L’efficienza energetica è uno strumento fondamentale promuovere la riduzione delle emissioni e soddisfare la domanda energetica in modo equo e conveniente.
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, l’efficienza energetica potrebbe rappresentare quasi la metà delle riduzioni delle emissioni necessarie da qui al 2030 per raggiungere gli obiettivi di Parigi di arrivare a zero emissioni nette entro il 2050.
Risparmiando energia attraverso tecnologie efficienti e sistemi più intelligenti negli edifici, nei trasporti e nell’industria, si fa leva contemporaneamente sul contrasto all’inquinamento climatico, sulla sicurezza e nella migliore gestione degli approvvigionamenti energetici e con un vantaggio economico.

GLI INVESTIMENTI A LIVELLO MONDIALE ED EUROPEO

La maggior parte degli investimenti nell’efficienza energetica – circa il 95% – è concentrata in Europa, nella regione Asia-Pacifico e in Nord America, coprendo circa il 75% della domanda energetica globale. L’Europa rappresenta il mercato regionale più grande (Figura 1), avendo investito circa 200 miliardi di dollari solo nel 2024, pari a un terzo degli investimenti globali totali.

Figura 1: Sostegno pubblico totale destinato all’efficienza energetica per settore e regione (2020-2030)

Fonte: Elaborazioni I-Com da dati IEA, Energy Efficiency Report, 2024

L’efficienza energetica si pone dunque come snodo centrale delle politiche europee in materia di clima e di energia: essa contribuirebbe a ridurre il consumo energetico complessivo, migliorando al contempo la sicurezza e l’accessibilità economica dell’energia. Per garantire il raggiungimento dell’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% (rispetto al 1990) entro il 2030 l’Unione europea si è mossa su molteplici direttrici convergenti, allocando fondi cospicui sia da strumenti UE sia stimolando gli investimenti privati sotto forma di bond.
A sostenere l’infrastruttura normativa dell’UE vi sono due principali direttive: la Direttiva sull’Efficienza Energetica EU/2023/1791 (Energy Efficiency Directive, EED-III), e la Direttiva sul Rendimento Energetico degli Edifici (UE/2024/1275, Energy Performance of Buildings Directive, o EPBD).
La prima innalza l’obiettivo di efficienza energetica dell’UE: una riduzione dell’11,7% del consumo energetico finale entro il 2030 rispetto alle proiezioni del 2020. La seconda ribadisce l’importanza centrale del settore edilizio per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza, sottolineata dagli investimenti dell’UE che ammontano a circa 760 miliardi di dollari dal 2019 al 2024. Il quadro finanziario a sostegno della Direttiva prevede il ricorso al Quadro Finanziario Pluriennale attuale (2021-2027), ai fondi regionali nel contesto della politica di coesione, il Just Transition Fund, InvestEU e il nuovo Fondo Sociale per il Clima. Quest’ultimo dovrebbe mobilitare 84 miliardi di euro per il periodo 2025-2032.

GREEN BONDS: LA FINANZA PRIVATA PER L’EFFICIENZA ENERGETICA

Nonostante l’importante allocazione di risorse tramite gli strumenti finanziari dell’UE, permane un gap per il raggiungimento del target di efficienza energetica. Vengono quindi convogliati i capitali privati, tramite anche green bonds.
Secondo dati di Environmental Finance, nel 2024, un volume pari a più di 1000 miliardi di USD è stato mobilitato come emissione di obbligazioni sostenibili, di cui 625,8 miliardi USD come green bonds.
Per quanto riguarda i maggiori emettitori di singoli bond, l’Italia si colloca al primo posto con un green bond di un valore pari a 9,7 miliardi USD, seguita dalla Francia (8,7 miliardi). L’UE, rinforzata dalla Banca di Investimento Europea, è invece il più grande emettitore complessivo di bonds, per un totale di 21 miliardi USD. L’Unione europea figura al primo posto come maggiore emettitore di green bonds tra le istituzioni sovranazionali.
Del totale dei fondi raccolti tramite obbligazioni sostenibili emesse nel 2024, l’efficientamento energetico occupa il terzo posto con l’11%, seguito immediatamente dai bond emessi per finanziare progetti di edifici a basso impatto ambientale (10%). Complessivamente, queste dure categorie coprono un quinto del totale (Figura 2).

Figura 2: Ripartizione dell’utilizzo dei proventi delle obbligazioni emesse nel 2024 per quota di valore, top 10 posizioni

Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Environmental Finance, da Sustainable Bonds Insight 2025

Tuttavia, i dati sull’allocazione post-emissione delle obbligazioni sostenibili rivelano una divergenza significativa tra l’utilizzo previsto dei proventi (UoP) delineato nei quadri obbligazionari e l’allocazione effettiva. L’analisi del Sustainable Bonds Insight 2025 di Environmental Finance indica che gli edifici verdi, le energie rinnovabili e l’accesso ai servizi essenziali tendono a ricevere una quota di fondi superiore a quella originariamente prevista. Al contrario, l’efficienza energetica, pur essendo cruciale, è sottovalutata negli investimenti effettivi (il 7% del totale dei fondi raccolti da tutte le obbligazioni sostenibili emesse nel 2024) rispetto alla sua allocazione proporzionale annunciata (l’11%).

I RISPARMI NEL PANORAMA ITALIANO

Il Rapporto annuale di ENEA sull’Efficienza Energetica 2025 riporta dei dati ambivalenti sull’andamento dell’efficienza energetica in Italia e rispetto alle ripercussioni sulle detrazioni fiscali.
In Tabella 1 sono riportati, in Mtep/anno, i risparmi energetici per ciascuna misura recepita dall’Italia per ottemperare agli obblighi comunitari della Energy Efficiency Directive. Per il 2024, complessivamente, sono stati risparmiati 4,5 Mtep, che corrispondono al 90% dell’obiettivo intermedio fissato nel PNIEC per il 2024 (5,04 Mtep). Tuttavia, i risparmi derivanti dai progetti incentivati risultano diminuiti: nel 2024 il taglio di consumi energetici favoriti dai meccanismi di detrazione fiscale risulta dimezzato rispetto al 2022, come risultato dell’interruzione degli strumenti messi a disposizione negli anni precedenti.

Tabella 1: Risparmio totale annuo (Mtep/anno) ai sensi dell’articolo 8 della EED-III

Fonte: Elaborazioni I-Com su dati ENEA

Il Report di ENEA mostra come nel 2024 il panorama delle misure di efficienza energetica in Italia rifletta le modifiche normative apportate. Il SuperEcobonus, in via di eliminazione nel 2025, mostra un forte ridimensionamento, con risparmi limitati a 0,127 Mtep per i progetti relativi al 2024, ma mantiene un contributo cumulato significativo di 1,36 Mtep, frutto degli anni di piena operatività. Parallelamente, le altre detrazioni fiscali — Bonus Casa ed Ecobonus — recuperano parte dello spazio perso: il primo raddoppia i risparmi energetici annuali tra il 2023 e il 2024 (da 0,071 a 0,150 Mtep), mentre l’Ecobonus cresce del 10%, passando da 0,146 a 0,161 Mtep. Le due misure raggiungono risparmi cumulati 2021-2024 rispettivamente di 0,372 e 0,719 Mtep. Tuttavia, il contributo complessivo delle detrazioni fiscali mostra una progressiva divergenza del risparmio realizzato rispetto agli obiettivi intermedi del PNIEC, scendendo dal 100% di copertura nel 2021 all’85% nel 2024.

CONCLUSIONI

L’efficienza energetica rappresenta uno dei pilastri imprescindibili per la transizione ecologica e la sicurezza energetica globale. Il suo finanziamento richiede una cooperazione multilivello: a livello sovranazionale, l’Unione europea fornisce il quadro normativo e gli strumenti finanziari necessari; a livello nazionale, i governi devono tradurre tali direttive in politiche efficaci, sostenendo investimenti pubblici e incentivi mirati; infine, il settore privato svolge un ruolo strategico attraverso strumenti di mercato come i green bonds. Solo un approccio integrato e coordinato tra istituzioni, imprese e cittadini può garantire il pieno potenziale dell’efficienza energetica come leva di sostenibilità, competitività e resilienza economica.