rendendo il raffreddamento degli ambienti uno dei principali fattori di aumento della domanda di energia elettrica negli edifici e dell’aggiunta di capacità di generazione per soddisfare i picchi di domanda di energia. Le unità residenziali in funzione rappresentano quasi il 70% del totale.
La domanda di energia per il raffreddamento degli ambienti (Fig. 3) è aumentata in media di circa il 4% all’anno dal 2000, due volte più rapidamente rispetto al riscaldamento dell’acqua. Il numero di unità abitative in funzione è triplicato dal 2000, raggiungendo oltre 1,5 miliardi nel 2022. Il maggior consumo di energia per il raffreddamento degli ambienti incide particolarmente sui picchi di domanda di elettricità, soprattutto nelle giornate più calde, con il rischio di interruzioni di corrente. Nel 2022 il consumo di energia per il raffreddamento degli ambienti è ulteriormente aumentato di oltre il 5% rispetto al 2021.

Figura 3: Consumo finale di energia (asse sinistro) ed emissioni di CO2 (asse destro) per il raffreddamento degli ambienti per regione nello scenario IEA, 2000-2030

Fonte: Elaborazioni I-Com su dati IEA

Nei prossimi tre decenni, l’uso dei condizionatori è destinato ad aumentare, diventando uno dei principali motori della domanda globale di elettricità. L’efficienza media globale dei condizionatori d’aria acquistati dai consumatori è migliorata costantemente negli ultimi anni; tuttavia, le unità con l’efficienza più elevata in alcuni mercati possono essere due volte più efficienti dell’unità media venduta, spesso a prezzi comparabili. In assenza di un passaggio ai migliori prodotti disponibili e di un miglioramento delle prestazioni degli edifici in cui operano, la domanda di elettricità per il raffreddamento degli ambienti negli edifici potrebbe aumentare fino al 40% a livello globale entro il 2030.

CONCLUSIONI

Le ondate di calore stanno diventando sempre più frequenti e intense, trasformandosi da eventi eccezionali a fattori strutturali del contesto climatico ed energetico. Le reti elettriche, sotto pressione per l’aumento concomitante delle temperature e della domanda, rappresentano uno dei punti più vulnerabili. Garantire la resilienza del sistema richiederà investimenti mirati in infrastrutture, efficienza energetica e adattamento climatico. Comprendere e affrontare il nesso tra caldo estremo e stress elettrico è ormai una priorità strategica per la sicurezza e la sostenibilità del futuro energetico.