Nel nostro Paese, il settore fotovoltaico si è sviluppato tardivamente rispetto ad altri Paesi, nonostante l’Italia abbia potenzialità maggiori di quasi tutti i principali player a livello mondiale,concentrate in particolare nel Centro-Sud. Basti pensare che solo alla fine del 2009 ci siamo avvicinati alla soglia dei 1000 MW installati, valicata dalla Germania e dal Giappone già nel 2004, un ritardo abissale in un settore innovativo e di recente sviluppo come l’energia dal sole. Tuttavia non è troppo tardi per recuperare il terreno perduto in passato, grazie a un sistema di incentivazione che ha incominciato a dare qualche primo frutto in termini di sviluppo del mercato solo a partire dal 2008. Con una potenza installata pari a 9 GW di impianti fotovoltaici nel 2020 la spesa per la realizzazione e la gestione dei nuovi impianti, in base all’analisi quantitativa effettuata nello studio, potrebbe arrivare fino a 29 miliardi di euro, con un impatto complessivo sul sistema economico di circa 65 miliardi di euro e un valore aggiunto pari a 22 miliardi di euro. In questo modo, il settore potrebbe generare una nuova occupazione pari a 23.000 unità di lavoro aggiuntive medie annue per la fase di cantiere, cioè di costruzione degli impianti, e 22.000 unità di lavoro per la fase di gestione degli impianti, una volta che questi entrino in esercizio. Il risultato delle simulazioni I-com, basate sulle matrici input-output, dipende, in particolare nella fase di cantiere, dal valore della produzione realizzata in Italia. Infatti, qualora si ipotizzasse una produzione annuale made in Italy equivalente a poco più di 3000 MW di pannelli fotovoltaici, grazie a un apporto significativo delle esportazioni e quindi a una crescita a due cifre del mercato mondiale, si otterrebbero un incremento del PIL pari a 110 miliardi di euro e una creazione di posti di lavoro pari a 210.000 nel periodo 2010-2020.
Anno: 2010
N° pagine: 116
Autore: [tp no_translate=”x”]Stefano DA EMPOLI, Franco D’AMORE, Cataldo FERRARESE, Manuela MISCHITELLI[/tp]